LA QUESTIONE VERRA' FORMALMENTE POSTA QUANDO SARA' DEPOSITATA NEI PROSSIMI GIORNI, IN CONCOMITANZA CON IL DEPOSITO DEI REFERENDUM ELETTORALI E ANTIPARTITOCRATICI, LA DENUNCIA CHE IL PRESIDENTE DEL GRUPPO FEDERALISTA EUROPEO, IL DEPUTATO RADICALE PEPPINO CALDERISI, STA PREPARANDO. MERITO DELLA DENUNCIA L'ATTENTATO ALLA COSTITUZIONE PERPETRATO DAI GIUDICI DELLA CONSULTA CON LE SENTENZE SUI REFERENDUM EMANATE DAL 1978 IN POI CHE HANNO COMPLETAMENTE STRAVOLTO L'ARTICOLO 75 DELLA COSTITUZIONE IMPEDENDO LO SVOLGIMENTO DEI REFERENDUM PIU' SIGNIFICATIVI.
"Comportandosi da vero e proprio organo del regime partitocratico - afferma Calderisi - la Corte Costituzionale ha impedito che l'istituto del referendum previsto dal Costituente svolgesse la sua salutare funzione nei confronti di un sistema politico bloccato e incapace di autoriforma. La degenerazione partitocratica è avanzata come un tumore, mentre l'anticorpo del referendum non ha potuto dispiegare i suoi effetti. Se il sistema è allo sfascio lo si deve, in particolare, al ruolo svolto dalla Consulta nel bloccare dapprima i referendum su grandi questioni di libertà e diritti civili e, da ultimo, i referendum elettorali. Di conseguenza non è stata varata una moderna riforma elettorale uninominale e voteremo ancora, alle prossime elezioni, con il sistema proporzional-partitocratico. La responsabilità dei giudici che hanno determinato queste sentenze è gravissima.
La sentenza che la Corte dovrà emettere l'anno prossimo sui nuovi referendum è di capitale importanza. Se, ancora una volta, venissero bloccati i referendum più importanti e fosse preclusa la possibilità di uno sbocco democratico e riformatore alla gravissima crisi del nostro sistema politico, verremmo condannati ad assistere ad una drammatica agonia della Repubblica. Di questo i giudici della Corte devono essere consapevoli."
Nel merito la denuncia prenderà in esame le sentenze sui referendum, dalla n. 16 del 1978 alla n. 47 del 1991 in materia elettorale, mettendo in risalto lo stravolgimento dell'articolo 75 della Costituzione operato dalla Corte con sentenze che ogni volta hanno inventato nuovi motivi di inammissibilità cadendo in frequentissime contraddizioni con le motivazioni precedenti.
E' da mettere in evidenza che in termini procedurali, in base all'articolo 3 della legge costituzionale n. 1 del 1948, dovranno essere gli stessi giudici della Consulta a dare l'autorizzazione a procedere (autorizzazione che invece non è prevista per i giudici non più in carica). Infine, la denuncia riguarderà tutti i giudici costituzionali, anche quelli che non hanno votato le sentenze in questione perchè, come è noto, non è purtroppo prevista la "dissenting opinion". Un motivo in più per invocarne l'introduzione e consentire così una maggiore trasparenza delle decisioni della Corte.