22 giugno 1995
di Giommaria Ponti
IL SALVAGENTE
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SOMMARIO. Interessante dibattito tra esponenti delle strutture che si occupano del consumo e della difesa dei consumatori, che consente ad Emma Bonino di esporre i suoi punti di vista. In teoria, avverte la Bonino, i consumatori dovrebbero costituire la lobby più potente, invece non è così. Viene peraltro chiesta una direttiva-quadro comunitaria sui diritti degli utenti. La materia della discussione è quindi suddivisa in tre paragrafi: 1) Una legge per le associazioni; 2) I controlli; 3) ma come informare la gente?
Il Salvagente ha riunito per la prima volta intorno allo stesso tavolo il Commissario Europeo per la politica dei consumatori e alcuni operatori della comunicazione cosiddetta di servizio. Come Antonio Lubrano ed Amanuela Falcetti. E un esperto, Renato Strada. Per dire ...
Bruxelles, Maastricht, Strasburgo: città lontane, Europa prossima ventura ma ancora misteriosa per moltissimi cittadini della Comunità. Soprattutto quelli italiani. Eppure lì, e lo sappiamo bene, si stanno decidendo le sorti economiche degli Stati, gli interessi dei loro abitanti, le nuove regole che varranno per tutti.
Perché l'informazione sull'attività del Parlamento europeo e della Commissione europea presieduta da Jacques Santer, è cosi scarsa, soprattutto in materia di diritti, di consumi e di controlli sui prodotti? Partendo da questo interrogativo "Il Salvagente" ha riunito per la prima volta intorno allo stesso tavolo il Commissario europeo per la politica dei consumatori Emma BONINO e alcuni dei più importanti operatori della comunicazione di servizio che in Italia da anni lavorano in discreta solitudine. Tra gli altri c'erano Antonio LUBRANO, che con la sua trasmissione ormai rappresenta una specie di istituzione; Emanuela FALCETTI che di primo mattino dal GR1 di Radio Rai "sveglia" l'Italia e la prepara ad affrontare la giornata con le sue "Istruzioni per l'uso", c'era Renato STRADA, presidente della Consulta delle associazioni dei consumatori presso il ministero dell'Industria; diverse agenzie di stampa.
E, naturalmente, il nostro giornale che ha aperto la discussione con il Commissario Emma BONINO. Chiedendogli intanto come intende muoversi per far contare di più gli utenti-consumatori in vista dei cambiamenti dei prossimi cinque anni (dalla moneta unica alla piena attuazione del trattato di Maastricht). "In teoria - ha risposto la Bonino - gli oltre 300 milioni di consumatori della Comunità dovrebbero essere la lobby più forte. Ma non é così: ciascuno di noi é commerciante, banchiere, operaio, insomma qualcos'altro. E' così dappertutto e il problema è organizzare questi interessi comuni. Bisogna far crescere una cultura di tutela del consumatore. O meglio, dei diritti degli utenti. Bisogna capire che tra competitività industriale e consumatore non solo non ci deve essere contrapposizione, ma anzi si possono sviluppare sinergie. E poi bisogna prestare grande attenzione alla questione dei servizi: quelli primari, certo, ma anche quelli bancari e finanziari in generale."
Partendo da queste premesse, Renato Strada ha lanciato la proposta di una carta dei servizi europei, una sorta di direttiva-quadro che uniformi le singole legislazioni dei Paesi membri. E ha posto la questione centrale. Come fanno i consumatori ad avere potere se le loro associazioni non sono, in Italia, riconosciute in sede parlamentare, non possono portare in giudizio le grandi società e fanno fatica a finanziarsi?
UNA LEGGE PER LE ASSOCIAZIONI
"Sì, una legge che dia delle indicazioni di base per i consumatori e che permetta il riconoscimento delle associazioni è indispensabile - ha ammesso la Bonino. Anzi, proprio a causa dell'assenza di associazioni riconosciute, tutta una serie di direttive europee non vengono attuate e restano sulla carta.
