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Agora' Agora - 10 gennaio 1992
GEMELLAGGIO DEI COMUNI ITALIANI CON I COMUNI DELLA BOSNIA ERZEGOVINA: UNA PROPOSTA DEL PARTITO RADICALE

Sul numero 46 del settimanale "Panorama" (datato 10 gennaio 1992 e intitolato "Guerra in Bosnia e sfascio italiano"), Marco Pannella ha avanzato la proposta di "gemellaggio" fra i comuni italiani e quelli della Bosnia-Erzegovina:

..."Come si svolga questa infame guerra ciascuno ormai sa. Unica strategia e alternativa al dovere di un rischioso, e tragico, massiccio intervento militare per far cessare il massacro e far tornare tutti gli aggressori a casa e per processare i criminali politici e militari che hanno da due anni imposto una nuova guerra nazicomunista al mondo, unica alternativa - dunque - è in un complesso di misure, non in una sola, e in una provata determinazione ad agire in massa...

...Prima di Natale, il Partito Radicale ha proposto al Sindaco di Sarajevo e al Sindaco di Roma il gemellaggio delle due città. Ma non il "solito" gemellaggio. Si accinge, ora, a chiedere all'"Associazione Nazionale Comuni d'Italia, e a organizzazioni analoghe di altri Paesi, il gemellaggio con tutti i comuni della Bosnia-Erzegovina occupata (oltre il 65% dell'intero territorio), e non solamente di quella minacciata e assediata. Scopi dichiarati: concorrere a preparare la grande operazione di ritorno ai loro paesi e alle loro case dei profughi, a salvaguardare o ricostruire la documentazione essenziale su quelle comunità, a raccogliere informazioni sui crimini e sui criminali (da processare secondo il diritto e le Convenzioni internazionali)."

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Il 9 gennaio Marco Pannella torna sull'argomento con un articolo su "Il Giorno" intitolato "E ORA IL MONDO CONSENTE AI SERBI CIO' CHE CONCESSE A HITLER":

..."Ma se c'è chi ci dà forza, ora, si può subito vincere anche per Sarajevo. Riconoscere, stasera, come il Parlamento chiede, la Repubblica di Macedonia. Incardinare, stasera, con denunce governative italiane i processi contro i criminali "serbi" di guerra e di pace, secondo le Convenzioni internazionali, coloro con i quali ci si riunisce ogni giorno, per trattare tregue dai loro avversari, dalle loro vittime. Avere il decoro di una politica "estera" italiana, anziché lasciare il monopolio di quella "europea", pari a quella degli anni Trenta, alle stesse Londra e Parigi di allora. Finanziare subito l'anagrafe dell'oltre un milioni di profughi, costruire la documentazione sulle loro città di provenienza, che è cassata dalla politica di pulizia etnica. Associarsi in migliaia e migliaia al digiuno nonviolento contro partitocrazia e, se necessario, il Governo, se lo decideremo nei prossimi giorni..."

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Questa la lettera (22 dicembre 1992) al Sindaco di Roma Franco Carraro e al Sindaco di Sarajevo Muhamed Kreseljacovic:

"A nome del Partito Radicale, del suo Consiglio Federale che comprende 390 parlamentari di 37 Paesi, dei suoi iscritti in oltre cinquanta Paesi del Globo, in nome degli ideali della nonviolenza, della tolleranza, della pace, della democrazia, rivolgiamo Loro un invito solenne e fraterno perché le due città, capitali della Repubblica Italiana e della Bosnia-Erzegovina procedano al loro gemellaggio. Sergio Stanzani, Bruno Zevi, Paolo Vigevano, Emma Bonino, Marco Pannella."

Dalla sede del P.R. di Zagabria è partito un "messo" per Sarajevo che il 7 gennaio ha riportato questa risposta del Sindaco:

"Egregio Signor Ottoni, desidero informarla che accetto con grande piacere l'iniziativa del partito e del suo Consiglio Federale. Penso che giunga nel tempo più opportuno e che rappresenti l'appoggio e la simpatia non soltanto del suo partito e dei cittadini di Roma ma di tutto il popolo italiano. I nostri legami non sono di oggi o di ieri ma sono stati stabiliti già nei tempi lontani, dalla prosperità dell'antico Impero Romano del quale facevano parte anche il mio Stato e la mia città, di cui testimoniano numerose vestigia del tempo. Tanta simpatia ed espressioni di sostegno del Vostro popolo si sono manifestate anche con l'arrivo di vostri cittadini nella mia città assediata. Sono la conferma che il popolo italiano ed i cittadini di Roma compatiscono le sofferenze dei cittadini di Sarajevo e della Bosnia Erzegovina. Per questo penso che la vostra proposta arrivi nel tempo giusto e che occorre valorizzarla quale espressione dell'amicizia dei cittadini di Sarajevo e dei cittadini di Roma. Quando la vostra pr

oposta sarà accettata anche dal Sindaco di Roma, Sig Franco Carraro, Vi prego di informarmi anche al fine di inviarVi alcuni suggerimenti. Le chiedo di porgere i miei più cordiali saluti al Presidente del Consiglio Federale Marco Pannella, al Sig Sergio Stanzani, a Emma Bonino, a Bruno Zevi e a Paolo Vigevano. Muhamed Kreseljacovic.

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L'11 gennaio il Consiglio Comunale di Roma ha approvato all'unanimità un ordine del giorno in cui "si impegna il Sindaco e la Giunta a realizzare il gemellaggio"

Il 7 Gennaio il Consiglio Comunale di Napoli aveva approvato all'unanimità il seguente ordine del giorno:

Il Consiglio Comunale di Napoli

Considerata

La gravissima criminale aggressione in corso nella Bosnia Erzegovina, che ha determinato l'occupazione di oltre il 65% del territorio bosniaco, con enormi responsabilità, soprattutto omissive, delle istituzioni della Comunità internazionale e della Comunità Europea in particolare;

rilevata

la necessità di fornire alle popolazioni aggredite ed occupate non generiche solidarietà ma concreti aiuti;

impegna,

il Sindaco e la giunta a realizzare il gemellaggio della Città di Napoli con una città occupata della Bosnia-Erzegovina da individuare fra quelle maggiormente colpite dall'aggressione, al fine di fornire concreti aiuti alla popolazione, per ricostruire la documentazione essenziale su quelle comunità, per concorrere a preparare una grande operazione di ritorno alle loro case ed ai loro paesi dei profughi.

 
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