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Agora' Agora - 28 novembre 1991
CROAZIA: CONTINUA IL BOMBARDAMENTO DI OSIJEK. IL GOVERNO CROATO ACCUSA L'ESERCITO DI TENER PRIGIONIERE PIU' DI UNIDICIMILA PERSONE.
(Corrispondenza di P.Lucchesi per AGL)

Zagabria 28.11.91 - Gli osservatori della CEE non vanno a Osijek poiche' temono per la loro sicurezza. Preoccupazione giustificata, perche' le granate e i missili dell'armata federale che circonda e bombarda la citta' non risparmiano nessuno. Quattro delle diciannove persone uccise negli ultimi due giorni erano malati dell'ospedale di Osijek, colpito e gravemente danneggiato dalle bombe. Questa mattina le autorita' cittadine hanno fatto sapere che durante la notte contro il centro citta' sono stati lanciati razzi multipli a lunga gittata, che portano fino a cento chili di esplosivo ciascuno. I botti dei proiettili sono ormai una colonna sonora costante: anche oggi, dopo una mattina relativamente calma, la giornata di Osijek e' stata ritmata da questa musica infernale. Il governo croato chiedera' alla Cee di aprire una sede permanente degli osservatori comunitari a Osijek, e alla Croce Rossa internazionale di assumersi la gestione dell'ospedale per salvarlo dai bombardamenti. Anche l'Unicef, Medecins sans fro

ntieres e i Cavalieri di Malta sono invitati a stabilire missioni permanenti nella capitale della Slavonia orientale.

Dalle zone occupate fra Vukovar e Vinkovci, dove l'armata federale non permette di far giungere l'occhio di osservatori esterni, giungono storie al limite dell'incredibile. Secondo la gente che in questi giorni continua a fuggire come puo' attraverso i boschi e i campi di grano, il territorio occupato si sta trasformando in un immenso campo di lavori forzati per la gente rimasta laggiu'. Non e' possibile confermare ne' smentire: lo stato maggiore dell'esercito non permette ai rappresentanti della Croce Rossa stazionati a Belgrado di visitare i campi in cui sono tenuti prigionieri i civili. Secondo le fonti croate sono tanti, praticamente tutti gli abitanti di Vukovar che ancora mancano all'appello: 11.300 persone, 347 feriti e malati, 620 soldati croati e i 156 membri del personale sanitario dell'ospedale di Vukovar. Queste persone non figurano nella lista presentata ieri, al negoziato quotidiano, dal generale Raseta, rappresentante dell'armata federale. Inoltre, la Croce Rossa internazionale ha giudica

to che la lista comunque contravveniva ai principi della convenzione di Ginevra sui prigionieri di guerra perche' comprende persone che non dovrebbero affatto trovarsi in cattivita': donne, anziani, ragazzi. Le trattative su questo punto si sono interrotte e ai federali e' stato richiesto di presentare domani una nuova lista, questa volta completa.

Difficolta' anche nelle trattative sullo sgombero delle caserme della zona di Zagabria: il negoziato era stato interrotto nella serata di ieri perche' i federali accusavano i croati di aver catturato una cinquantina di trasporti militari, spariti lungo il viaggio dalla Bosnia da dove erano stati inviati per caricare le armi da trasferire. I croati sostenevano invece che gli autisti erano semplicemente fuggiti una volta giunti in territorio croato, ma comunque hanno promesso un'inchiesta. Domani proseguira' lo sgombero della maggiore caserma di Zagabria, la "Marsal Tito', da dove dovrebbero partire 300-400 veicoli.

Il fatto che i federali abbiano ottenuto di partire con tutto l'equipaggiamento e gli armamenti ha suscitato abbastanza scontento nell'opinione pubblica croata, visto che comunque le operazioni dell'armata proseguono sui fronti della Slavonia orientale e occidentale (ieri le artiglierie federali hanno attaccato Vinkovci, Pakrac, Nova Gradiska e Novska). Il presidente Tudjman e' percio' comparso nuovamente alla televisione per spiegare perche' il governo di Zagabria ha accettato queste condizioni: "Dall'inizio cerchiamo di evitare il conflitto totale perche' sappiamo di non avere la forza di difenderci con le armi, e abbiamo bisogno dell'aiuto internazionale. La Cee ha trovato valide le ragioni dei federali che ci accusano di aver preso armi da loro depositi e caserme catturati. E' un fatto che non possiamo negare, non avevamo altra scelta per difenderci. Ma ora abbiamo accettato che l'esercito porti con se' gli armamenti perche' abbiamo chiesto e ottenuto che gli osservatori Cee controllino che non sian

o adoperati contro di noi". Importante l'affermazione di Tudjman che la Croazia accettera' la presenza delle forze di pace internazionali non solo alle sue frontiere con la Serbia e la Bosnia, ma anche nelle zone di crisi, ovvero nei territori gia' occupati dai federali.

 
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