I militanti radicali presenti in Croazia per condurre la loro iniziativa nonviolenta sono giunti il 30 pomeriggio ad Osijek, la citta' croata da mesi assediata e nella quale si sono fin qui avuti 3500 feriti e 650 morti, la meta' dei quali civili.
I radicali hanno subito incontrato le autorita' civili e militari della citta', alle quali hanno illustrato il significato dell' azione che intendono condurre sul fronte di guerra con le armi della nonviolenza.
La loro presenza, hanno detto, vuole da una parte rappresentare, di fronte all'indifferenza ed al cinismo dei governi europei, l'urgenza di fermare prima che sia troppo tardi l'aggressione sferrata dall'esercito golpista, e dall'altra prefigurare forme di difesa e solidarieta' internazionale diverse dall' uso delle armi. Inoltre il loro vuol essere un messaggio di dialogo - al di sopra e oltre ogni differenza nazionale - nel segno della democrazia, rivolto ai militari dell' esercito ex-federale, prime vittime dell' oppressione e dell' odio.
Nella notte di Capodanno i parlamentari Marco Pannella, Roberto Cicciomessere, Alessandro Tessari, Lorenzo Strik-Lievers, i membri del consiglio federale del PR Olivier Dupuis, Lucio Berte', Josip Pinezic, si affiancheranno, senz'armi, alle forze di difesa croate in tre punti del fronte. Alcuni di loro saranno presenti anche presso le postazioni della brigata internazionale, il cui comandante, Edoardo, e' un iscritto al partito radicale, a Budapest. Renato Fiorelli, consigliere comunale di Gorizia, infermiere, prestera' il proprio servizio presso le strutture di sanita' militare dell' ospedale di Osijek., che e' stato sin ora uno degli obiettivi piu' colpiti dalle artiglierie serbe.
Marco Pannella, nella sua qualita' di deputato europeo, si e' incontrato con gli osservatori della Comunita' europea, presenti attualmente a Osijek.
Nella giornata di domani, primo gennaio, Marco Pannella si rechera' a Nova Gradiska, oggetto in questi giorni di violentissimi bombardamenti.
DICHIARAZIONE DI MARCO PANNELLA
" Materialmente e simbolicamente, politicamente e civilmente, indosso oggi l'uniforme dell'esercito croato perche' dal buon uso di questa uniforme passa oggi la lotta per il diritto alla vita e la vita del diritto, di tutti noi, di noi serbi, di noi albanesi, di noi macedoni, di noi italiani, tedeschi, o francesi, di noi russi o inglesi, di noi europei, degli abitanti del mondo.
Passa l' ideale e la speranza di democrazia e di pace. Sono grato e fraternamente fiero di questo che e' evidentemente un atto di fiducia e una volonta' di onorarci e onorarmi, per quel che il Partito radicale della nonviolenza transnazionale e transpartita, rappresenta e tenta di costruire nel nostro tempo e nella nostra societa'.
Se saremo sufficientemente forti, da queste ore e da questa iniziativa, comincera' ad organizzarsi un sistema di "brigate della nonviolenza", come embrione della forza del diritto internazionale per la tutela dei diritti della persona e dei popoli del mondo.
Come rappresentante del popolo europeo, del Parlamento europeo, con i miei amici eletti democratici o militanti del pratito radicale, siamo qui contro il riproporsi dell' Europa della vergogna che negli anni 30 rese possibile, con il suo cinismo ed i suoi governanti pseudo democratici, allora come oggi, l'affermarsi del fascismo, del nazionalismo, del comunismo, il dilagare delle guerre, dei massacri.
Per questa uniforme che oggi porto ho il dovere di testimoniare del nostro essere croati, europei, anche soldati.
Lo faccio augurando in primo luogo alle donne ed agli uomini serbi di tutte le repubbliche ed ovunque oggi residenti e a tutti i loro cari, un anno di liberta' di democrazia, di pace, di tolleranza, di felicita', di buona salute.
Noi rispondiamo con amore e speranza all'aggressione di chi li vuole aggressori, oppressi, assassini o assassinanti; dalle trincee nelle quali trascorreremo questa notte ed i giorni che verranno, noi lottiamo e lotteremo, anche per loro, da fratelli e sorelle, malgrado lo strazio che ci viene portato e del quale loro sono pressoche' obbligati strumenti.
Denunciamo, infine, la vergogna di un ONU che istiga i serbi a sparare, dichiarando che interverra' solamente quando di fatto la pace sara' in gran parte realizzata.
I nonviolenti, gli antimilitaristi, i federalisti democratici, gli europei, gli internazionalisti, le persone di buona volonta' del partito radicale, transnazionale e transpartito, ecologista, rivendicano l'onore, il dolore, la felicita' di essere su questo fronte per la libera Croazia, la libera Serbia, il libero Kossovo, la libera Macedonia e la libera Bosnia/Herzegovina, la libera Europa. Dove c'e' liberta' e democrazia li' ci sara' pace e tolleranza, giustizia e fraternita'.
Un grazie di gran cuore ai tanti cittadini croati che in queste stesse ore si stanno iscrivendo per dare forza al Partito radicale. Ne abbiamo immenso bisogno.
Vivano, nel 1992, per tutte le donne e tutti gli uomini di questa terra, e della terra, il meglio delle loro speranze, e l'amore se avranno saputo seminarlo e coltivarlo.