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Agora' Agora - 2 gennaio 1992
JUGOSLAVIA: PARLAMENTARI RADICALI AD OSIJEK SCRIVONO A IOTTI E SPADOLINI. "INVIARE SUBITO UNA PRESTIGIOSA DELEGAZIONE NELLA CITTA' CROATA"

Con una lettera inviata ai presidenti di Camera e Senato, Iotti e Spadolini, i parlamentari radicali Roberto Cicciomessere, Sandro Tessari, Lorenzo Strik Lievers e Marco Pannella -che si trovano dal 27 dicembre in Croazia- chiedono che "le Camere della Repubblica italiana inviino subito, prima del 15 gennaio, una prestigiosa delegazione a visitare Osijek investita dal maggio scorso dall'attacco dell'esercito dell'ex Jugoslavia e dalle forze cetniche". "Siamo qui -scrivono gli esponenti del Partito Radicale- non per una visita ma per manifestare la nostra solidarietà attiva con le vittime dell'aggressione schierandoci, da nonviolenti, senz'armi, fra i difensori della città e della Croazia invasa." La continua pressione militare sulla città, osservano ancora i parlamentari radicali, "lascia pensare che esista, da parte degli aggressori, la volontà di occupare, dopo Vukovar, anche Osijek prima del 15 gennaio per porre la Comunità europea di fronte al fatto compiuto". Di qui l'invito rivolto ai presidenti delle

Assemblee. "Sarebbe gravissimo -concludono Cicciomessere, Tessari, Pannella e Strik Lievers- se la Cee e ciascuno dei paesi membri tollerasse che un esercito golpista potesse imporre con la violenza e le stragi la propria volontà contro le decisioni assunte democraticamente da alcune repubbliche." La lettera è stata inviata, per conoscenza, anche ai presidenti delle commissioni esteri sen.Achilli e on. Piccoli.

***********

Al Presidente della Camera dei deputati

On. Nilde Iotti

e, p.c.

Al Presidente della Commissione Esteri

On. Flaminio Piccoli

Osijek, 1 gennaio 1992

Signor Presidente,

Le scrivo dalla città croata di Osijek, dove sono con il collega Sandro Tessari, con il senatore Lorenzo Strik Lievers, con il deputato europeo Marco Pannella e con altri esponenti del Partito Radicale.

Siamo qui, come forse Lei saprà, non per una visita ma per manifestare la nostra solidarietà attiva con le vittime dell'aggressione schierandoci, da nonviolenti, senz'armi, fra i difensori della città e della Croazia invasa, condividendo per alcuni giorni i medesimi rischi cui sono esposti le donne, gli uomini e i combattenti di questa città d'Europa.

Certo non avevamo alcun mandato di rappresentanza delle Camere cui apparteniamo, né in alcun modo ce lo siamo arrogato. Ma, pure, è stato anche nella nostra qualità di parlamentari, di eletti del popolo italiano, che abbiamo voluto essere qui. Ci pare perciò necessario ed opportuno riferire su questa nostra azione a coloro che le Camere presiedono e rappresentano. In questo spirito mi rivolgo a Lei, come il collega senatore si rivolge con una lettera analoga al Presidente del Senato.

Osijek è investita ormai dal maggio scorso dall'attacco dell'esercito golpista dell'ex-Jugoslavia e dalle forze cetniche. Sottoposta a continui bombardamenti di artiglieria e aerei, è in molte parti devastata e distrutta, e la gran maggioranza dei suoi abitanti è stata costretta ad abbandonarla. I bombardamenti hanno causato oltre 3500 feriti e 650 morti, metà dei quali fra la popolazione civile. La gente rimasta in città vive in condizioni drammatiche nelle cantine e nei rifugi.

La continua pressione militare sulla città lascia pensare che esista, da parte degli aggressori, la volontà di occupare, dopo Vukovar, anche Osijek prima del 15 gennaio per porre la Comunità europea di fronte al fatto compiuto.

In queste condizioni, un intervento tempestivo del Parlamento italiano potrebbe contribuire a far desistere le forze golpiste dall'intento di condurre fino in fondo questo disegno, che provocherebbe una nuova immane strage nel cuore d'Europa.

