Dichiarazione di Peppino Calderisi
"Non sono tra coloro che demonizzano la presenza dei partiti nelle iniziative referendarie che mirano a riformare il sistema dei partiti. Questo comporta certamente il rischio della strumentalizzazione e del trasformismo, ma sarebbe sbagliato non mettere alla prova ogni tentativo, per quanto difficile, di autoriforma.
C'è però almeno una questione da porre con assoluta fermezza: quella di esigere chiarezza e coerenza rispetto agli obiettivi e ai contenuti effettivi dei quesiti referendari.
Il PDS annuncia il "soccorso rosso ai referendum". L'espressione è decisamente infelice. Ma quello che preoccupa molto di più è la distanza sostanziale tra il quesito referendario per il sistema uninominale-maggioritario (con un lieve correttivo proporzionale) e la proposta di riforma elettorale del PDS imperniata su un falso collegio uninominale (simile a quello attualmente in vigore per Il Senato) e sulle schema demitiano delle coalizioni e del premio di maggioranza (o di colazione che dir si voglia).
Insieme alle firme deve allora venire anche la chiarezza sugli obiettivi del Comitato promotore dei referendum elettorali. Come ho già affermato per l'adesione di De Mita, i cittadini che firmano hanno diritto di sapere se i referendum li porteranno a incontrare Dahrendorf a Oxford o se invece saranno utilizzati per una modifica elettorale consociativa DC-PDS."