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COMUNICATO STAMPA
BOSNIA, GUERRA E INTERVENTO. CHE FANNO I NONVIOLENTI E I LIBERTARI. UNA NOTA PER CONFRONTARSI E AGIRE SUBITO. AVVIATA LA RACCOLTA FONDI PER L'INIZIATIVA RADICALE A SARAJEVO.
Firenze, 19 Luglio 1995. Vincenzo Donvito, esponente del Partito Radicale, già "frequentatore" delle galere jugoslave-titoiste per le iniziative radicali nell'epoca del regime, ha lanciato la seguente proposta:
La forza e l'efficacia della nonviolenza gandhiana è proprio nell'azione, lì dove tutto è più difficile, lì dove sembra impossibile. Ed è quello che da radicali stiamo facendo a Sarajevo, con l'apertura della nostra sede nella città assediata, con la creazione di un punto di riferimento per organizzare la resistenza all'oppressore, e per amplificare verso il mondo la strage in atto. Potremmo piangere i morti, stare alla finestra ed aspettare che altri decidano, magari con un preciso elenco delle responsabilità che hanno portato la situazione a questi livelli, ma non servirebbe a nessuno, neanche a noi stessi. I cittadini della Bosnia se ne fregano delle nostre fregole e frustrazioni, loro vogliono solo che la guerra finisca, non importa come, ma che finisca. Da radicali, federalisti europei e mondialisti, ci mobilitiamo perché venga superata la logica che ha portato al massacro, ma siamo meno di un puntino bianco in un mare di petrolio in fiamme. Dobbiamo far sì che questo puntino divenga forte, e oggi la no
stra sede a Sarajevo, con i compagni radicali bosniaci che da lì organizzano la resistenza, è un fatto molto importante di cui i bosniaci hanno bisogno. Dobbiamo renderlo il più operativo possibile, dargli tutti i mezzi necessari, a partire dal denaro. PER QUESTO ORGANIZZIAMO DA SUBITO UNA PUBBLICA RACCOLTA DI FONDI PER IL FINANZIAMENTO DI UN AVAMPOSTO DELLA RESISTENZA BOSNIACA ALL'INVASORE SERBO. Chiediamo a tutti di ridimensionare le vacanze, e di devolvere i soldi risparmiati per l'organizzazione della resistenza.
Nello stesso tempo, se i compagni bosniaci lo riterranno opportuno, siamo pronti ad andare ad aiutarli, ma solo se loro ci chiamano. IL MASSACRO BOSNIACO NOI POSSIAMO FERMARLO SOLO DA QUI, con gli strumenti della politica, convincendo chi ha gli eserciti a fermare gli assassini al soldo dell'ideologia razzista. Il Presidente della Repubblica francese ha già dato il primo segnale di disponibilità in questo senso, mentre i nostri governanti italiani diventano ogni giorno che passa sempre più complici degli assassini. E' il momento di agire, con tutte le energie, per rafforzare chi resiste sul posto (anche con le armi), e per fare intervenire chi ha la possibilità di farlo.