Radicali.it - sito ufficiale di Radicali Italiani
Notizie Radicali, il giornale telematico di Radicali Italiani
cerca [dal 1999]


i testi dal 1955 al 1998

  RSS
dom 20 lug. 2025
[ cerca in archivio ] ARCHIVIO STORICO RADICALE
Notizie Radicali
Agora' Agora - 9 luglio 1991
PARLAMENTO EUROPEO: IL VERTICE DI LUSSEMBURGO

I gravissimi avvenimenti in corso in Jugoslavia, che facevano temere lo scoppio di una guerra civile, hanno ampiamente influenzato i lavori dell'ultimo Consiglio europeo, il quale ha prontamente reagito inviando la troika comunitaria in Jugoslavia per ristabilire il dialogo tra le parti in conflitto, missione peraltro coronata da successo.

Lo ha sostenuto il primo ministro lussemburghese Jacques Santer, il quale ha illustrato i risultati del Vertice europeo di fine giugno che ha segnato anche la conclusione del semestre di presidenza del Lussemburgo. I capi di Stato e di governo dei Dodici, oltre che della situazione in Jugoslavia, si sono occupati a fondo delle due Conferenze intergovernative sull'Unione che dovrebbero ultimare i lavori entro la fine dell'anno onde permettere la ratifica dei nuovi trattati entro il 1992.

L'accento è stato posto in particolare sulla coesione economica e sociale, e quindi sull' integrazione comunitaria, base indispensabile sia per l'Unione politica che per quella economico-monetaria. I ritardi maggiori - ha concluso Santer - si registrano proprio nel settore della dimensione sociale, motivo che ha spinto i membri del Consiglio europeo ad invitare i ministri interessati ad accelerare i relativi lavori poiché senza un adeguato livello di solidarietà sarà impossibile creare una vera Unione europea.

Tali considerazioni sonoo state in gran parte riprese dal ministro degli esteri Jacques Poos, che ha svolto un bilancio della presidenza lussemburghese insistendo sul ruolo della cooperazione politica europea nel contesto internazionale, in particolare per la recente crisi jugoslava. L'oratore ha poi ricordato l'accordo raggiunto in materia fiscale per il riavvi-cinamento dei tassi IVA e la Convenzione sottoscritta dai Dodici sul diritto d'asilo, ulteriore passo avanti per la libera circolazione delle persone. Infine la decisione di gestire a livello comunitario, la produzione ed il commercio d'armi costituisce una prima applicazione pratica di una politica estera e di sicurezza comune.

L'intervento di Delors

l'importanza del lavoro svolto dalla presidenza lussemburghese è stato sottolineato dal presidente dell'Esecutivo Jacques Delors. In relazione ai progressi verso la realizzazione del mercato unico vi è da sottolineare come con la presidenza lussemburghese si sia toccata la cifra di 200 direttive adottate, delle 292 previste. In particolare si è arrivati all'accordo politico sull'armo-nizzazione delle imposte indirette e si è registrato un forte impulso per il dossier sulla libera circola-zione delle persone, sia con l'adozione della convenzione sul diritto d'asilo sia con l'accordo di massima sulla convenzione relativa alle frontiere esterne.

Circa poi le Conferenze inter-governative il presidente Delors ha ribadito l'importanza del recente Vertice europeo di LLussemburgo dove si è preso l'impegno per una decisione su entrambe le Conferenze al prossimo Consiglio europeo di Maastricht. Le difficoltà per l'Unione economica e monetaria risiedono tuttora sull'evoluzione verso la tappa finale, mentre per l'Unione politica si incentrano su cinque punti: il concetto di politica estera comune, quella di difesa comune, l'estensione dei poteri del Parlamento europeo nonché del voto a maggioranza qualificata in seno al Consiglio ed infine il contenuto di una vera dimensione sociale.

