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Agora' Agora - 8 settembre 1994
UNA SOLUZIONE POLITICA ANCHE PER LA COMUNICAZIONE INTERNAZIONALE.
A D'ONOFRIO: IL PROBLEMA OGGI E' QUELLO DI UNA LINGUA INTERNAZIONALE CHE VENGA RATIFICATA ATTRAVERSO CONVENZIONI EUROPEE E INTERNAZIONALI, SULLE QUALI UN GOVERNO DAVVERO NUOVO DOVREBBE IMPEGNARSI

Sul Corriere della Sera di ieri, a proposito di "seconda lingua straniera obbligatoria", in un articolo-intervista di Francesco Merlo al ministro della pubblica istruzione, D'Onofrio parla della sua esperienza di apprendimento della lingua inglese nelle nostre scuole. Inglese che, andato in America, "non era buono neppure per chiedere una Coca Cola. Purtroppo - continuava il ministro - non possiamo permetterci insegnanti di madre lingua nelle nostre scuole. Ma imparare i rudimenti di una lingua straniera è sempre meglio che niente."

I radicali ritengono che oggi il problema non è più quello di far apprendere - male - una lingua straniera (figurarsi poi come se ne potranno apprendere bene addirittura due! E quanto costerà agli studenti e alla società!). Il problema da risolvere, ora, è quello di garantire la comunicazione internazionale a quella famiglia umana che parla ben 5.600 lingue diverse e, anzitutto, a quella famiglia europea che a gennaio ne parlerà dodici.

Le nazioni hanno un solo modo per risolvere questo problema:

politicamente. Ratificando, attraverso convenzioni internazionali, l'adozione di una lingua NON etnica - e apprendibile pienamente già all'interno degli anni della scuola dell'obbligo - come la Lingua Internazionale.

D'Onofrio, a proposito di esperanto, ha già dalla sua la positiva relazione finale della Commissione ministeriale costituita lo scorso anno. Se ne faccia forte e dia la possibilità a genitori e studenti di scegliere per comunicare nel mondo un idioma non etnico. Lo faccia per il suo Governo (il nuovo che avanza?) lo faccia per la democrazia (perché continuare ad agevolare le lingue più forti dei popoli più forti e le persone più ricche che hanno il denaro necessario per andare ad imparare veramente le lingue all'estero?), per salvare l'ecosistema linguistico culturale mondiale (la guerra delle lingue nel prossimo secolo farà scomparire il 50% delle lingue parlate oggi nel mondo), lo faccia perché la scelta della lingua straniera sia nuovamente una scelta di piacere e non di necessità, lo faccia per farci risparmiare utilmente tanti, tanti miliardi...

GIORGIO PAGANO

Responsabile della "Campagna per il diritto alla lingua internazionale"del Partito radicale e Segretario dell'ERA, associazione radicale "esperanto".

Per informazioni telefonare allo 06-689791

 
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