VECERNJI LIST (Il giornale della sera)
titolo: L'ESTREMISMO DANNEGGIA LA CROAZIA
(Il rapporto dell'"Helsinki Watch")
4 colonne, tutta la pagina
foto di un corpo di uomo ucciso
pag. 9
Zagabria - Nella lettera dell'"Helsinki Watch" al presidente Tudjman è stato sottolineato che alcuni estremisti croati violano i diritti umani. Il Presidente Tudjman è stato invitato a fare tutto il possibile per impedire che ciò avvenga ancora.
Le violazioni dei diritti umani descritte nella lettera includono le violazione delle leggi di guerra, le esecuzioni di civili e di non armati, i maltrattamenti dei prigionieri, la scomparsa di persone, le distruzioni di proprietà private e l' eliminazioni dei giornalisti.
Si ostacolano inoltre la libertà della stampa e l'indipendenza della magistratura.
titolo: L'OFFERTA ALLA CASTA MILITARE
(l'esercito in Bosnia e Herzegovina)
2 colonne, un quinto di pagina
pag. 6
Tuzla - Il presidente Izetbegovic ha detto che "il numero dei militari deve diminuire, mentre l'esercito federale in BiH deve trasformarsi in un esercito bosniaco." Ma i croati e i musulmani possono accettare la proposta di Izetbegovic dopo tutti i crimini dell'esercito federale in Croazia?
Inoltre il comandante dell'esercito federale non è disposto ad accettare la proposta di Izetbegovic, perché il governo militare non può essere sotto il comando civile.
titolo: IL NUOVO PROCESSO CONTRO PARAGA
(la conferenza stampa dell'HSP-Partito croato del diritto)
2 colonne, un quinto di pagina
pag. 8
Zagabria - Si è aperto un nuovo processo contro Paraga, per delitto verbale, per il quale si prevede una pena massima di 5 anni. Paraga è stato incriminato per aver accusato il Presidente Tudjman di tradimento, in una sua intervista su Slobodna Dalmazia (Dalmazia Libera). Paraga ha citato le proprie parole in tribunale: "...Quando parliamo di tradimento pensiamo anche al patto dell'Aia, dove il Presidente Tudjman ha firmato un documento in cui si dice che la Slavonia orientale non è più croata..."
titolo: LA DECISIONE A MARZO
(con l'arrivo dei Caschi blu e il referendum in BiH saranno realizzate tutte le condizioni per il riconoscimento americano della Croazia)
4 colonne, un terzo di pagina
Da New York scrive Vladimir Drobnjak
pag. 11
La Croazia sarà riconosciuta dagli USA, insieme con la Slovenia, la Macedonia e la Bosnia e Herzegovina, probabilmente a marzo. Se la Serbia e il Montenegro lo richiederanno, anche loro potranno essere riconosciuti insieme con gli altri.
Con l'arrivo dei Caschi blu sarà adempiuta la principale condizione per il riconoscimento della Croazia. In questo le saranno aperte le porte dell'ONU, del MMF e della Banca internazionale.
L'esitazione per il riconoscimento è stata causata dalla politica croata verso lo State Departement, che è stata mal condotta. Infatti la Croazia credeva di più nel Congresso americano dimenticando che in America è il Presidente ad avere sempre l'ultima parola.
titolo: MILOSEVIC NEL MIRINO DELL'OPPOSIZIONE
(i mass media francesi prevedono giornate nere per il Presidente serbo)
2 colonne, un quinto di pagina
Da Parigi scrive Mirko Galic
pag. 11
La Croazia persegue i propri interessi - stabilire la sovranità (e il governo) su tutto il suo territorio. La Serbia vuole mantenere lo status quo, con la scusa di proteggere le minoranze.
