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Archivio Emma Bonino commissario UE
Frankfurter Rundschau - 26 maggio 1995
SI DICE CHE IL SANTO PADRE L'ABBIA CHIAMATA STREGA

26 maggio 1995

di Von Knut Pries

Frankfurter Rundschau

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SOMMARIO. Brillante articolo che dà un ritratto vivace della Commissaria alla pesca e delle vicende della guerra dell'ippoglosso, dà voce ad Emma Bonino che risponde alle critiche mossele da varie parti, e fornisce elementi della sua biografia politica.

[Foto con commento: La guerra dell'ippoglosso l'ha portata di colpo alla notorietà: Emma Bonino, un tempo strenua paladina dei diritti civili, nel gennaio di quest'anno si è buttata in acque tempestose, diventando membro della Commissione europea competente per la pesca. Un incarico al centro di molti conflitti, in cui questa italiana che ama impegnarsi in prima persona qualche volta si sente criticata ingiustamente]

L'italiana Emma Bonino ha assunto all'inizio dell'anno una carica particolarmente delicata: quella di commissario europeo per la pesca.

SOMMARIO.

Emma, Marco e l'ippoglosso: è stato questo il terzetto di cui la stampa comunitaria si è maggiormente occupata negli ultimi tempi. Emma Bonino è l'esponente politica italiana nominata in gennaio commissaria europea per la pesca, Marco Zatterin è giornalista e portavoce stampa della sig.ra Bonino e l'ippoglosso è un pesce, del quale né l'una né l'altro avevano mai sentito parlare sino a poco tempo fa. Ma proprio l'ippoglosso nero è stato, in primavera, al centro di un conflitto tra l'Unione europea e il Canada che ha visto colpi di mano in alto mare, tenaci trattative a livello diplomatico e chiassose baruffe durante le conferenze stampa al di qua e al di là dell'Atlantico.

A scatenare il conflitto è stata la decisione dei canadesi di dare la caccia, con metodi assai discutibili, ai pescherecci da traino spagnoli che, servendosi di metodi altrettanto discutibili, non lasciavano alcuna via di scampo al povero ippoglosso. Emma Bonino è intervenuta difendendo con toni assai duri ("atto di pirateria") una posizione europea molto fragile, mentre Marco Zatterin condiva il tutto con profonde riflessioni che potrebbero essere tratte dall'album di poesie di Forrest Gump: "Una nave spagnola che batte bandiera sudafricana e ha un equipaggio sudafricano è una nave sudafricana!"

Il conflitto è stato appianato, ma non definitivamente risolto e il clima tra Ottawa e Bruxelles è rimasto gelido come le acque delle Great Banks al largo delle coste di Terranova. L'increscioso incidente ha procurato alla combattiva sig.ra Bonino una notorietà altrimenti impensabile, ma il burrascoso inizio ha lasciato aperte alcune ferite, in quanto la battaglia propagandistica tra l'Unione europea e il ministro canadese per la pesca Brian Tobin ha penalizzato l'Unione europea. I pescatori spagnoli sono infuriati, così come il governo di Madrid, e anche il Portogallo, il secondo Stato membro maggiormente interessato ai fondali di pesca dell'Atlantico nord-occidentale, ritiene di essere stato danneggiato dall'accordo raggiunto. Gli inglesi, dal canto loro, vedono confermata la loro diffidenza nei confronti di tutti quelli che parlano spagnolo o che governano a Bruxelles. Emma Bonino viene accusata di difendere ciecamente gli interessi delle superefficienti flotte da traino europee, nonché di essere inse

nsibile alle esigenze di conservazione delle risorse, tollerante nei confronti dei "pirati" del mare quando si tratta di Stati membri e soprattutto incapace di organizzare una risposta convincente e compatta da parte dell'Unione.

La Bonino non è certo incline a lamentarsi, tutt'altro, ma di fronte a tutti questi attacchi non può trattenersi dal ripetere "It's not fair", sentendosi criticata ingiustamente. E' senz'altro vero che di lei è stata presentata un'immagine tanto incompleta e incorretta quanto l'appellativo "commissaria dei pesci". Non bisogna infatti dimenticare che all'interno della Commissione di Bruxelles la Bonino è responsabile anche per gli aiuti umanitari ed i problemi dei consumatori, compiti che espleta per lo meno con pari impegno e competenza. Anche in piena guerra dell'ippoglosso si è infatti recata nelle zone di guerra in Ruanda, in Burundi e in Bosnia occupandosi degli aiuti comunitari a favore delle vittime.