La nostra proposta e richiesta è dunque quella che le Camere della Repubblica italiana inviino subito, prima del 15 gennaio, una prestigiosa delegazione a visitare Osijek.

Sarebbe un modo per testimoniare, da parte nostra, il rifiuto comunque di accettare la logica del fatto compiuto, e dunque di scoraggiare coloro che sono più forti militarmente dal compiere atti di forza che non sarebbero subiti e riconosciuti dalla comunità internazionale.

A nostro avviso è questa la sola via per aiutare tutte la parti a trovare una soluzione di pace e di tolleranza. Sarebbe invece un gravissimo precedente, che avrebbe riflessi molto pericolosi anche per quanto riguarda le altre repubbliche e province della ex-Jugoslavia, se la Comunità europea e ciascuno dei suoi Paesi membri tollerassero che un esercito golpista, privo di qualsiasi legittimità giuridica, potesse imporre con la violenza e con le stragi la propria volontà contro le decisioni assunte democraticamente da alcune repubbliche.

Certo che questi sentimenti siano anche i Suoi e quelli generali della nostra Assemblea - al di là delle anche diverse valutazioni circa la situazione della ex-Iugoslavia - colgo l'occasione per inviarLe i più cordiali saluti

Roberto Cicciomessere

********

Roma 2 gennaio 1992

On. Flaminio Piccoli

Presidente Commissione Esteri

Camera dei deputati

ROMA

Caro Presidente,

ho pregato la collega Emma Bonino di farti avere questa lettera poiché attualmente mi trovo, ormai da una settimana, in Croazia e in particolare a Osijek.

Come saprai questa città è assediata da molti mesi dalle truppe dell'esercito golpista e dai cetnici che la bombardano incessantemente. Su oltre centomila abitanti ne sono rimasti non più di diecimila. La città è in gran parte distrutta e sono morte 650 persone, in gran parte fra la popolazione civile.

E' probabile che prima del 15 gennaio, l'esercito serbo cerchi di conquistarla, come ha già fatto con Vukovar, per porre la Comunità europea davanti al fatto compiuto. Sono qui con altri colleghi fra cui Pannella, Tessari, il senatore Strik Lievers, per tentare, con la nostra presenza, di far desistere i serbi da questo proposito o comunque di creargli qualche problema. In effetti, da quando siamo ad Osijek, i bombardamenti sono diminuiti.

E' presente in questi giorni anche un senatore Belga, Kujpers, e gli osservatori della Comunità europea.Ma come potrai immaginare, l'effetto deterrente sarebbe molto maggiore se fossero presenti a Osijek, anche per poche ore, deputati di forze più consistenti della nostra. Molti di noi non potranno del resto restare ancora per molti altri giorni in questa città.

Ti chiedo quindi se non ritieni di poter organizzare una delegazione della Commissione che immediatamente, e comunque prima del 15, si rechi in visita in questa città martoriata. Se non riuscissi a costituire una delegazione, sarebbe comunque molto importante una tua visita (la televisione riporta spesso le tue dichiarazioni). I problemi tecnici sarebbero facilmente risolvibili perché il governo croato, con cui abbiamo ottimi rapporti, sarebbe ben lieto di fornire tutta la collaborazione necessaria e di approntare tutte le misure necessarie per la tua sicurezza. Una volta arrivato in aereo a Trieste, una macchina ti porterebbe a Zagabria e da qui, con scorta, potresti raggiungere Osijek. Lo stesso governo organizzerebbe una conferenza in questa città.

Ti prego di farmi sapere, attraverso Emma Bonino, se ritieni possibile questa visita di una delegazione o tua, in modo da poter avvertire il Governo Croato. Naturalmente il Console italiano potrebbe fare altrettanto anche se, credo, cercherebbe di dissuaderti per motivi di sicurezza. I rischi certo esistono, ma credo che valga la pena di correrli per tentare di salvare una popolazione che vive ormai da molti mesi chiusa nelle cantine o nelle trincee scavate alla periferia della città. In ogni caso esiste un provvidenziale grande rifugio atomico proprio al centro della città, dotato di negozi ed altri servizi, dove si svolgono anche affollatissime conferenze davanti alla stampa internazionale.

