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Archivio Emma Bonino commissario UE
La Stampa - 11 luglio 1995
HA FATTO CINQUE PASSI AVANTI
(la femminista radicale)

Emma Bonino: ora discutiamo dell'aborto; "non gli chiediamo di dire di sì ma di non condannarlo e di lasciarci decidere quando diventare madri"

di Maria Corbi

11 luglio 1995

LA STAMPA (pag.5, foto Bonino)

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SOMMARIO. Intervista nella quale Emma Bonino ribadisce il giudizio da lei dato in un comunicato stampa in merito alla lettera papale sulle donne. Si tratta, dice Bonino, di "cinque" passi avanti, ma le distanze col mondo laico sono ancora forti. Non è d'accordo con la "criminalizzazione" dell'uomo per l'aborto, né con l'esclusione della donna dal sacerdozio.

ROMA - Rispetto alla visione tradizionale della Chiesa le parole di Giovanni Paolo Il rappresentano "cinque passi in avanti". Emma Bonino, commissario europeo, saluta con soddisfazione la presa di posizione del Papa sull'universo femminile a poche settimane dalla conferenza di Pechino.

Il Papa è diventato femminista?

"Non esageriamo. Comunque si tratta di una chiara presa d'atto, e dunque di una denuncia, della discriminazione millenaria di cui sono state vittime le donne. Importante in quanto il Papa non fa il gioco ipocrita di dire che la Chiesa, o almeno sue importanti componenti, non abbiano partecipato a questa attività di discriminazione. Per la prima volta il Papa prende atto di questa responsabilità. Inoltre dà un contributo chiaro da parte della Chiesa nei confronti dell'affermazione della pari dignità delle persone, indipendentemente dal loro sesso."

Soddisfatta, quindi?

"Rimangono alcune differenze di fondo soprattutto in quello che è l'approccio tradizionale della Chiesa nei confronti dei diritti della donna."

Ad esempio?

"Ad esempio l'aborto per il quale non è tanto inaccettabile la posizione della Chiesa, ma l'assenza di un legame laico che impedisca la trasformazione in reato di tutto ciò che è considerato peccato dalla Chiesa. Non chiedo al papa di smettere di fare la sua parte come pastore delle anime ma di non imporre l'automatismo: peccato uguale reato. Non gli chiedo di dire sì alla pillola e all'aborto. Quello che però non può fare è di proibire pillola e aborto. E poi vorrei capire meglio cosa intende il Papa quando dice che l'aborto è responsabilità della donna e crimine dell'uomo. Se è, come intendo, una criminalizzazione dell'uomo, salvando in parte la donna, mi sembra assurdo visto che tutta la lettera è sulla parità fra i sessi. In questo modo si cambiano solo i termini della questione ma non il risultato. Non si può passare da un eccesso all'altro. Abbiamo appena finito di dire che siamo pari persone...".

E dopo questo avvicinamento che cosa ci si può aspettare?

"In prospettiva e fatti questi riconoscimenti vorrei che la Chiesa riconoscesse il principio secondo cui la donna è in grado di poter decidere da sola. E non solo nel mondo del lavoro e degli studi ma anche in questioni più personali come maternità, contraccezione e aborto. Insomma dall'analisi importante che il Papa ha fatto sulle donne con questa lettera dovrebbero discendere atteggiamenti concreti. Alla donna riconosciuta responsabile dovrebbe essere attribuita anche la responsabilità di decidere come e quando essere madre. E comunque, ripeto, basterebbe che la Chiesa smettesse di dire che l'aborto è un reato. Se già facesse questo potremmo essere alleati sul dato della prevenzione. Perché ancora alla conferenza del Cairo la Chiesa ha preso una posizione molto dura su qualunque contraccettivo che non fosse naturale. Invece la sicurezza deve prevalere sulla naturalità. E la Chiesa deve rendersene conto perché è un modo per combattere l'aborto."

Per il Papa l'esclusione delle donne dal servizio sacerdotale non è discriminazione...

"E perché mai l'esclusione dal servizio non dovrebbe essere discriminazione? E' comunque una preclusione e certamente un pregiudizio.

 
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