Roma, 26 luglio - "Stefano Ghirelli, 18 anni, 25 grammi di hashish per le vacanze, è stato assassinato dalla legge Craxi-Jervolino e dallo spudorato sostegno ad essa fornito dalla Corte Costituzionale.
Ogni tentativo da parte della stampa di scaricare la responsabilità di questa morte su di un singolo magistrato è indegno. E' la legge sulla droga che esige, nel suo spirito e nella sua lettera questi sacrifici umani.
Stefano è morto anche per la negligenza gravissima dei suoi custodi della prigione di Ivrea, e qualcuno dovrà essere giudicato di fronte a un tribunale per questo. Ma la sua vita perduta, come la vita rovinata di migliaia di ragazzi simili a lui, è la tassa che l'Italia civile deve pagare all'Italia dell'intolleranza, l'Italia di Craxi e dei clericali, di Di Gennaro e Don Gelmini, di Muccioli e del Tg2.
E' l'Italia che pretende di rimuovere i suoi problemi, il suo disordine, la sua corruzione, la sua indifferenza a colpi di legge e di pene, di galera e di viaggi a Lourdes".