Radicali.it - sito ufficiale di Radicali Italiani
Notizie Radicali, il giornale telematico di Radicali Italiani
cerca [dal 1999]


i testi dal 1955 al 1998

  RSS
lun 29 apr. 2024
[ cerca in archivio ] ARCHIVIO STORICO RADICALE
Notizie Radicali
Cicciomessere Roberto - 10 dicembre 1992
BOSNIA ERZEGOVINA: INTERPELLANZA DEI DEPUTATI BONINO (L. PANNELLA), BUTTITTA (PSI) E LAVAGGI (PRI)

Al Presidente del Consiglio dei Ministri e al Ministro degli Affari Esteri.

Per conoscere - premesso che:

la guerra in ex-Jugoslavia e particolarmente in Bosnia-Herzegovina mostra gravi segni di recrudescenza, investendo aree sempre più grandi e numerose, nonostante le decine di risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Uniti;

tali risoluzioni, ispirate al criterio del "peace keeping", non solo omettono d'individuare le precise responsabilità della guerra in corso, con la doverosa distinzione tra aggressori e vittime, ma rischiano di avvalorare la tesi dello scontro etnico mostrando di ignorare che l'ex-esercito yugoslavo, per diretta ispirazione del regime anti-democratico di Belgrado, ha svolto e svolge il ruolo decisivo nell'aggressione contro la Bosnia-Herzegovina; che tale ruolo si espleta nel supporto militare e logistico al sedicente Partito democratico serbo (Serbska demokratska stranka); che tale partito, messo fuori legge quale organizzazione terroristica dal legittimo parlamento della Bosnia Herzegovina, rappresenta solo una parte della popolazione serba del paese e che questa stessa popolazione si trova a subire l'aggressione al pari delle altre componenti etniche, croate, musulmane, ecc;

con queste premesse l'intervento delle forze ONU non è riuscito ad ostacolare in alcun modo l'avanzata "neo-jugoslava" in Bosnia-Herzegovina, né a fermare i massacri o la "pulizia etnica";

il suddetto intervento risulta inoltre deliberatamente ostacolato dagli aggressori, sia per gli assedi in corso contro varie città della Bosnia-Herzegovina, sia per i diretti blocchi o attacchi effettuati contro i convogli umanitari;

l'insufficiente azione da parte della comunità democratica internazionale da una parte e lo stesso embargo sull'importazione di armi in Bosnia-Herzegovina dall'altra, spingono le autorità bosniache e specialmente musulmane ad accettare aiuti e alleanze militari da paesi interessati ad ottenere un'influenza diretta nell'area balcanica, alimentando così la nascita di un integralismo islamico in un paese che era esempio di civiltà e tolleranza per tutta l'Europa;

il genocidio e la pulizia etnica in atto costringono alla fuga centinaia di migliaia di persone, creando una pressione insopportabile sulla confinante Croazia, accrescendone enormemente le difficoltà economiche e destabilizzando la già fragile democrazia,

tale pressione non può non avere conseguenze nei confronti dei paesi della Comunità europea e in particolare dell'Italia -

se il Governo non intenda:

1) proporre al Segretario delle Nazioni Unite un nuovo e più adeguato livello di intervento militare, secondo le possibilità previste dall'art. 42 (cap.VII) della Carta delle N.U. e analogamente a quanto stabilito dalla risoluzione 794 (4.12.1992) del Consiglio di sicurezza, per la Somalia, al fine di assicurare la distribuzione degli aiuti alle popolazioni, rinforzando la presenza militare in Bosnia-Herzegovina e disponendo la protezione aerea dei convogli umanitari;

2) chiedere agli stati membri della Comunità europea e al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite la piena applicazione dell'embargo militare - anche terrestre - nei confronti della Repubblica federale di Iugoslavia (Serbia e Montenegro);

3) predisporre misure di intervento straordinario per alleggerire la pressione dei profughi in Croazia ed in Bosnia Herzegovina, particolarmente attraverso l'allestimento e il mantenimento di campi profughi nei territori liberi della Bosnia Herzegovina.

4) appoggiare la decisione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che richiedeva la immediata creazione di un Commissione per la verifica dei crimini di guerra e la violazione della Convenzione di Ginevra da parte della Repubblica federale di Iugoslavia (Serbia e Montenegro).

Emma Bonino, Antonino Buttitta, Ottavio Lavaggi

 
Argomenti correlati:
stampa questo documento invia questa pagina per mail