Roma, 11 ottobre - Sebastiano Rolando, un ragazzo di 24 anni di Biella, è l'ennesima vittima della legge Jervolino-Vassalli. Si è suicidato col gas di scarico della propria auto perché denunciato per il possesso di un grammo di eroina.
Dopo i suicidi in carcere della scorsa estate continua dunque il dramma dei ragazzi denunciati o messi in carcere per pochi grammi di droga.
Il decreto Martelli, la tanto sbandierata "interpretazione autentica" della legge, approvato definitivamente dal Parlamento pochi giorni fa, dunque non serve a niente. Rinvia solo il problema, scaricando sui giudici e sulle forze di polizia la responsabilità dell'applicazione di una legge assurda, che continua a provocare drammi e tragedie, ma che lascia sostanzialmente indisturbati i trafficanti, mentre dilaga il potere della criminalità organizzata.
Non è nostra intenzione speculare su questa nuova tragedia, ma questa situazione va denunciata proprio di fronte ai toni entusiastici del ministro Jervolino e del prefetto Soggiu per i quali la bontà della legge è fuori discussione. La morte di Sebastiano Rolando, come quella di tanti altri, poteva essere evitata se solo la politica sulla droga nel nostro paese fosse condotta con ragionevolezza e lungimiranza. E' l'ora di riflettere seriamente sui guasti prodotti dal regime proibizionista e di cambiare strada, come già alcune città europee hanno deciso di fare.
Il referendum promosso dal Cora e dal Partito Radicale per l'abrogazione delle sanzioni penali nei confronti dei consumatori di droghe e contro le limitazioni alla libertà terapeutica dei medici, va in questo senso. E ci auguriamo che quelle forze politiche e sociali che più hanno sostenuto l'attuale legge prendano finalmente in considerazione quelle ragionevoli proposte di cui il Cora si è fatto promotore in questi anni e che all'estero stanno divenendo oggetto di attenta e seria sperimentazione.