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Il Corsera - 29 aprile 1995
EMMA BONINO: SONO IN LIBERTA' PROVVISORIA DA 20 ANNI

di Andrea Bonanni

29 aprile 1995

IL CORRIERE DELLA SERA

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SOMMARIO. Intervista a Emma Bonino, dopo l'intervento del Presidente della Corte Costituzionale Baldassare, sull'aborto. Bonino ripercorre le vicende che portarono al suo arresto e denuncia, e ricorda quali furono i veri termini culturali e politici dello scontro che si svolse sul tema negli anni '70. Bonino chiede un ampio dibattito sui temi etici sollevati da una serie di questioni nuove (bioetica, ecc.), ma auspica che il dibattito favorisca la crescita dello spirito laico, e non il contrario.

BRUXELLES - "Questo riaccendersi delle polemiche sull'aborto mi ricorda che sono sempre in libertà provvisoria".

Nel suo grande ufficio luminoso al decimo piano del palazzo Breydel, la commissaria europea Emma Bonino ha appena ricevuto il sottosegretario italiano al Bilancio Giorgio Ratti, ma le sue nuove responsabilità non le fanno certo dimenticare i giorni della militanza abortista.

Guardi che se, se lo scrivo, poi magari l'arrestano...

"Lo scriva, lo scriva. del resto mi sono già autodenunciata una volta. Mi feci arrestare al seggio elettorale di Bra, nel giugno '75. Ero ricercata per associazione a delinquere e procurato aborto. Mi autodenunciai al mio vecchio maestro, che era presidente del seggio. Feci un mese di galera alle Murate di Firenze. Poi venni liberata ed eletta in Parlamento, ma non ho mai subìto il processo. E sa chi era il giudice?"

No.

"L'onorevole Casini. Sì, proprio lui, il magistrato che adesso è eurodeputato del PPI. Da allora le nostre strade si sono sempre incrociate, prima a Roma e poi a Bruxelles. I nostri rapporti sono ottimi. Anche se credo che, potendo, mi farebbe arrestare di nuovo".

Che impressione le fa questo riesplodere della polemica sull'aborto?

"Ho una netta impressione di deja vu. Le motivazioni del presidente della Corte Costituzionale Antonio Baldassarre sono le stesse che furono al centro del grande dibattito degli anni '70. Forse la Pivetti non se ne ricorda perchè è troppo giovane, beata lei".

Baldassarre, però, parla della "filosofia di morte degli anni '70"...

"Questo mi stupisce. Semmai la legge sull'aborto è stata il primo frutto della cultura di uno Stato laico: il superamento dello Stato etico, in cui quello che è considerato peccato è anche reato. Non vorrei che questo dibattito segnasse un ritorno alla vecchia concezione".

Non crede che in questi vent'anni possa esserci stato un mutamento nella sensibilità dell'opinione pubblica?

"Non direi. L'opinione pubblica italiana sarà magari in larga misura religiosa. Ma è anche laica e tollerante. Il fatto è che certe conquiste civili, come il divorzio o l'aborto, ormai sono date per scontate. I giovani non si pongono nemmeno il problema. E' un po' come l'Europa: ce la siamo trovata in eredità e non ci preoccupiamo di difenderla".

E allora come mai questa recrudescenza?

"Non a caso questo succede a poche settimane dall'enciclica del Papa. Da una parte c'è una ripresa dell'integralismo cattolico, che paradossalmente è frutto anche della scomparsa della Dc e della sua funzione moderatrice e pragmatica rispetto ai movimenti confessionali. Dall'altra parte le sinistre, oggi come e più di ieri, sono all'inseguimento dei voti cattolici. Sono curiosa di vedere che cosa dirà Prodi".

Ma lei, in questi vent'anni, non è mai stata sfiorata dal dubbio di aver fatto una battaglia sbagliata?

"Mai. Anzi ci sono cose, in quella legge, che andrebbero chiarite e che non mi sono mai piaciute. Per esempio il fatto che l'aborto sia depenalizzato solo a certe condizioni, ma che non si dica con chiarezza se è o no un reato penale".

Dunque questo è un dibattito inutile?

"Più che altro un dibattito vecchio. Tutti gli argomenti, pro e contro, sono già stati esposti e discussi in lungo e in largo. Semmai, mi piacerebbe che si aprisse un altro dibattito, reso necessario anche dai nuovi problemi posti dalla bioetica: una discussione ampia sui rapporti tra le libertà individuali e il diritto dello Stato a legiferare. Oggi siamo di fronte a una rinnovata tendenza dello Stato etico a legiferare su tutto: l'autodeterminazione delle donne in materia d'aborto o il consumo delle droghe o le questioni sollevate dalla biogenetica. E secondo me è una tendenza molto, molto pericolosa".

 
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