Per quanto riguarda poi i pesci la Bonino si è ritrovata, tanto per rimanere in campo alimentare, una patata bollente in mano. Questo settore doveva essere infatti affidato al norvegese Thorwald Stoltenberg ma, in seguito al referendum con il quale i norvegesi hanno bocciato l'adesione all'Unione, il gravoso compito è stato affidato alla dinamica commissaria italiana. Conoscenze specifiche del settore non ne aveva, tranne un'intossicazione da pesce durante un viaggio in Namibia. "Non ne sapevo assolutamente nulla" ammette la quarantasettenne signora. Laureata in filologia, libera pensatrice anticlericale, Emma Bonino ha combattuto in passato per il diritto al divorzio e all'aborto, contro l'industria nucleare e l'impoverimento del Terzo mondo. Entrata nel partito radicale, è stata eletta al Parlamento di Roma e di Strasburgo. In Italia non è nota tanto nelle vesti di parlamentare, quanto come un'intrepida paladina dei diritti civili, che ha al suo attivo numerosi episodi di disobbedienza civile: scioperi

della fame, carcerazione volontaria e manifestazioni spettacolari. Lei smentisce con fare divertito e compiaciuto la voce secondo la quale il Papa l'avrebbe chiamata strega. Che una simile personalità sia stata chiamata a Bruxelles nella "stanza dei bottoni" dell'apparato comunitario, spesso accusato di essere anonimo e burocratico, lungi dall'essere un appunto nei confronti della persona, depone a favore di questo stesso apparato.

Come si conciliano gli atti di insubordinazione del suo passato con il suo insistere in modo unilaterale su posizioni giuridiche formali nel conflitto sulla pesca? "Bene", dice Emma Bonino, perché la logica della disobbedienza civile è un'altra: chi infrange le leggi in nome dei diritti dell'uomo e del cittadino mira ad una punizione. "Si vuole avere un procedimento, si vuole andare in prigione". E questo in effetti non si può dire di Tobin, che andando contro il diritto del mare ha fatto catturare in acque internazionali la nave spagnola "Estai". Quello che vuole in realtà questo eroe popolare per la Bonino è chiarissimo: non proteggere i pesci, ma farsi rieleggere. Tobin ha provocato volontariamente il conflitto benché le due parti fossero d'accordo per risolvere la controversia al tavolo delle trattative. Il fatto che l'ex annunciatore radiofonico abbia potuto assurgere a salvatore della fauna minacciata è di nuovo un po' "unfair". Ma la Bonino aggiunge "ho ancora tempo. Si vedrà quanto io prenda sul s

erio la protezione degli stock." E' decisa a far valere le regole di gioco concordate. Ha approvato che venisse tolta la licenza ad una nave spagnola che non aveva rispettato il regolamento. Ha giudicato "illegale" il blocco violento delle importazioni agricole marocchine nei porti di Algesira e di Almeria, nella Spagna meridionale (nella guerra globale per i fondali di pesca la linea del fronte corre attualmente tra UE e Marocco). Voilà, nessuno può rimproverarle di bollare solo le infrazioni made in Canada.

Il nuovo accordo di pesca con il Marocco, perseguito con tenaci negoziati, che riprenderanno il 1 giugno, costerà altri posti di lavoro alla Spagna e altre simpatie alla Bonino. E' difficile, dice la Bonino, far capire agli interessati che c'è bisogno di una gestione degli stock sottoposta ad un controllo veramente efficace e che il numero dei posti di lavoro è però destinato a calare. "Tutte le volte che viene da me una delegazione di pescatori mi sento dire: Mio nonno era pescatore, mio padre era pescatore ed io non voglio fare altro che il pescatore. Fine della trasmissione." A questa semplice filosofia manca la materia prima: "Non c'è abbastanza pesce." Chi è che deve far capire alla gente questa dura verità, se non le persone competenti a Bruxelles, che non hanno, come Tobin, una clientela elettorale da tener buona? Ma questo non giova certo all'immagine. "Quando concludiamo un accordo come quello con il Canada, si grida con tono di accusa: Bruxelles! Ma se ci sono soldi per la ristrutturazione -1,5

miliardi di marchi nel 1994 - non c'è nessuno che dica: questi soldi vengono dall'UE." Non è giusto. Qualche riconoscimento tuttavia non manca alla commissaria. Dov'è che si è potuto leggere il miglior ritratto di colei che tante battaglie ha condotto contro la bigotteria clericale? Ma proprio su "Famiglia cristiana", una lettura devozionale di marca episcopale. E c'è un altro articolo che Emma Bonino mostra con soddisfazione. Vi si parla di un certo "ammiraglio Tobin", un uomo di "spiccato cattivo gusto", la cui "lingua si dibatte come un ippoglosso nella rete". E' quanto si può leggere in "Globe and Mail", Toronto, Canada. Per l'ippoglosso, c'è pure giustizia a questo mondo!

 
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