I sottoscritti interpellano il Governo per conoscere - premesso che
- al destino del processo di trasformazione democratica in URSS è legata in modo indissolubile la speranza di costruire un nuovo ordine internazionale democratico e di pace;
- si dimostra più che mai vero in queste ore che la sorte della democrazia in URSS non è un "affare interno" di quel paese, ma è il fulcro della questione democratica nel mondo, e si pone perciò come problema che appartiene a ogni democrazia e a ogni democratico, come problema di cui ogni democrazia e ogni democratico hanno il dovere e il diritto di farsi carico;
- è palese come la destituzione del presidente Gorbaciov sia assolutamente illegale, anche e proprio sulla base delle norme costituzionali invocate dagli autori del colpo di stato e sulle quali essi dichiarano di fondare la legittimità del loro potere;
- contro la dittatura militare, a difesa del diritto, si leva in URSS la resistenza popolare nonviolenta, sollecitata e coordinata dai governi legittimi, democraticamente eletti, di numerose repubbliche,in primo luogo quella russa, e da quei governi giunge l'appello all'occidente perché esso non avalli in alcun modo il potere golpista;
- in queste circostanze ogni gesto di anche tacita acquiescenza o, peggio, di riconoscimento al potere golpista equivarrebbe a un concreto, attivo schierarsi contro le forze democratiche e contro la legalità in URSS, nel momento in cui la battaglia è pienamente in corso, e non è lecito ad alcuno darne per scontato l'esito;
- è anzi indispensabile che l'Italia e la Comunità Europea dimostrino, con urgenza e con atti concreti, la volontà di contrastare il colpo di stato con il quale il "Comitato per lo stato di emergenza" ha destituito gli organi legittimi dell'URSS e soppresso i diritti politici e civili sanciti da organismi rappresentativi;
- è necessario, in quest'ottica, che la ferma condanna del colpo di stato in URSS sia accompagnata da misure che indichino modo inequivoco l'indisponibilità dei paesi democratici a collaborare con gli usurpatori del potere legittimo sovietico,
1) se, come coerenza democratica impone, il governo intenda chiarire solennemente che l'Italia considera tuttora come presidente legittimo dell'URSS Mikhail Gorbaciov, e nega pertanto ogni riconoscimento di legittimità al "Comitato per lo stato di emergenza" e ai poteri che intendono soppiantare con la violenza e l'arbitrio gli ordinamenti costituzionali del paese;
2) se, e con quali iniziative, il Governo abbia operato e intenda impegnarsi perché la Comunità Europea assuma la medesima linea di condotta;
3) se, per dare la necessaria efficacia e credibilità a questo indirizzo, il governo abbia già deciso, o non intenda immediatamente annunciare, la sospensione di tutti gli accordi di cooperazione economica con l'URSS finché non vi vengano ristabilite condizioni di legittimità costituzionale e democratica;
4) quali iniziative il governo abbia intrapreso per ottenere che siano rispettati gli impegni assunti dall'URSS nell'ambito della CSCE e dei trattati per la tutela dei diritti umani, e in particolare per ottenere che il presidente Gorbaciov sia immediatamente liberato e possa parlare alla cittadinanza sovietica.
STRIK LIEVERS
CORLEONE
BOATO
MODUGNO
Roma, 20 agosto 1991