Roma, 23 gennaio 1992
"In Francia, Inghilterra o negli Usa sarebbe inimmaginabile : il Parlamento, la stampa e l'opinione pubblica non potrebbero essere scientificamente tenuti all'oscuro della decisione del Governo di essere il primo al mondo a ricevere ufficialmente l'uomo di Tien An Men, con tanto di picchetto d'onore. Bush l'avrebbe motivato al paese, Major si sarebbe presentato ai Comuni, solo l'on. Andreotti poteva raggiungere tale soglia di indecenza. Ha superato se stesso, riunendo le migliori tradizioni dei gesuiti e dei mandarini di Shangai". E' quanto ha oggi affermato Giovanni Negri (coordinatore dell'integruppo per il Tibet), annunciando che "nelle prossime ore vedremo cosa fare, insieme ai non pochi colleghi di tutti i gruppi che non hanno voglia di farsi trattare come stessimo nel parlamento bulgaro o coreano".
Si moltiplicano nel frattempo le adesioni all'appello lanciato ieri da diverse personalità del mondo della cultura,dell'arte e dello spettacolo. Oggi lo hanno fra gli altri sottoscritto Renzo Arbore, Marisa Laurito, Salvatore Veca, Geno Pampaloni, Altan,
Mauro Bolognini e - significativamente - Jorge Carruana, del comitato per i diritti umani a Cuba. La colonia degli esuli tibetani in Svizzera ha inoltre comunicato il suo trasferimento in massa a Roma sabato prossimo, per la fiaccolata contro Li Peng. Giungeranno con autobus appositi e con le bandiere e i costumi nazionali del loro paese, occupato dalle guardie rosse di Pechino.