I GIORNALI ORA DEVONO ROMPERE IL MURO DELL'OMERTA' SULLA LINGUA INTERNAZIONALE: IL RADICALE Giorgio PAGANO ANNUNCIA UNA INIZIATIVA PRESSO I DIRETTORI DI TESTATE GIORNALISTICHE.Roma 15.09.1994
Dichiarazione di Giorgio Pagano Responsabile del Partito radicale della "Campagna per il diritto della famiglia umana alla lingua internazionale" e Segretario dell'ERA, associazione radicale esperanto.
La Relazione finale della Commissione ministeriale sulla lingua internazionale - chiesta dai parlamentari radicali nel '93 e costituitasi lo stesso anno - indicava al ministro l'opportunità di inserire subito tra le 4 lingue apprendibili nelle scuole elementari anche l'esperanto: sia come ottimo strumento glottodidattico sia, appunto, quale lingua non etnica e internazionale.
Il ministero ha scelto non la via più prudente ma, quella super-
iper-prudentissima (è questo il nuovo?), autorizzando la sperimentazione dell'esperanto nella veste glottodidattica. Ci pare davvero ancora troppo, troppo poco.
Un ministro "del nuovo" come D'Onofrio - iscritto peraltro anche al Partito radicale - è senz'altro in grado di comprende quanto il costruire una comunicazione internazionale democratica e alla portata di tutti oggi sia fondamentale per lo sviluppo dell'integraziona europea, è quindi ben altra incisività che si attendono i federalisti (anche sulla lingua) europei.
Da domani, comunque, i bambini della scuola elementare Salvemini di Torino grazie all'insegnante Carlo Bourlot si troveranno al centro dell'attenzione linguistica italiana. Questi bambini dimostreranno che l'alternativa tra il veder distrutte le proprie lingue dall'egemonia anglofona e il doverle difendere per legge -
come ha fatto Toubon in Francia o come vuol fare Mealli in Italia - esiste e non è mostruosa: ma semplicemente democratica.
Ora tocca però anche ai mezzi d'informazione che devono rompere il muro dell'omertà sulla lingua internazionale, informare i loro lettori su come è fatta questa lingua almeno dieci volte più facile dell'inglese, sulla sua storia, sui perchè (politici, democratici, economici, sociali, culturali) gli europei devono divenire tutti esperantisti.
Quest'anno anziché distribuire ai loro lettori i soliti corsi di inglese o francese, quali "gadgets" d'apertura d'anno scolastico, i direttori dei giornali italiani dovrebbero distribuire un corso di esperanto: questo l'invito formale che rivolgo ai direttori di tutte le testate giornalistiche italiane in una lettera che riceveranno la prossima settimana.