(Corrispondenza di P.Lucchesi per AGL) Giornata piu' tranquilla delle precedenti su quasi tutti i fronti croati, quella di oggi, con un'importante eccezione: continua infatti l'attacco dell'esercito serbo-federale a Osijek. Un ultimatum e'giunto dal capo delle milizie serbe Arkan, che chiede la resa incondizionata della citta', "altrimenti per voi e' la fine, verremo a liberare i quarantamila serbi di Osijek". Questa mattina le artiglierie avversarie che circondano da tre lati la maggiore citta' della Slavonia orientale (circa 120.000 abitanti) hanno ricominciato il bombardamento sulle zone industriali, residenziali, sul centro citta'. La lista dei morti e dei feriti si allunga ogni giorno, perche' gli attacchi sono imprevedibili, le granate possono cadere ovunque: cosi' in mattinata due persone sono rimaste uccise e numerose altre ferite da un proiettile caduto su un distributore di benzina; verso sera il bilancio delle vittime era di tre morti e quindici feriti. Quel che si teme ora pero' e' l'attacco frontale, gia' iniziato sul fronte sud
: dopo la cattura di Ernestinovo, uno dei tre villaggi su cui si impernia la difesa di quella zona, i federali hanno circondato Laslovo con nutrite unita' corazzate. La radio croata oggi era particolarmente reticente su questo punto, ma anche se negli ultimi giorni insiste sulla decisione dei difensori e' chiaro che la fuga da Osijek ha ormai raggiunto proporzioni da esodo: non scappano solo vecchi, donne e bambini, ma anche uomini validi e questo sta creando grossi problemi alla difesa.
Negli ultimi giorni le fonti ufficiali croate sono avare di notizie anche sulla situazione del fronte Vinkovci-Zupanja, una linea di un centinaio di chilometri adiacente alla frontiera con la Serbia e la Bosnia, oltre la quale gli avversari ammassano truppe ed armi e si preparano all'avanzata finale che dovrebbe spazzare ogni resistenza e completare la conquista della Slavonia orientale. Radio Zagabria da qualche giorno da' notizia solo di bombardamenti e sparatorie sporadici, ma e' difficile comprendere quale sia la situazione reale. La caduta di Vukovar ha messo in luce tutta la drammaticita' della divisione politica e militare interna alla Croazia, i contrasti fra il comando generale e le milizie "HOS" del partito della destra e lo scarso coordinamento fra Zagabria e la Slavonia orientale.
Su questo piano oggi la situazione era peggiore che mai, dopo il discorso televisivo del presidente Tudjman, che domenica sera ha accusato il comandante della difesa di Vukovar di essere una spia dei servizi segreti militari, in combutta col leader del partito della destra Dobroslav Paraga, contro il quale oggi la procura generale ha aperto un'istruttoria. Paraga infatti e' accusato di attivita' criminali contro la repubblica croata, ovvero rivolta armata e detenzione illegale di armi ed esplosivi; numerose accuse sono state sollevate anche contro le sue milizie, che erano un fattore principale nella difesa di Vukovar e sono ancora presenti sui fronti della Slavonia orienta. Accuse piene di contraddizioni, che hanno lasciato l'opinione pubblica croata piu' divisa che mai. Diviso anche il governo croato, che oggi e' rimasto in seduta a porte chiuse con la presidenza di Tudjman in persona fin dalle undici di mattina: nessuna notizia ufficiale e' giunta durante la giornata sulla seduta dalla quale gli ambi
enti della difesa si attendevano la dichiarazione della mobilitazione generale; tuttavia a Zagabria si sa che diversi ministri espressi dai partiti di opposizione avevano posizioni molto critiche nei confronti di Tudjman. L'arresto di Paraga e' stato giudicato dalla maggior parte dei partiti un segno preoccupante di evoluzione autoritaria della politica del presidente, e le sue accuse televisive hanno appesantito ancor piu' l'atmosfera.
Mentre Zagabria e' alle prese con le sue difficolta' politiche interne, le citta' dalmate prendono fiato. Il console generale d'Italia a Zagabria, Salvatore Cilento, ha confermato l'apertura di un corridorio umanitario Ancona-Zara, e ha annunciato, dopo la sua visita alla citta' dalmata domenica, che l'Italia accogliera' quattromila profughi che saranno evacuati fra breve. A Zara non si spara piu' da qualche giorno e anche a Dubrovnik e' trascorsa un'altra giornata tranquilla, anche se le autorita' croate denunciano l'arrivo di nuovi rinforzi ai federali nel villaggio di Mokosica, a pochi chilometri dalla citta'. Invece a Sebenico e Spalato e' iniziata l'evacuazione delle caserme ancora in mano ai federali, e oggi continuera' lo sgombero di quelle intorno a Zagabria, deciso nei negoziati quotidiani a Zagabria fra esercito e governo croato, che stanno anche concordando uno scambio di prigionieri.