COMUNICATO STAMPA
Caro Macis,
sin da questa estate, e poi in autunno, ho avuto occasione di evocare con sospetto e con differenza il tuo modo di procedere in tema di denunce per attentato alla Costituzione a carico del Presidente della Repubblica.
Il combinato disposto di questa tua scelta metodologica e di merito con la tardiva denuncia del tuo Partito, il PDS, ha costituito il presupposto della situazione attuale.
Oggi la maggioranza e tu stesso, con evidenti ipocrisie procedurali giustamente denunciate, fra gli altri, dal senatore Onorato avete fatto di questa procedura costituzionale una intollerabile e poco nobile operazione di ricatto a più sensi, ivi compreso verso il Presidente della Repubblica.
La maggioranza, con l'ostruzionismo che tu hai in tutti i modi secondato, con stile tardo-togliattiano e di tarda scuola gesuitica, ha rifiutato di determinare con decisione e lealtà il proscioglimento del Presidente della Repubblica, con l'alibi appena taciuto di non poter rispondere, eventualmente, dei propri gruppi parlamentari ove il giudizio venisse rimesso all'aula.
Tu, e voi, siete stati al giuoco. E ci state sempre più e meglio, aiutati perfino da ingenuità del Presidente della Repubblica, che non lo esimono certo dalle gravissime responsabilità anti-costituzionali che, a mio avviso, e icto oculi, gli ha assunto.
Così il "Parlamento", ed i vostri partiti, siete ormai divenuti (e già accade in molti casi, fra il 1976 e il 1980, in modo clamoroso) pienamente complici di quel che dovreste giudicare.
In tali condizioni io ritengo che la mia denuncia non si sia solamente "insabbiata": ma si è "infognata", per maggiore esattezza, in un luogo, il tuo e vostro, che usurpa il nome e la dignità di Parlamento.
Di conseguenza, formalmente, io ritiro quella denuncia.
La ripresenterò, appena possibile, ma denunciando voi, a cominciare da te, come complici dell'attentato (ormai riuscito) alla Costituzione della Repubblica.
Distinti saluti.