Pesca a regime unico. I punti più controversi sul tavolo rimangono la gestione delle risorse e le taglie minime25 giugno 1995
CORRIERE ADRIATICO
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SOMMARIO. Emma Bonino indica quali siano le difficoltà del settore, alla fine dei lavori del seminario sulla pesca in Adriatico svoltosi ad Ancona. Instaurare un regime unico della pesca in Adriatico è impresa difficile. E' anche difficile che si possa ottenere in Europa l'approvazione del regime transitorio delle taglie invocato dai pescatori in Adriatico a causa della peculiarità di quel mare. Segnalato anche un intervento di Tajani, coordinatore di Forza Italia.
L'obiettivo di instaurare un regime comune di pesca per i paesi del Mediterraneo, finalizzato alla preservazione delle risorse ittiche, presenta molte difficoltà.
Lo ha detto ieri ad Ancona il commissario europeo Emma Bonino incontrando i giornalisti durante i lavori, che si sono conclusi ieri sera, della commissione della pesca formata in ambito comunitario in collaborazione con il Parlamento europeo.
"E' un processo tutto in salita -ha detto BONINO dopo un incontro con 40 operatori economici europei - perchè i paesi UE interessati sono solo quattro : Italia, Grecia, Spagna e Francia. Con gli altri Stati si possono cercare accordi, ma è necessario avviare negoziati. Alcuni di questi paesi hanno economie non floride, stipulano accordi con paesi terzi, come Taiwan e Corea. Ma - ha continuato - dobbiamo perseguire l'idea di una convenzione per la gestione delle risorse del Mediterrneo. Il tema sarà affrontato nella conferenza di Barcellona del 26-28 novembre. Spero bene. A regolamentare lo sforzo di pesca nel nord Atlantico ci siamo arrivati". Quanto al regolamento Ue 16/26 sulle misure del pescato, criticato dalle marinerie adriatiche per le taglie minime previste, BONINO lavora per un regime transitorio. Il commissario ha poi lamentato che le Regioni - specie Sicilia, Sardegna, Calabria e Campania - trascurano i fondi Ue per il settore. "E' uno spreco: ci sono 45.000 miliardi fino al '99, ne abbiamo chiest
i 3.000".
Il regime transitorio sulle taglie, invocato dagli operatori adriatici perchè il mare offre pesce di piccole dimensioni a causa del grado di salinità e dei bassi fondali, dovrà però essere accettato dal consiglio dei ministri della pesca Ue. BONINO ha affermato che l'intesa dovrebbe essere raggiunta, in quanto è stata almeno in parte compresa la "peculiarità" del mare Adriatico: nella fase di regime transitorio, però, non sarà possibile vendere il pesce "sotto taglia" nei mercati dei partner europei, dove invece il regolamento 16/26 è applicato.
"La deroga per l'Adriatico che cerchiamo di ottenere - ha specificato il commissario Ue - riguarda il merluzzo e la triglia. Rimane fermo però che ci sarà un limite temporale al regime transitorio, e che quindi i pescatori italiani devono cominciare a ridurre lo sforzo di pesca e a riconvertire le proprie attività. Ci sono i fondi comunitari e le linee di credito necessarie per avviare questo processo".
Sul tema della pesca è intervenuto dopo un incontro con BONINO il portavoce di Forza Italia Antonio TAJANI, anche lui ad Ancona per un'iniziativa di partito, il quale ha criticato il ministro LUCCHETTI per la sua assenza dal consiglio UE del 15 giugno, quando si è discusso proprio del regolamento sulle taglie che interessa tanto i pescatori italiani. TAJANI, "stupito" per questa assenza, ha sollecitato un intervento del presidente DINI sulla questione.