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Partito Radicale Silvja - 16 maggio 1995
MACEDONIA: RITORNA IL "DELITTO VERBALE" DI JUGOSLAVA MEMORIA? DURE CONDANNE AGLI INTELLETTUALI CHE CHIEDONO L'UNIVERSITA' IN LINGUA ALBANESE. INTERROGAZIONI AL PARLAMENTO EUROPEO E NEI PARLAMENTI NAZIONALI.

Bruxelles, 16 maggio 1995. La popolazione albanese di Macedonia, un quinto della popolazione complessiva secondo le statistiche ufficiali, con la rottura della Jugoslavia e la creazione della nuova Repubblica di Macedonia, ha perduto la possibilita' di accedere all'insegnamento universitario in lingua albanese, prima sostenuto dall'Universita' di Pristina, in Kossovo. Da cị la richiesta e l'iniziativa della minoranza albanese di aprire una Universita' in lingua albanese a Tetovo, citta' macedone a maggioranza albanese.

Ma tale richiesta, presentata al Governo e sostenuta da manifestazioni pubbliche ha scatenato una ingiustificata repressione da parte delle autorita' macedoni che hanno dapprima sciolto una pacifica manifestazione e successivamente incriminato gli organizzatori. Questi, tra i quali il rettore della stessa Universita' di Tetovo, dr. Fadil Sulejmani, sono stati condannati in prima istanza a pene detentive fino a due anni e mezzo di carcere.

Repressione e condanne hanno provocato uno stato di tensione tra la popolazione albanese ed il boicottaggio dei lavori parlamentari da parte di otto deputati di questa minoranza.

Il Partito Radicale, che pure ha contribuito significativamente al riconoscimento internazionale della repubblica di Macedonia nello spirito dell'affermazione della sovranita' democratica e del ripristino dello stato di diritto, denuncia l'atteggiamento delle autorita' come contraddittorio con gli stessi principi costituzionali macedoni. Chiede inoltre la revisione del processo e la scarcerazione degli arrestati. Tali forme di repressione, di "jugoslava" memoria, innescano forme di tensione pericolosa in un'area gia' devastata da terribili conflitti etnici.

Saranno inoltre presentate nelle prossime ore risoluzioni ed interrogazioni parlamentari presso il Parlamento europeo e vari parlamenti nazionali.

 
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