NO AD UNA LEGGE TRUFFA CHE COLPISCA SOLO I CANDIDATI CHE, CON LA PREFERENZA UNICA, POSSONO DISTURBARE GLI ORGANIGRAMMI DELLE SEGRETERIE DI PARTITO.
Dichiarazione di Peppino Calderisi
Roma, 15 gennaio 1992
Siamo fortemente interessanti ad una legge di contenimento delle spese elettorali e di effettiva moralizzazione della campagne elettorali. Siamo invece contrari ad un provvedimento partitocratico e truffaldino come è il testo in esame, se non verrà prontamente corretto e integrato.
Il testo attuale prevede infatti un tetto alle spese dei candidati, ma non mette alcun tetto alle spese dei partiti e non prevede alcun meccanismo per impedire che i candidati supportati dalle segreterie di partito possano spendere senza alcun limite attraverso la propaganda di partito. A denunciare questa lacuna gravissima della legge sono stati solo i federalisti europei e il repubblicano Del Pennino, che ha anche presentato uno specifico emendamento.
Altra questione è quella della Tv, e in particolare del servizio pubblico. Che senso ha mettere limiti di spesa ai candidati senza moralizzare l'uso della Rai e delle emittenti private ? Quanto vale un'intervista in un telegiornale o la presenza in una delle innumerevoli trasmissioni di intrattenimento ? Gli indirizzi stabiliti dalla Commissione di vigilanza per le campagne elettorali sono state sempre violate sistematicamente, come documentato dal Centro di Ascolto radicale. Occorre pertanto una precisa norma di legge.
Senza queste modifiche non avremo alcuna moralizzazione, ma solo una truffa e un inganno. Verrebbero colpiti solo quei candidati che, con la preferenza unica, potrebbero disturbare gli organigrammi stabiliti dalle segreterie di partito. Coiè un rafforzamento della partitocrazia.