In relazione all'odierna riunione indetta da Mario Segni sul patto elettorale fra i referendari, Giovanni Negri (parlamentare radicale e coordinatore del Corid) ha rilasciato la seguente dichiarazione:
"Il patto elettorale di Segni e Scoppola va in direzione opposta alla proposta Giannini, che pone invece al movimento referendario la questione ineludibile: il superamento almeno parziale dell'appartenenza partitica come requisito di credibilità, minimo ma indispensabile, per quanti - pur essendo da decenni interni al sistema dei partiti - vogliono oggi dirsi referendari e riformatori.
Nella prossima "legislatura costituente" non occorrono le ennesime proposte di legge firmate da "candidati galantuomini" di diversi partiti e destinate ai polverosi cassetti di Montecitorio.
Occorre invece un gruppo di parlamentari per la riforma democratica che sappia operare nella quotidianità, e che oggi avrebbe ad esempio bloccato le nomine partitiche di Zandano e Pedone in importanti banche, alla faccia di oltre un milione di firmatari del referendum sulle nomine bancarie.
Tutto ciò non si fa con un patto, ma con una lista. Chi propone patti senza lista rischia solo di distribuire facili medagliette e tanta buona coscienza a buon mercato.
Perciò se ci sarà il patto, ci sarà anche la lista ed in tal caso non è escluso che le due iniziative possano produrre una utile sinergia".