Io ritornerò in Italia fra qualche giorno ma sarei ben lieto di far parte della delegazione o di accompagnarti.

Cordiali saluti,

Roberto Cicciomessere

********

Al Presidente del Senato della Repubblica

sen. prof. Giovanni Spadolini

e, p.c.

Al Presidente della Commissione Esteri

del Senato della Repubblica

sen. Michele Achilli

Osijek, 1 gennaio 1992

Signor Presidente,

Le scrivo dalla città croata di Osijek, dove sono con i colleghi della Camera Roberto Cicciomessere e Sandro Tessari, con il deputato europeo Marco Pannella e con altri esponenti del Partito Radicale.

Siamo qui, come forse Lei saprà, non per una visita ma per manifestare la nostra solidarietà attiva con le vittime dell'aggressione schierandoci, da nonviolenti, senz'armi, fra i difensori della città e della Croazia invasa, condividendo per alcuni giorni i medesimi rischi cui sono esposti le donne, gli uomini e i combattenti di questa città d'Europa.

Certo non avevamo alcun mandato di rappresentanza delle Camere cui apparteniamo, né in alcun modo ce lo siamo arrogato. Ma, pure, è stato anche nella nostra qualità di parlamentari, di eletti del popolo italiano, che abbiamo voluto essere qui. Ci pare perciò necessario ed opportuno riferire su questa nostra azione a coloro che le Camere presiedono e rappresentano. In questo spirito mi rivolgo a Lei, come i colleghi deputati si rivolgono con una lettera analoga al Presidente della Camera.

Osijek è investita ormai dal maggio scorso dall'attacco dell'esercito golpista dell'ex-Jugoslavia e dalle forze cetniche. Sottoposta a continui bombardamenti di artiglieria e aerei, è in molte parti devastata e distrutta, e la gran maggioranza dei suoi abitanti è stata costretta ad abbandonarla. I bombardamenti hanno causato oltre 3500 feriti e 650 morti, metà dei quali fra la popolazione civile. La gente rimasta in città vive in condizioni drammatiche nelle cantine e nei rifugi.

La continua pressione militare sulla città lascia pensare che esista, da parte degli aggressori, la volontà di occupare, dopo Vukovar, anche Osijek prima del 15 gennaio per porre la Comunità europea di fronte al fatto compiuto.

In queste condizioni, un intervento tempestivo del Parlamento italiano potrebbe contribuire a far desistere le forze golpiste dall'intento di condurre fino in fondo questo disegno, che provocherebbe una nuova immane strage nel cuore d'Europa.

La nostra proposta e richiesta è dunque quella che le Camere della Repubblica italiana inviino subito, prima del 15 gennaio, una prestigiosa delegazione a visitare Osijek.

Sarebbe un modo per testimoniare, da parte nostra, il rifiuto comunque di accettare la logica del fatto compiuto, e dunque di scoraggiare coloro che sono più forti militarmente dal compiere atti di forza che non sarebbero subiti e riconosciuti dalla comunità internazionale.

A nostro avviso è questa la sola via per aiutare tutte la parti a trovare una soluzione di pace e di tolleranza. Sarebbe invece un gravissimo precedente, che avrebbe riflessi molto pericolosi anche per quanto riguarda le altre repubbliche e province della ex-Jugoslavia, se la Comunità europea e ciascuno dei suoi Paesi membri tollerassero che un esercito golpista, privo di qualsiasi legittimità giuridica, potesse imporre con la violenza e con le stragi la propria volontà contro le decisioni assunte democraticamente da alcune repubbliche.

Certo che questi sentimenti siano anche i Suoi e quelli generali della nostra Assemblea - al di là delle anche diverse valutazioni circa la situazione della ex-Iugoslavia - colgo l'occasione per inviarLe i più cordiali e deferenti saluti

(Lorenzo Strik Lievers)

 
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