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Notizie Radicali
Agora' Agora - 18 febbraio 1992
RASSEGNA STAMPA CROATA DEL 17-2-92
SINTESI DAI QUOTIDIANI

VECERNJI LIST (Giornale della sera)

titolo: DOPOGUERRA: CROAZIA IN PROVA

editoriale

scrive: Branko Tudjen

pag. 2

Sulla scena politica croata esistono oggi tre schieramenti: il primo non è soddisfatto della politica croata fino adesso ma non sa esplicitamente cosa si deve fare. Questo gruppo è contro l'arrivo delle Forze di pace, a favore dell'estensione del confine fino alla Drina (in Bosnia ndt.) e insiste sulla soluzione militare (si tratta del gruppo della destra, di cui Paraga è esponente di spicco ndt.).

Il secondo gruppo vuole restaurare le idee projugoslave, sono in maggior parte ex-comunisti, unitaristi. Il terzo gruppo è il più realista e il suo atteggiamento è pressapoco: la Croazia sarà sovrana nel momento in cui a Knin si vedrà la pubblicità della Banca zagabrese. E' passato il tempo per le conquiste: già Hitler era in ritardo, Milosevic lo è tanto più.

In conclusione dunque la lotta per la unità statale croata e per la democrazia non è ancora finita.

titolo: CON DIFFICOLTA' PER LA DIVISIONE IN REGIONI

(La proposta della legge sui -giupanati- "ha diviso" la Croazia)

scrive: M. Piskor

pag. 5

Zagreb - Anche se ancora non è cominciata la discussione sulla proposta della legge sui giupanati (le nuove ripartizioni territoriali amministrative, simili alle province italiane ndt.) ci sono tanti dilemmi e problemi.

Si dice che questa legge è prematura, che si deve prima definire che cosa siano i giupanati e poi stabilire i territori e le sedi dei

giupanati, si dovranno anche consultare i comuni e i cittadini sulla scelta del territorio di appartenenza.

Alle molte domande non ci sono tutte le risposte. Si dice che una parte di questi problemi sarà risolta alle prossime sedute del Parlamento croato, quando ai deputati saranno presentate le leggi sulla struttura del governo statale.

Alcuni pensano che i giupanati proposti siano troppi, che rispecchino troppo le -unità dei comuni- (del vecchio modello comunista ndt.) le quali alla Croazia non portarono nulla di buono. Il proponente della legge ha dichiarato che la più logica divisione sarà in 4 regioni: quella della Slavonia, della Croazia centrale, quella di Primorje e Lika e quella della Croazia del Sud, ma siccome questa divisione sarebbe troppo larga, è meglio dividere la Croazia in 16 giupanati, più la città di Zagabria. Ma alcuni pensano che si devono creare alcuni altri nuovi giupanati, perché alcuni proposti non sarebbero collegabili, ad es. Cakovec con Varazdin, Kutina con Sisak, Krizevci con Bjelovar ecc. Altri sono invece contro i nomi e le sedi dei giupanati.

titolo: I CROATI IN HERZEGOVINA SONO NELLO STESSO TEMPO AGNELLI E VIPERE (Intervista con Mate Boban, vicepresidente del HDZ della BeH

-Bosnia e Herzegovina- e rappresentante agli incontri trilaterali sulla BeH a Sarajevo)

pag. 9

scrive: A. Pehar e O. Vatric

foto: piccola, del vicepresidente Boban

"Noi escludiamo la guerra e faremo tutto il possibile per evitarla. Penso che dopo i recenti incontri a Sarajevo siamo più vicini alla pace che alla guerra, ma in questo momento non posso definire precisamente di quanto. In questa situazione, in guerra perderà chi comincerà. Mi pare che lo ha capito anche SDS (il partito socialdemocratico serbo ndt.)." - ha detto il vicepresidente Boban.

Lui è anche convinto che il popolo croato parteciperà al referendum, ma senza l' accordo dei tre popoli costitutivi non si può fare niente.

Boban è contro la divisione della BeH spiegando che questa sarebbe la peggiore soluzione. I croati vogliono lo stato indipendente, l'unità dei tre costitutivi popoli sovrani. Le regioni a maggiore autonomia si decideranno con l'accordo di tutti, secondo i principi già affermati nel mondo. Il popolo croato ha già due regioni che soddisfano questi principi: Herzeg Bosna e Bosanska Posavina. Secondo Boban la BeH si costituirà in modo tale che nessun popolo debba essere in minoranza.

Il signor Cutilhero (uno degli osservatori CE ndt.) ha dichiarato a Sarajevo che gli atteggiamenti del SDS e SDA (il partito dell'azione democratica, dei musulmani ndt.) sono opposti e che l'atteggiamento dell' HDZ in BeH è quello su cui si deve poi definire la soluzione politica e che gli altri due partiti devono avvicinarsi a questo.

Alla fine Boban ha detto che l'esercito federale deve lasciare la BeH.

titolo: LA MACEDONIA DEVE ESSERE RICONOSCIUTA (alla vigilia della seduta del Consiglio dei ministri a Lisbona)

pag. 15

Lisbona - Il consenso dei "dodici" sarà difficile da ottenre quando si parlerà dell'indipendenza della Macedonia. Si dice che il ministro greco degli esteri, Antonis Samaras, rifiuterà di nuovo le conclusioni della commissione Badinter; per queste la Macedonia può essere riconosciuta perché ha adempiuto a tutte le condizioni democratiche e rispetta i diritti umani. Gli alti paesi sono contro l'atteggiamento greco e sono quasi tutti per il riconoscimento della Macedonia.

VJESNIK (Corriere)

titolo: CROATI E SERBI: QUANDO SENZA IL "TERZO"?

Scrive: Darko Bekic

pag. 5

L' autore paragona la situazione in Croazia con Israele, e dice che la situazione in Israele deve servire alla Croazia come esempio per quello che si dovrà evitare, perché lì, dopo alcune guerre in una società totalmente militarizzata e con una pace molto fragile, esiste da decenni un sistema politico non sufficientemente democratico.

Quando la Presidenza croata potrà confrontarsi con gli interessi della Comunità internazionale e quando verrà stabilito lo stato di diritto in tutto il territorio croato, si creeranno le condizioni per il ritorno degli emigrati. Le forze di pace rimarranno nei territori di crisi fin quando la Comunità europea si convincerà che la Croazia è pronta a difendere e rispettare i diritti umani in tutto il suo territorio.

titolo: SERBO CONTRO SERBO? (alla vigilia del "meeting" delle opposizioni serba)

pag. 7

scrive: Dejan Orsic

Cosa succederà il 9 marzo? Vuk Draskovic (leader del movimento del rinnovamento serbo ndt.) dichiara che i membri del suo partito arriveranno con candele e fiori. Ma l'affermazione di Zeljko Raznjatovic Arkan (uno dei più noti cetnici serbi), che ha minacciato di intervenire al "meeting" con i suoi ragazzi di Erdut, armati, conferma il fatto che il regime vuole mantenere la sua forza . In questo modo il regime proteggerà i suoi interessi.

 
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