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Agora' Agora - 30 settembre 1994
SCIOPERO DELLA FAME DI CESARE CHITI, DETENUTO NEL CARCERE DI PALMI. DICHIARAZIONE DI SERGIO D'ELIA, SEGRETERIA DEL PARTITO RADICALE.

Roma, 29 settembre.

Cesare Chiti, da oltre venti anni in carcere, condannato all'ergastolo, è in sciopero della fame per protestare contro il trasferimento a Palmi che ha comportato la rottura drastica del suo percorso di reinserimento. Fino a un anno e mezzo fa Chiti era detenuto a Trani dove da molto tempo lavorava all'esterno del carcere e usufruiva di permessi premio. Del suo caso si sono occupati in una interrogazione parlamentare anche i deputati Marco Taradash, Tiziana Parenti, Tiziana Maiolo, Gian Piero Broglia, Carlo Usiglio ed Elio Vito.

Su questo caso, Sergio D'Elia, della segreteria del Partito Radicale, ha dichiarato:

"Cesare Chiti è stato, insieme ad Andraous, l'artefice di quell'esperienza nelle carceri, i collettivi verdi, che hanno caratterizzato la gestione di Nicolò Amato. Di quella esperienza, che con Chiti ha avuto successo, e che ha trasformato alcuni "boia delle carceri" in cittadini rispettosi delle leggi e delle istituzioni, l'attuale massimo responsabile e dirigente di fatto dell'Amministrazione penitenziaria ha voluto fare terra bruciata. Coerentemente con le sue proposte di 'lavoro forzato' per rieducare i detenuti e di un 'collare elettronico' per controllare quelli agli arresti domiciliari, Francesco Di Maggio considera gli ergastolani come Chiti solo per quella scritta "fine pena mai" che hanno sul fascicolo giudiziario: soggetti senza speranza. E' grave che, in un paese che sta abolendo totalmente la pena di morte e che - in sede Onu - sta proponendo a tutti gli Stati di fare altrettanto, alla guida delle carceri ci sia un uomo ispirato da una concezione così contraria ai principi rieducativi e umanitar

i sanciti dalla nostra costituzione."

 
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