Il Messaggero, Roma 12 agosto 1995
Roma - Una croce per l'Esperanto. L'iniziativa è partita dai radicali che da tre anni si stanno battendo per la diffusione di una lingua internazionale. Le croci alte tre metri sono state poste davanti alle sedi dei principali giornali della capitale per sollecitare una maggiore informazione sul problema. "L'Esperanto è una lingua ben viva - spiega Giorgio Pagano, radicale, coordinatore della "campagna per il diritto alla lingua internazionale" - ed è parlato da più di dieci milioni di persone nel mondo. La sua conoscenza potrebbe favorire notevolmente l'integrazione europea e bloccherebbe il fenomeno della scomparsa delle lingue: delle 6000 che c'erano nel mondo, 2500 sono ormai morte". In un appello inviato ad organismi internazionali, sottoscritto da esponenti della cultura, dell'ambientalismo e dello spettacolo, si chiede che l'UNESCO studi una convenzione "per la diffusione e la progressiva adozione dell'Esperanto come lingua ausiliaria, che l'Esperanto la lingua di riferimento giuridico dell'Unione E
uropea e che il suo studio venga promosso nelle scuole. "L'Esperanto - dice ancora Pagano - non è uno strumento culturale, c'è già l'italiano . E' invece uno strumento linguistico che ci permette di muoverci velocemente nel mondo"