COMUNICATO STAMPA

I giornali del 10 febbraio scorso - e in particolare Stampa e la Repubblica - hanno dato notizia di una proposta ufficiale ma ancora allo stato consultivo, venuta dall'Olanda: abolizione dell'olandese come lingua nazionale, interamente sostituito dall'inglese anche nelle scuole.

Per quanto sconcertante sia tale proposta - che farà sparire la cultura e la lingua olandesi dalla cultura e dalle lingue vive nazionali, relegandole nella condizione in cui si trova oggi il greco antico o i dialetti - questa proposta ha almeno un'aspetto positivo: quello della sincerità.

Di fronte alla continua ipocrisia della politica ufficiale linguistica comunitaria e nazionale: vogliamo l'inglese come lingua europea, ma al tempo stesso difendiamo il plurilinguismo) la proposta olandese ci dice qual'è il prezzo dell'adozione di una lingua viva, necessariamente, difficile e glottofaga come lingua dell'europa: la sparizione a breve termine di tutte le altre lingue e culture.

E' perciò auspicabile, paradossalmente e stante l'insensibilità degli europei come l'attività subdola e distruttiva dei glottodidatti, che la proposta olandese trovi rapida realizzazione. Così si potrà toccare con mano quali sono gli effetti radicalmente ditruttori dell'inglese (così come ogni altra lingua nazionale posta in posizione dominante) non meno gravi di quelli che l'inquinamento produce oggi nel campo dell'ecosistema, facendo temere un rischio immininte di radicale invivibilità del pianeta.

Giorgio Pagano

(Segretario di E.R.A.- CO.D.I.C.E., associazione esperantista del Partito Radicale)