"Le Quotidien" di Parigi dichiara che le posizioni del regime serbo
sono molto fragili ed instabili. La Serbia è diplomaticamente isolata, mentre l'opposizione vuole le dimissioni di Milosevic. Un tempo considerato come "l'uomo forte della Serbia", dopo otto mesi di guerra, Milosevic deve affrontare una situazione difficile: deve sistemare i membri dell'esercito federale e più di 160.000 rifugiati. Milosevic spera ancora di poter trasformare la sua sconfitta in una vittoria, giocando sulla carta della credibilità internazionale. Secondo "Le Quotidien" ciò può avere successo solo in pochi paesi dell'Europa.
VJESNIK (Il Corriere)
titolo: ARKAN, IL DIFENSORE DEL REGIME
1 colonna, un quinto della pagina
scrive: Dejan Orsic
pag. 7
Belgrado - "I croati potrebbero svegliarsi dalla profonda ipnosi di Tudjman soltanto dopo una sconfitta militare e un'entrata dei serbi a Zagabria ", ha dichiarato Zeljko Raznjatovic Arkan (uno dei capi cetnici, ndt.).
Arkan non è d'accordo con le manifestazioni del 9 marzo. Non è d'accordo nemmeno con le dimissioni di Milosevic, spiegando che questo porterebbe il paese al caos ed all'apertura del fronte meridionale, cioè quello con gli Albanesi.
titolo: "NON VOGLIAMO UNA SERBIA PIENA DI BUGIE, TOMBE E POVERTA'..." (Serbia: Draskovic, Gavrilovic e Seselj parlano del 9 marzo e delle elezioni straordinarie)
5 colonne, un quinto della pagina
pag. 7
"Il 9 marzo di quest'anno vogliamo rendere onore a quelli che hanno perso la vita il 9 marzo dell'anno scorso, ma anche a tutti quelli che hanno perso la vita durante la guerra che è stata iniziata dal regime anche per punire la gioventù serba "inabile". Migliaia di fiori e di candele mostreranno quante sono state le vittime in quest'ultimo anno." - ha detto Vuk Draskovic, il leader del SPO.
"Non vogliamo una Serbia piena di bugie, odi e inganni, una Serbia senza amici, una Serbia piena di disoccupazione, saccheggi, crimini e povertà. Vogliamo che più di 200.000 ragazzi e ragazze serbe tornino dall'estero. Vogliamo la sicurezza sociale per le famiglie dei morti e degli invalidi", ha dichiarato Draskovic.
"Pensiamo che sia venuto il momento di fare i conti. Purtroppo il bilancio è orribile: la 'distruzione' della Jugoslavia, il collasso economico, la disoccupazione, l'isolamento della Serbia e la tensione è crescente poiché ognuno teme per i propri beni", ha detto il primo segretario del Partito Democratico serbo, Slobodan Gavrilovic.
Poi ha sottolineato che "la paura sta crescendo sempre di più, perché i mass media parlano contro la petizione per le dimissioni del Presidente Milosevic. Il nostro compito è la costituzione dell'ordine democratico coi mezzi democratici."
"L'iniziativa del Partito democratico per le elezioni straordinarie e per le dimissioni del Presidente Milosevic è una sciocchezza politica, iniziata dai mass media stranieri per creare il caos in Serbia durante la tregua, ma anche per lasciare i serbi dei 'paesi serbi occidentali' senza protezione", ha detto il leader del Partito radicale serbo, Vojislav Seselj.
Seselj ha aggiunto che "la richiesta per le dimissioni del presidente Milosevic non è basata su argomenti seri. Il presidente può essere giudicato più o meno buono, ma per questo si dovrà decidere allo scadere del suo mandato, nel 1994, se eleggerlo di nuovo o no."
Alla fine Seselj ha invitato il popolo serbo a boicottare la manifestazione del 9 marzo. Il governo può essere cambiato ricorrendo alla forza (riferito alla manifestazione delle opposizioni ndt.), ma il governo che si creerebbe in questo modo non sarebbe democratico, ma fascista."