L'Unione Liberale Cubana denuncia che, da fonti cubane dirette, è stata a conoscenza degli abusi ai quali viene sottoposta la scrittrice María Elena Cruz Varela nel carcere di Combinado del Sur, Matanzas, dove si trova reclusa in una piccola cella con tre donne delinquenti comuni.
Secondo tutti gli indizi, María Elena Cruz Varela, presidente del gruppo oppositore "Criterio Alternativo", potrebbe essere succube di un processo di intossicazione attraverso farmaci psicotropi con l'obiettivo di cercare di piegare la sua volontà per poi riproporla all'opinione pubblica, come è già stato fatto per altri intellettuali, sottomessi a simili trattamenti psichiatrici.
Nel contesto delle pressioni psicologiche vanno inserite le incombenze e le minacce verso sua figlia Mariela, di vent'anni, e il piccolo Arnold, di undici, che non frequenta più la scuola per paura di continuare ad essere vittima di atti di ripudio da parte dei maestri.
L'Unione Liberale Cubana denuncia questo fatto davanti all'opinione pubblica mondiale e avverte tutte le organizzazioni di Diritti Umani perché richiedano la fine di queste pratiche disumane che vengono applicate agli uomini e alle donne che soffrono in questo momento l'imprigionamento politico in Cuba.