Nelle ultime fasi della seduta notturna di ieri, il Senato ha discusso un ordine del giorno sui problemi della ex-Iugoslavia - primo firmatario il radicale Strik Lievers - presentato da senatori di diversi gruppi, fra cui i democristiani Orlando, capogruppo in commissione esteri, Andreatta, presidente della Commissione Bilancio, Toth, Zecchino, presidente della Giunta per gli Affari Europei, i repubblicani Ferrara e Covi, presidente della Commissione giustizia, il verde Boato e il liberale Fiocchi. L'ordine del giorno, fra l'altro, denunciando che "ogni ulteriore indugio nel riconoscimento delle nuove realtà indipendenti" incoraggia i serbi a proseguire la conquista militare per determinare il fatto compiuto, chiedeva il riconoscimento di Croazia e Slovenia. Si chiedevano inoltre l'immediata convocazione del Consiglio di Sicurezza dell'ONU, l'invio dei caschi blu nelle zone contese, l'embargo e il boicottaggio economico totale della Serbia ove l'aggressione prosegua, l'offerta di garanzie sovrannazionali
per le minoranze in tutte le repubbliche ex-iugoslave.
Sull'ordine del giorno si è svolto un dibattito teso, che ha visto l'emergere di contrapposizioni che tagliano sia le opposizioni che la maggioranza. Contro l'odg, e per la conferma senza correzioni della linea sin qui seguita dal governo, l'indipendente di sinistra Riva, Boffa (PDS) e il socialista Achilli; a sostegno, Strik Lievers, Toth, Orlando e Boggio. Assente il ministro degli Esteri, il Governo per bocca di Cirino Pomicino ha chiesto che non si giungesse a un voto affrettato, annunciando la disponibilità del Governo per un dibattito in Aula nei tempi più brevi. Su questo presupposto, i presentatori hanno accettato di ritirare l'ordine del giorno.
17 novemre 1991