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Agora' Agora - 9 ottobre 1991
PENA DI MORTE IN URSS: AGGIORNAMENTO FIRMATARI APPELLO

Sotto l'appello del Pr per l'abolizione della pena di morte in Unione Sovietica, si sono aggiunte le firme di:

PETER SERENCES, Deputato al Parlamento Federale

Gabor BENCSIK, segretario generale dell'Associazione Nazionale dei giornalisti ungheresi

Matyas EORSI, deputato ungherese, Alleanza dei Liberi democratici

BIRGITTA HAMBRAEUS, parlamentare svedese, Partito di Centro

HENRI SIMONS, deputato belga (lettera: "Ho ricevuto la vostra lettera del 9 settembre e tengo a dirvi che appoggio la vostra iniziativa. Quindi esprimo il mio consenso e la mia adesione all'appello per la interdizione della pena di morte nel mondo")

PAUL PATAER, senatore belga (lettera: "Vi confermo volentieri la mia adesione alla campagna parlementare per arrivare all'interdizione effettiva della pena di morte nel mondo, con particolare riguardo in questo momento alla Unione Sovietica")

MICHEL DREYFUS-SCHMIDT, vicepresidente del Senato francese (lettera e fax: "Con la presente mi associo pienamente alla campagna parlamentare mondiale contro la pena di morte in tutti i Paesi ove questa sanzione esista ancora. Oggi tutti i paesi europei hanno cancellato questa sanzione dal loro arsenale repressivo. Nel momento in cui l'idea di un'Europa "dall'Atlantico agli Urali" comincia a divenire un arealtà possibile, è anche tempo che gli stessi principi fondamentali producano gli stessi effetti. E' in nome del rispetto di questi principi che sono a noi comuni che io mi sono impegnato contro la pena di morte. La mia lunga esperienza professionale di avvocato ha costantemente confermato la mia personale convinzione: la pena di morte è barbara, ingiusta, maledettamente irrimediabile e, soprattutto, inutile. E' un secolo oramai che il nostro grande poeta Victor Hugo si rivolse ai cittadini di Ginevra per scongiurarli di abolire la pena di morte. E' quello che avrebbero fatto. Aveva ricordato, con eloquenza,

come, di secolo in secolo, la civiltà aveva fatto progressi, abolendo di volta in volta, la ruota della tortura, il marchio a fuoco, la garrota, l'impiccagione... In Francia, le esecuzioni con la ghigliottina, all'inizio, erano pubbliche; si tagliavano le mani ai parricidi. Dopo, le esecuzioni hanno avuto luogo nelle prigioni, al mattino presto, lontano dalla folla di curiosi trai quali si celavano i futuri criminali... La ghigliottina oggi non esiste più e io sono fiero che nessun boia pesi sul bilancio del mio paese. Oltre che barbara, la pena di morte è anche foretmente ingiusta: l'uomo che viene giustiziato non è più lo stesso che è stato condannato dieci o quindici anni prima. Quest'uomo che si è giustiziato talvolta si è anche rivelato innocente: ma la pena di morte è irrimediabile e non consente di riparare l'errore giudiziario da cui nulla c'è a garanzia. Allora è la stessa istituzione giudiziaria a perdere la fiducia che ogni onesto cittadino aveva ritenuto di poter riporre in essa. Al dilà di ques

ti principi fondamentali che condannano gli atti barbari quali essi siano e ogni forma di ingiustizia, il mantenimento della pena di morte non regge ad un esame obiettivo. Stante l'esperienza, si è potuto constatare che la pena di morte è inefficace sul piano della politica criminale: non è mai stata dissuasiva e la criminalità non è diminuita negli stati che la applicano, non più di quanto sia aumentata in quelli che l'hanno abolita.")

 
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