SINTESI DEGLI INTERVENTIBologna, 14 settembre 1991
Si è svolta questa mattina, presso l'hotel Jolly di Bologna, la sessione speciale del Consiglio generale del Cora, sul tema "Antiproibizionismo sulla droga e politica criminale contro la mafia dopo l'assassinio a Palermo di Libero Grassi".
Dopo l'introduzione di Marco Taradash, segretario del Cora, che ha ricordato che l'impegno antiproibizionista è anche impegno per una società diversa, fatta di cittadini e non di sudditi, è stata letta la lettera che Pina Grassi, moglie di Libero Grassi, assassinato dalla mafia per non aver voluto pagare il "pizzo", ha indirizzato al consiglio generale del Cora.
UMBERTO SANTINO, direttore del centro "Impastato" di documentazione sulla mafia di Palermo, ha ripercorso la vicenda di Libero Grassi e ha sostenuto la necessità dell'analisi e della ricerca scientifica per modificare radicalmente l'immaginario e la prassi della lotta contro la mafia.
GIUSEPPE DI LELLO, giudice istruttore a Palermo, ha indicato nell'abolizione del segreto bancario il mezzo risolutivo nella lotta al riciclaggio e su questo aspetto fondamentale ha insistityo anche FRANCO MISIANI, magistrato, già assistente dell'Alto Commissario antimafia.
GHERARDO COLOMBO, magistrato a Milano, si è detto convinto che i problemi connessi alla criminalità hanno ben poco a che vedere con la soluzione penale. Se la devianza si organizza perchè il fine è l'accumulazione di ricchezza e di potere, ha detto Colombo, allora è necessario annullare gli interessi patrimoniali e di potere delle organizzazioni mafiose.
Lo storico NICOLA TRANFAGLIA, nel suo intervento, ha spostato l'attenzione sulla reazione emotiva in favore di una maggiore repressione che viene anche dall'opinione pubblica "progressista". Secondo Tranfaglia, ciò si deve all'esplosione di fenomeni sociali complessi a cui le forze di opposizione non sanno dare serie risposte politiche. E' necessaria dunque una forte campagna culturale per contrastare le illusioni delle tentazioni repressive.
AMATO LAMBERTI, direttore dell'osservatorio sulla camorra, sulla base della sua lunga esperienza di ricerca nella realtà napoletana, si è detto convinto che la legalizzazione delle droghe rappresenta le via sia per colpire il motore dello sviluppo mafioso, che per ridurre il consumo.
Traffico di droga, appalti, sistema elettorale sono, secondo RAIMONDO CATANZARO, sociologo dell'istituto "Cattaneo" di Bologna, i punti principali per un intervento di politica antimafia. CATANZARO ha svolto la sua relazione a partire dalla situazione concreta di una realtà come quella di Catania.
Il sociologo LUIGI MANCONI ha voluto evidenziare come il dibattito abbia definito il ruolo del mercato della droga nell'organizzazione criminale dimostrando che il terreno per affrontare il problema della droga è quello della "questione-droga" come "questione-criminalità organizzata".
MARCO PANNELLA, intervenendo in conclusione di dibattito, ha invitato a non illudersi che il valore scientifico e culturale di un'idea determini necessariamente la sua presa sull'opinione pubblica. Secondo PANNELLA, il divorzio tra scienza e politica, cultura e potere, che caratterizza la società contemporanea, spesso determina l'esatto contrario. PANNELLA ha anche ricordato come i radicali, da radicali, sanno bene che il problema della mafia, come altri, si potrà risolvere solo con una tenace politica di lunga scadenza.
Al termine dei lavori è stato presentato un documento in cui, preso atto del fallimento del proibizionismo sulla droga, si afferma l'urgenza che la posizione antiproibizionista vada assunta come uno dei riferimenti necessari di ogno politica sulla droga e contro la mafia"; i firmatari si augurano quindi che il Governo accetti di porre una discussione aperta sugli esiti del proibizionismo e sulle prospettive della legalizzazione.