Bruxelles, 31 maggio 1995. Per tutti quelli che hanno dovuto sopportare con stupore prima, con costernazione poi ed infine con disgusto l'opera perseguita con costanza da tre anni a questa parte dalla reincarnazione di Chamberlain e Daladier, la notizia delle dimissioni di Lord Owen non può che essere una buona notizia. Che se ne vada quello che ha svenduto l'onore dell'Europa, quello che è stato il complice di tutte le violazioni degli accordi, l'alibi della politica deliberata di aggressione del regime di Belgrado e dei suoi alleati di Pale, non può che rinforzare l'emergenza di un approccio radicalmente diverso dell'Unione europea nei confronti della ex-Jugoslavia, un approccio che abbia per punto di partenza l'esistenza in questo conflitto di un nemico risoluto e determinato del diritto, della civiltà, della pace: il regime di Milosevic.
Non ci resta che sperare che non ci sarà più mediatore dell'Unione europea ma, finalmente, una politica europea, una politica che faccia finalmente la differenza tra aggrediti e aggressori, tra civili sistematicamente bersagliati e criminali di guerra.