"Durante il dialogo tra il Presidente della Repubblica ed il sottoscritto è restato in sospeso un punto preciso, a proposito del quale ho detto: "per ora limitiamoci a constatare che ci troviamo parola contro parola, la tua e la mia". Cossiga, infatti, aveva affermato che io sarei andato da lui per chiedergli di premere sui giudici della Corte Costituzionale a favore dell'ammissione dei referendum elettorali. Basta che il Presidente Cossiga faccia fare una semplice ricerca e constaterà che ci siamo visti due o tre ore prima che la Corte emanasse la sua ordinanza, quando era ormai riunita da molto tempo in "Camera di Consiglio". E' evidente, quindi, che il Presidente Cossiga ricorda molto male. Semmai è vero che lui mi accennò che si poteva "stare tranquilli" per il referendum sulla preferenza unica. Del che notoriamente a me importava men che niente. Il che, ben al contrario, mi fece intendere che il Presidente avesse, come dire?, le sue "impressioni" sulle predisposizioni della Corte.
Per il resto ringrazio pubblicamente il Presidente per le sue pubbliche e tassative dichiarazioni sul fatto che fino al 10 gennaio potremo raccogliere e presentare tranquillamente le firme dei referendum, per la sua dichiarazione d'esser favorevole al riconoscimento di Slovenia e Croazia, per la sua solidarietà con i deputati di Dubrovinic e di Osiek, membri del Consiglio Federale del P.R., con me in digiuno, per le espressioni lusinghiere e amichevoli che ha reiteratamente fatto nei miei confronti.
Inoltre approfitterò certamente del suo invito formale ad andare con lui durante i suoi "trasferimenti di esternazione".