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Partito Radicale Silvja - 8 agosto 1995
PANNELLA: SCONGIURO I DIRETTORI E I REDATTORI DELLA STAMPA ITALIANA PERCHE' SI INFORMINO E INFORMINO SUGLI EVENTI INTERNI DELLA REPUBBLICA DI BOSNIA-ERZEGOVINA E LA "MEDIAZIONE" RUSSA VOLTA A ESTENDERE E AGGRAVARE IL CONFLITTO... UN ALLEGATO EX-JUGOSLAVO DI GRANDE INTERESSE

Roma, 8 agosto 1995

"Scongiuro il Governo, tutti i partiti, i parlamentari, in particolare i direttori e i redattori degli organi di stampa e radiotelevisivi perché seguano da subito sia gli eventi interni della Repubblica di Bosnia-Erzegovina, sia il tentativo russo di unire Belgrado e Zagabria nella spartizione della Bosnia e della sua islamizzazione.

Allego un servizio che ci giunge grazie ai militanti del Partito Radicale in ex-Jugoslavia e nel quadro della azione radicale che il segretario Olivier Dupuis sta da giorni compiendo per controllare la situazione bosnica, e creare un movimento di difesa e di solidarietà nei confronti del Presidente del Consiglio dimissionario Silaidzic.

Il Partito Radicale ha mobilitato i suoi parlamentari in oltre trenta paesi, malgrado le ferie estive, e cerca di sensibilizzare Governi e opinione pubblica, il segretario Generale dell'ONU, l'Unione Europea.

Ma senza i mass media il corso delle cose non potrà che precipitare: già nel Kossovo, in Macedonia si avvertono ripercussioni allarmanti.

Lo ripeto: scongiuro tutti a non ignorare eventi che si riveleranno ben presto incontrollabili e irreparabili".

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Sulle dimissioni di SILAJDZIC da "VJESNIK"

Lo SDA dà una scadenza a Silajdzic: l'8 agosto.

GIA' NOTI I POSSIBILI CANDIDATI A PREMIER

da "Hina"- agenzia croata

Sarajevo - Il Comitato centrale del Partito di azione democratica- SDA (il partito etnico musulmano, di maggioranza, ndt.) sabato a Zenica, in seduta a porte chiuse, ha chiesto ad Haris Silajdzic di ritirare le sue dimissioni dall'incarico di Presidente del governo, entro l'8 agosto, in caso contrario tale compito sarà affidato ad altra persona.

Già esistono possibili candidati di rilievo, tra i quali: l'attuale ministro Hasan Muratovic; il principale consigliere legale del partito Kasim Begic, nonché decano della facoltà di diritto a Sarajevo.

Se Silajdzic alla data non cambierà opinione, lo SDA chiede alla Presidenza della B-E di accettare le sue dimissioni e di aprire la procedura per la nomina del nuovo mandatario.

Il premier dimissionario non è sembrato particolarmente interessato a ridiscutere con i suoi, fino a ieri, compagni di partito, delle ragioni dello scisma. Silajdzic non è comparso alla seduta del comitato centrale, anzi lo stesso giorno è partito alla volta di Tuzla.

Lì ha vistato alcune ditte ma anche i rifugiati da Srebrenica. Dai resoconti giornalistici si è appreso che questi sfortunati che si trovano ancora alla base dell'Unprofor di Tuzla, hanno scandito slogan a favore di Silajdzic chiedendogli di non rinnovare le dimissioni.

I cittadini di Srebrenica hanno anche richiesto che finalmente siano accertate le responsabilità per la caduta della loro città nelle mani dei serbi, ma Silajdzic si è limitato dire che lui stesso è sorpreso del fatto che di questo non abbia trattato l'assemblea parlamentare e che nessun rappresentante del governo fosse stato consultato per la stesura dell'ordine del giorno.

Della caduta di Srebrenica e Zepa si è comunque parlato al Comitato centrale di SDA, ma nel comunicato ufficiale si dichiara che di ciò è colpevole la comunità internazionale. L'SDA ha solamente impegnato i corpi statali e militari di B-E affinché provvedano ai rifugiati e si impegnino alla ricerca dei dispersi.

Oslobodjenje, edizione di Sarajevo, commentando gli ultimi avvenimenti di Zenica, constata oggi come "contro Silajdzic si è attuato un attentato politico ben organizzato e ponderato". Ancora significativamente il giornale ritiene che la recente seduta del Parlamento segni una particolare sconfitta della democrazia parlamentare in B-E, proprio nel tempo in cui essa è più importante di ogni interesse di partito o delle ambizioni politiche personali. Come prova fondamentale per questa affermazione la stampa sarajevese indica l'accoglimento degli emendamenti alla Costituzione che hanno segnato un "drastico e drammatico cambiamento alle norme democratiche". Così si ritiene che sotto "la maschera della procedura democratica, pienamente ignorando l'opposizione parlamentare, si è portata avanti di fatto la volontà già espressa in precedenza dal partito di governo e perfino messa in dubbio la posizione costituzionale della Presidenza dello Stato.

Le dimissioni del premier possono risultare istruttive anche per i membri della Presidenza, ai quali è stato pubblicamente fatto capire a Zenica che non sono necessari..." conclude il commentatore di Oslobodjenje.

Uno dei partiti bosniaci di opposizione, l'Organizzazione dei musulmani-bosniaci, muove critiche all'SDA, come allo stesso Izetbegovic, affermando: - l'ultima seduta del Parlamento bosniaco ha modificato il sistema presidenziale in Bosnia per "vie nascoste", e contemporaneamente ha ignorato tutto ciò che ha compiuto il governo di Silajdzic per l'affermazione di uno Stato di diritto e dei cittadini.

Intanto, il ministro degli esteri Muhamed Sacirbej, valuta che la Bosnia ha ottenuto la simpatia del mondo per la sofferenza del suo popolo e non grazie a un qualche singolo individuo, per quanto possa questi essere meritevole. Sacirbej, sabato a Zenica, ha inoltre dichiarato ai giornalisti che "il successo personale di chicchessia toglie significato a ciò che il nostro popolo ha fatto per poter sopravvivere."

Il comitato centrale di SDA, contemporaneamente, ha manifestato la propria piena fiducia a Sacirbej, Ejup Ganic e al generale Rasim Delic (capo di stato maggiore, ndt.).

Del resto le relazioni tra Ganic e Silajdzic da tempo erano congelate, mentre con Sacirbej si sono guastate per molte ragioni relative alla conduzione della politica estera, inoltre il Premier non ha nascosto le sue critiche ai vertici militari per la caduta di Srebrenica.

Per caso o meno, Silajdzic era a Tuzla a discutere a porte chiuse con il presidente del comune Beslagic, nonché presidente dell'Unione dei socialdemocratici di Bosnia-Erzegovina, proprio mentre l'SDA a Zenica discuteva sulla situazione della Stato.

 
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