Roma, 19 giugno 1991- Emma Bonino, presidente del Partito Radicale, segretario di presidenza della Camera, ha esposto la posizione del gruppo dei Federalisti Europei.
"Non voteremo, astenendoci nel voto o dal voto, la mozione di censura presentata dal Pds, testimonianza di disprezzo nei confronti delle altre componenti dell'opposizione. Il Pds-Pci ci pone dinnanzi al fatto compiuto di un'iniziativa unicamente decisa in casa propria. (...) Cosa accadrebbe se, per ipotesi, il governo non condividesse le posizioni di Cossiga? Avremmo un governo d'alternativa o del presidente? O non verrebbero alla luce 'nuove' realtà del tipo di quelle che operarono dal '77 all' '80, che 60 giorni prima di Castiglion Fibocchi stavano per assumere il potere ed il governo in Italia? (...) Cossiga è stato eletto pressochè plebiscitariamente. Se fu errore, che anche i responsabili di questo errore seguano l'esempio che diede Cossiga ministro degli Interni e presidente del Consiglio quando ritenne di avere 'oggettivamente' sbagliato. Questo nulla toglie alle responsabilità della maggioranza e del governo. (...) Da laici nonviolenti dobbiamo far fiducia più alla persona Cossiga, presidente dell
a Repubblica, che all'oligarchia nel suo complesso, impenetrabile alla luce della ragionevolezza e della ragione. Dalla sua parte vi è un autentico dramma umano, quindi politico e morale: vuol dire al Paese qualcosa che con assoluta sincerità sente, ma che più prova ad esternare, più resta come segreta. D'altra parte da lui giungono (a nostro avviso arbitrariamente) non di rado giudizi ed idee che, inutilmente, per lustri soltanto noi abbiamo sostenuto, pagando con l'ostracismo fascistico e teppistico della Rai. Molti esempi vedrebbero la grande maggioranza di voi, governi, Consulta, Capo dello Stato (egli sembra oggi indirettamente confermarlo) saldati a fuoco contro la Costituzione, i diritti di tutti i cittadini. (...) Lasciamo dunque che i morti seppelliscano i propri morti. Passiamo dalla partitocrazia alla democrazia. Lo si può fare solo con una legge elettorale uninominale, anglosassone, che garantisca il primo risultato: via tutti questi partiti, perchè vivano i partiti della democrazia. Lo diciamo
con drammatica urgenza convinti che il tempo stia per scadere.(...) Essenziale è la capacità di 'sfiducia costruttiva' prima di assumersi la responsabilità di una crisi al massimo livello dello Stato. Una crisi di governo, oggi, in conflitto col Presidente della Repubblica, non sarebbe più solamente crisi di questo governo".