I pareri dei gruppi politici

Jean-Pierre Cot (SOC F) ha ribadito le richieste più volte avanzate dall'Assemblea in merito alla legittimità democratica comunitaria ed ha insistito affinché al Parlamento venga attribuito un effettivo potere legislativo di codecisione, a parità di poteri con il Consiglio, il quale ultimo dovrà in futuro votare a maggioranza. La Commissione dovrà poi sottoporsi ad un doppio voto di investitura del Parlamento. In tal senso vanno respinte le proposte formulate dalla presidenza lussemburghese in merito al potere di codecisione che prevedono solo un limitatissimo campo d'applicazione della stessa.

Giudizio positivo sui risultati della presidenza lussemburghese, è stato espresso da Nicolas Estgen (PPE L) che ha sottolineato le difficoltà internazionali a cui essa ha dovuto confrontarsi durante il suo semestre.

Gli stessi concetti sono stati esposti da Lydie Wurth-Polfer (LDR L), che ha però messo l'accennto sull'insuccesso del Vertice di Lussemburgo in tema di Unione politica, dove alcuni Stati membri hanno posto ostacoli alla realizzazione di una vera politica di difesa comune. L'oratrice, lamentando il fatto che si sia ancora rimandata la soluzione della questione della sede delle istituzioni europee, ha proposto la creazione di un comitato di saggi, costituito da personalità riconosciute a livello europeo, che abbia il compito di fare proposte concrete sull'argomento.

Negativo il giudizio sul semestre lussemburghese espresso da Maria Adelaide Aglietta (VERDI) soprattutto in tema di Unione politica che rischia solo di creare un'involuzione nella Comunità.

Sulla stessa lunghezza d'onda si è posto Biagio Di Giovanni (PDS), che ha lamentato la mancanza di un salto di qualità verso un'Europa democratica di fronte alle sfide rappresentate dall'accelerazione della storia. Sarebbe stato necessario invece stabilire i tre principi fondamentali della co-decisione, del ruolo politico dell' Esecutivo, della generalizzazione del voto a maggioranza in seno al Consiglio.

L'insuccesso totale della presidnza lussemburghese si misura soprattutto - secondo Yvon Blot (DR F) - nel campo della politica internazionale dove non si è prevista per niente la gravità della situazione jugoslava prima dello scoppio della guerra civile. A tale ultimo proposito, dato che non è possibile censurare il Consiglio europeo, il gruppo delle destre europee ha presentato la mozionee di censura nei confronti dell'Esecutivo, che verrà discussa oggi pomeriggio.

A sua volta insoddisfatto del Consiglio europeo si è dichiarato Alexandros Alavanos (CS GR). In particolare in tema di Unione europea sarebbe stato necessario ridurre il deficit democratico.

Secondo Dorothée Piermont (ARC D) la presidenza lussemburghese ha marcato il suo insuccesso soprattutto sulla questione jugoslava dove ha riaffermato il principio dell' intangibilità delle frontiere, negando il principio dell'auto-determinazione.

Critiche ai governi dei Dodici per la loro incapacità di accordarsi sulle richieste formulate dall' Assemblea sono state rivolte da Emilio Colombo (DC) il quale ha poi evidenziato la confusione che ancora caratterizza il futuro dell'Unione, gli scarsi progressi in materia di democraticità, in particolare per quanto concerne la codecisione e la parità di poteri tra Parlamento e Consiglio, e la difficoltà dimostrata dalla Cooperazione politica di comprendere l'evoluzione in corso in Jugoslavia dove la futura federazione dovrà rispettare la sovranità dei singoli Stati e i diritti delle minoranze.

La futura Comunità politica, che sostituirà quella economica attuale, dovrà - secondo Antonio La Pergola (PSI) - sanare le disuguaglianze esistenti, aprire ulteriormente la Comunità agli altri paesi europei, far sì che gli Stati membri possano finalmente esprimersi con una voce unica in materia di politica estera. In tale contesto va denunciato il tentativo di non far partecipare il Parlamento europeo alla revisione dei trattati.

 
Argomenti correlati:
stampa questo documento invia questa pagina per mail