Al Presidente, al Direttore Generale, alle reti e testate della RAI-TV

e, p.c.

al Presidente della Repubblica

ai Presidenti della Camera e del Senato

al Presidente della Commissione di Vigilanza

al Procuratore Capo della Repubblica di Roma

ai direttori dei quotidiani italiani

Roma, 20 settembre 1991

Signori,

è in corso di svolgimento a Roma, da ieri, il Consiglio Federale del Partito radicale. Il solo elenco dei suoi membri e dei partecipanti rappresenta sul piano politico e giornalistico un fatto singolare, nuovo, una "notizia". Dal vice-presidente della Repubblica slovena, il poeta e saggista Cyril Slobec al Commissario della CEE Ripa di Meana oltre a noi relatori a deputati del Soviet Supremo, o italiani, o eurodeputati, sono sin qui intervenuti.

E' stato tra l'altro dato l'annuncio ufficiale della presentazione da parte del Partito radicale di un referendum per l'abrogazione del finanziamento pubblico dei partiti.

In questa occasione la violazione della legge, sia di quella fondamentale, la Costituzione sia della legge cosiddetta "di riforma" della RAI-TV, sia di norme del codice quali quelle che puniscono gli attentati ai diritti civili e politici dei cittadini torna ad essere aggressivamente eloquente. Tanto che certamente, abbiamo da fare con una vera e propria associazione a delinquere (sui reati anzidetti) ormai assicurata dall'impunità e il cui comportamento è legge partitocratica, tanto quanto anticostituzionale e antidemocratica.

Non deploriamo l'assenza di quegli spazi minimi di disinformazione, alla quale assenza siamo ormai abituati. Denunciamo la sistematica disinformazione che nei confronti di forze come la nostra, e di tutti i suoi esponenti, italiani o non italiani, cotro la quale dobbiamo continuare, ancorché inutilmente, a rivoltarci.

Sono ormai anni che il Partito radicale rappresenta un fatto singolare non solamente per l'Italia. L'unica cosa che la gente crede è che sia morto, solamente perché è abrogato dall'informazione.

Abbiamo fra di noi delegati africani, tra i quali ex-ministri degli Esteri, capi di partiti democratici; deputati russi in sciopero della fame e anche polemiche interne, come nelle riunioni che ogni giorno, tutte uguali, con i soliti attori e le solite parole che sono anche quelle proprie ai giornalisti di regime.

Potreste magari tentare di cavarvela dando atto solamente dei dissensi. E' uno dei vostri trucchi tradizionali.

Distinti saluti

Sergio Stanzani Emma Bonino Marco Pannella Paolo Vigevano