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Agora' Agora - 22 gennaio 1992
IL GOVERNO ITALIANO SULL'EX JUGOSLAVIA

COMUNICATO STAMPA

Il Presidente del Consiglio e il Ministro degli Affari Esteri di fronte alle indicibili sofferenze che il conflitto in corso impone alle popolazioni della ex Jugoslavia, hanno proposto l'attuazione delle seguenti misure sulle quali è stato raccolto l'unanime consenso dei membri del Governo.

1. Verrà costituita una Commissione composta di alti magistrati ed esperti, incaricata di predisporre entro 30 giorni una proposta del Governo italiano, da sottoporre alle appropriate istanze internazionali, in ordine alla creazione di un Tribunale Internazionale preposto a giudicare i crimini contro l'umanità.

In particolare, la Commissione dovrà individuare i documenti giuridici internazionali di riferimento e le regole di procedura dell'istituendo Tribunale, nonché suggerire le modalità di costituzione del medesimo, che potrebbero essere affidate ad organismi di alta qualificazione e sicura imparzialità quali la Corte Internazionale di Giustizia dell'Aja e la Corte Europea dei Diritti dell'Uomo di Strasburgo.

2. Tenuto conto degli evidenti rischi che il futuro assetto della Bosnia Erzegovina sia caratterizzato da forme striscianti di "pulizia etnica" in contrasto con l'asserita composizione multietnica dei futuri Cantoni previsti dal Piano Owen - Vance, il Governo italiano solleciterà l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati a predisporre l'identificazione, per Comuni di provenienza in Bosnia Erzegovina, della massa di rifugiati riparati nelle vicine Repubbliche della ex Jugoslavia, nonché all'estero.

Si tratta in particolare di predisporre le adeguate condizioni operative sulla cui base la Conferenza di Ginevra sulla Jugoslavia dovrà garantire ed assicurare il "diritto al ritorno", ovviamente su base volontaria, dei profughi nei Comuni bosniaci di origine.

3. Il Governo italiano intende invitare il Sindaco di Sarajevo, Mohamed Kresevljakovic in data la Lui indicata.

A tal fine sono state impartite istruzioni affinché i rappresentanti diplomatici italiani ottengano dalle forze di pace delle Nazioni Unite UNPROFOR di stanza a Sarajevo la necessaria collaborazione e protezione, perchè la partenza per l'Italia del Sindaco della capitale bosniaca possa aver luogo senza intralci e minacce alla sua sicurezza.

4. Di fronte alle divergenti interpretazioni emerse ancora una volta nei colloqui di ieri a Belgrado sui limiti e la coesistenza dell'autonomia oggi garantita alle popolazioni del Kossovo, il Governo italiano promuoverà opportuni contatti informativi anche con l'etnia albanese in quella regione.

5. Per quanto riguarda infine la ex-Repubblica jugoslava di Macedonia, il Governo italiano si propone di seguire con la massima attenzione l'esame che il Consiglio di Sicurezza dovrebbe avviare nel corso della prossima settimana in ordine alla richiesta di ammissione alle Nazioni Unite presentata dalle autorità di Skopje.

Si tratta - come noto - di un momento qualificante dell'iter inteso ad assicurare il riconoscimento di quella Repubblica della ex Jugoslavia da parte della Comunità Internazionale.

Il Consiglio dei Ministri ha altresì ascoltato una relazione del Ministro degli Esteri, On. Emilio Colombo, sui recenti avvenimenti nella ex Jugoslavia e nella Bosnia Erzegovina ed in particolare sull'accettazione avvenuta a Ginevra del piano

Vance- Owen, accettazione successivamente accettata dall'Assemblea dei Serbi della Bosnia Erzegovina.

Il Ministro degli Esteri ha successivamente riferito sulla visita compiuta ieri a Belgrado e sui colloqui avuti in quella capitale.

Tale visita, avvenuta previa consultazione dei due Co-Presidenti della conferenza di Ginevra, Lord Owen e Cyrus Vance, fa seguito alla visita già compiuta a Belgrado agli inizi di gennaio dal Presidente in carica della Comunità Europea, Elleman Jensen.

Nei colloqui con i Presidenti Cosic e Milosevic, il Ministro degli Esteri ha sostenuto la necessità che alla imminente ripresa del negoziato di Ginevra le parti interessate accettino sollecitamente, senza riserve o condizionamenti, il piano di pace proposto dai mediatori nella sua integralità. In tali colloqui il Ministro degli Esteri ha sostenuto con fermezza la necessità improcrastinabile di por fine ad ogni violazione dei diritti umani, alla cosiddetta "pulizia etnica", ad ogni forma di violenza, in particolare a quella denunciata sulle donne.

Colombo ha anche affermato che non potranno essere tolte le sanzioni se non quando avrà assunto carattere irreversibile l'applicazione del piano di pace e la pacificazione delle regioni interessate.

 
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