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Agora' Agora - 9 luglio 1991
PARLAMENTO EUROPEO: LA CRISI JUGOSLAVA

L'accordo raggiunto a Brioni lo scorso fine settimana tra i rappresentanti della Slovenia e della Croazia, da una parte, e le autorità federali dall'altra, accordo elaborato sotto l'egida della CPE, rappresenta l'ultima possibilità per una soluzione pacifica della crisi jugoslava. Questa l'opinione espressa dal presidente del Consiglio dei ministri Hans van den Broek, il quale ha ribadito che spetta agli jugoslavi definire il futuro del loro Paese. L'accordo, che dovrà essere rispettato da tutte le parti, prevede il cessate il fuoco immediato e la sospensione per tre mesi delle dichiarazioni di indipendenza unilaterali delle due repubbliche suddette. In attesa dei negoziati, che dovranno aprirsi entro il primo agosto, la Comunità ha sospeso i suoi programmi di aiuto alla Jugoslavia. Gli sbocchi possibili - dall'autonomia all' indipendenza - dovranno essere raggiunti con accordi reciproci e non con secessioni unilaterali.

Una soluzione della crisi jugoslava in linea con i principi sanciti da ultimo dalla Carta CSCE di Parigi, è stata auspicata dal presidente dell'Esecutivo Jacques Delors. Ciò significa il rispetto del principio di autodeterminazione, il mantenimento dell'integrità territoriale, il rispetto dei diritti dell'uomo, il proseguimento della democratizzazione della società e l'evoluzione verso un'economia di mercato. Sia le dichiarazioni d'indipendenza unilaterali di Slovenia e Croazia che la brutale repressionne dell'esercito federale jugoslavo sono contrarie a tali principi ed hanno peggiorato la situazione. Gli avvenimenti degli ultimi giorni hanno comunque dimostrato che la federazione jugoslava ha fatto il suo tempo.

Le soluzioni devono venire trovate dagli stessi jugoslavi ed il compromesso presentato dalla Bosnia-Erzegovina e dalla Macedonia è la via giusta da perseguire. La Comunità continuerà a perseguire gli obiettivi di favorire la cooperazione tra le varie repubbliche, nel rispetto della volontà dei popoli a decidere del loro futuro.

Il dibattito

A favore delle iniziative stabilite dalla Cooperazione politica europea per risolvere la crisi jugoslava si è espresso Eisso Woltjer (SOC NL), che ha ribadito come l'attuale federazione di Jugoslavia non abbia futuro ma al tempo stesso le varie parti in conflitto devono dialogare fra loro per trovare una nuova forma di collaborazione fra repubbliche indipendenti.

Soddisfazione per il disfacimento di uno Stato comunista, retaggio della politica attuata da Tito, è stata espressa da Doris Pack (PPE D) la quale ha poi denunciato le sopraffazioni operate dal governo serbo ed ha ribadito la legittimità democratica delle rivendicazioni croate e slovene. A difesa dell'ex regime comunista resta solo l'esercito, peraltro guidato da ufficiali serbi. L'oratrice ha concluso auspicando il blocco degli aiuti CEE alla Jugoslavia e, in caso di nuovi interventi militari in Croazia e Slovenia, il riconoscimentoo immediato di queste due repubbliche.

Critiche al Consiglio per aver voluto difendere l'unità della Federazione jugoslava sono state mosse da Valéry Giscard d'Estaing (LDR F) il quale ha condannato ogni ricorso alla forza per la soluzione di problemi politici in Europa. La Comunità dovrebbe interrompere non solo gli aiuti finanziari ma anche le relazioni privilegiate nei confronti di paesi che ulizzassero le armi in tale contesto.

Condanna per l'intervento dell'esercito federale è stata espressa anche da Christopher Jackson (DE GB) che ha auspicato ulteriori precisazioni dell'accordo di Brioni e l'invio di una missione di parlamentari europei in Jugoslavia con il compito di osservatori.

Il dibattito proseguirà nel pomeriggio.

 
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