Prendiamo l'accesso alla giustizia civile: nel '91 la durata media dei procedimenti civili di primo grado era di 1166 giorni, cui si aggiungono 1119 giorni per l'appello. Cioé sei anni. Con questi tempi come puo' un utente fare causa a una società dei telefoni per una bolletta da centomila lire? Ma se gli utenti sono un milione, rappresentati da una o più associazioni, allora il discorso cambia. E' una proposta che ho fatto in sede comunitaria, e non è un caso che l'unico che si è alzato per sollevare obiezioni è stato il sottesegretario Mastrobuono, rappresentante del governo italiano. La nostra legislazione è insufficiente".
Non solo, ma sulle singole questioni alla fine sono solo le associazioni dei consumatori del Nord Europa ad avere voce in capitolo, creando anche degli squilibri. Il commissario Bonino fa un esempio apparentemente buffo, in realtà molto significativo degli interessi tutelati: poco tempo fa alcune associazioni nordiche hanno chiesto che da un insetticida venisse eliminato un componente, efficace contro le zanzare. Gli si è fatto osservare che cosi in Italia le zanzare non le uccide più nessuno. La risposta è stata: da noi non pungono.
I CONTROLLI
Antonio Lubrano invece ha sollevato un'altra questione importante: quella dei controlli di qualità. "Da circa un anno é venuto fuori il marchio CE, che lo stesso produttore si attribuisce. Scusate, ma i controlli chi li fa? E che valore hanno ?".
Anche su questo punto il Commissario europeo ha colto lo spunto offerto, per una riflessione più ampia: i controlli li fanno gli Stati membri e non c'é per ora modo di unificarli. "Io posso solo dare un parere, - dice la Bonino - bisogna fare un salto giuridico perché così non funziona. Adesso è lo Stato membro che segnala le anomalie alla Commissione che poi prende i provvedimenti. Ebbene, sapete che dall'Italia su una materia delicata come la sicurezza dei giocattoli non è arrivata una sola segnalazione ? Ci sono tre possibilità: o siamo il Paese con i giocattoli più sicuri (e lo escludo); o non si fanno i controlli; oppure si fanno e non ci vengono segnalati. A me va bene che i controlli rimangano agli Stati membri, non si puo' certo pensare a una polizia europea. Ma le segnalazioni vanno fatte, altrimenti qualsiasi direttiva senza controlli rimane carta straccia.
MA COME INFORMARE LA GENTE ?
Comunicare con i cittadini utenti attraverso tutti i canali disponibili. Ecco un altro degli obiettivi di Emma Bonino, che da poco ha finalmente visto trasformato il Servizio politico dei consumatori in una Direzione Generale. "Ora vorrei ristrutturarlo in due branche. - ha spiegato - Una per l'attività normativa (quella che attualmente funziona) e una informativa. Si potrà così coordinare quanti nei singoli Paesi fanno informazione sull'argomento".
L'idea è quella di studiare un progetto di comunicazione multimediale (messo a punto magari da un'agenzia specializzata) che individui i canali migliori per far arrivare le informazioni ai cittadini. I soldi non sono tanti (complessivamente l'ufficio della Bonino dispone di 19 milioni di Ecu - circa 40 miliardi di lire - da suddividere nelle iniziative realizzate nei 15 Paesi nell'Unione europea). "Bisogna creare delle sinergie tra gli Stati membri, dice ancora, altrimenti non si puo' fare una campagna di informazione capillare con queste risorse. Noi possiamo dare un impulso che deve essere recepito dai singoli stati."
Non più quindi soltanto il solito volumetto divulgativo sul lavoro della Commissione, ma qualcosa di più articolato. Come ad esempio l'utilizzo del sistema Internet, al quale è già possibile collegarsi via computer per avere informazioni sui lavori della Commissione europea. In particolare, sulle questioni dei consumatori è possibile rivolgere delle domande specifiche: una persona incaricata risponde a tutti gli interlocutori telematici.