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Partito Radicale Centro Radicale - 17 ottobre 1996
DA BELGA E RADICALE PER... L'ITALIA AL PARLAMENTO EUROPEO

di Heide Newson

Grenz-Echo, martedi, 15 ottobre 1996

(con foto)

Bruxelles. Nel settembre 1985 fu incarcerato a Dubrovnik per le sue convinzioni politiche; poco dopo arrestato alle Porte del Berlaymont (a Bruxelles) come obiettore di coscenza; il 15 aprile 1996 si trasferisce al Parlamento europeo come successore del parlamentare europeo italiano Marco Pannella. Si tratta del belga Olivier Dupuis, uno dei deputati del Parlamento Europeo più ambigui ed insoliti. Circondato da bandiere nazionali tibetane di miglior seta, volantini di ogni taglio che richiedono la libertà per il Tibet e la democrazia per la Cina, il belga nato ad Ath nel 1958, nel suo piccolo ufficio in rue Belliard a Bruxelles, cerca di portare a compimento contemporaneamente due grandi lavori politici. E' Segretario del Partito Radicale Transnazionale ed altrettanto parlamentare europeo del Partito italiano dei Riformatori, dice lui, ammettendo che questo doppio incarico suona un po' esotico.

Il Trattato di Maastricht aveva aperto a Dupuis la possibilità di essere il primo cittadino eletto per un partito di un altro paese dell'UE al Parlamento Europeo. Il mio incarico in quanto Segretario del Partito Radicale Transnazionale non si scontra con questo nuovo ruolo al PE per il Partito dei Riformatori italiano, rassicura lui ed esclude subito eventuali conflitti di lealtà.

Che con questo doppio incarico si è fatto carico di una enorme richiesta di lavoro, ne è consapevole. Ma questo non è niente di nuovo. E' da anni che Dupuis è impegnato per entrambi i partiti che lavorano strettamente insieme. Nel 1981 lo studente di Scienze Politiche (Università di Lovanio) si iscrive al Partito Radicale. Dalle sue pubblicazioni viene a maggiore conoscenza delle idee. Corrispondevano del tutto alle mie convinzioni politiche ed eccezionali erano i contenuti del liberalismo, spiega Dupuis e parlandone sembra tutto fuorché radicale. Quello che da fastidio ai tedeschi, austriaci o scandinavi sul nostro partito, è la parola "radicale", ride il neoeuroparlamentare, cercando di contrapporre alla disintonia polemica per un aggettivo insignificativo le più importanti caratteristiche essenziali del Partito Radicale Transnazionale - linearità, responsabilità e coscienza della giustizia, profonda umanità, verità... ecc.

Diritti umani

Dal 1987 il Belga lotta nel centro-est Europa per un ordinamento democratico e per i diritti umani. In Jugoslavia, assieme al suo compagno di pensiero politico, l'italiano Marco Pannella, si impegna per una Macedonia indipendente. La sua integrità ed il suo impegno vengono apprezzati dagli amici del partito. Nel 1994 viene candidato alle elezioni europee nella Lista Pannella-Riformatori. Nell' aprile 1995 diventa Presidente del Partito Radicale, nel 1996, in seguito alle dimissioni di Marco Pannella, si trasferisce al Parlamento Europeo. Cinque priorità stanno all' ordine del giorno di Dupuis: la libertà per il Tibet, l'abolizione della pena di morte, la libera distribuzione delle droghe pesanti e leggere, la condanna dei crimali di guerra nonchè l'esperanto come lingua ausiliare nelle istituzioni dell"UE e prima lingua straniera nei paesi membri.

Questa lista in cinque punti sembra stargli di più al cuore che la prevista unione economica e commerciale della Conferenza per la Riforma del trattato di Maastricht. Solo attraverso una libera distribuzione di tutte le droge ed una ragionevole politica sugli stupefacenti, si potrebbe sottrarre ai cartelli internazionali il terreno di un commercio lucrativo, considera, e rimprovera ai Liberali europei l'allontanamento da queste uniche posizioni liberali. In quanto eurodeputato e segretario del PRT si impegna affinché le istituzioni internazionali escano dal loro vicolo cieco riguardante la politica sulla Jugoslavia. Dalle sue critiche - Dupuis lottava nel 1985 per l'adesione della Jugoslavia all'UE - non risparmia nemmeno l'ex Presidente della Commissione Europea Jacques Delors. Il francese viene da lui assai rimproverato per gli errori commessi. Delors venne criticato per lo spargimento di sangue nei Balcani, afferma Dupuis, ed è tuttoggi convinto che l'Europa abbia del tutto fallito nella politica sulla Ju

goslavia.

L'appello al Segretario ONU

Nelle aule del Parlamento europeo, Dupuis mette in discussione l'etica soprattutto l'efficacia del Tribunale di guerra dell'Aja. Ha raccolto 1.000 firme di parlamentari con lo scopo di poter giudicare in contumacia i criminali di guerra, tra cui anche Karadzic, Mladic e perfino Milosevic. L'appello si trova sulla scrivania di Boutros Ghali, è contento il belga sperando che finalmente qualcosa accada. Anche al rapporto UE-Tibet ovvero alla politica sulla Cina il deputato italiano con il passaporto belga sta dando una spinta europea. La questione del Tibet sarà rilanciata dal belga in ottobre a Strasburgo. E non come ultimo, grazie al suo impegno, l'instancabile lottatore per la libetà del popolo tibetano, il Dalai Lama, verrà a Straburgo. In un clima amichevole si vuole dimostrare chiaramente alla Cina che cosa sia giusto e che cosa ingiusto. Nel centro di questa visita verrà portata la questione dei diritti umani in Tibet nonché la custodia della cultura e religione tibetana, spiega Dupuis.

 
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