Bilancio della presenza radicale al Parlamento europeo nella prima legislatura. Un patrimonio di lotte da far crescere subito. di Gianfranco dell'AlbaSOMMARIO: Un bilancio delle iniziative di Emma Bonino e Marco Pannella in 5 anni di presenza al Parlamento europeo. L'impegno contro lo sterminio per fame e la "storica" risoluzione, sottoscritta da 248 deputati di tutti i gruppi, per garantire la sopravvivenza di cinque milioni di persone nel sud del mondo. L'impegno radicale in 5 anni è stato volto a far assumere al Parlamento europeo quelle posizioni politiche che altrimenti sarebbero state sepolte dai doveri più tecnici. Questo dovrà rimanere l'impegno radicale anche per i prossimi 5 anni (NOTIZIE RADICALI n. 62, 24 marzo 1984)
Lotta contro lo sterminio per fame, rispetto dei diritti umani all'interno ed all'esterno della Comunità, integrazione europea, revisione profonda dei bilanci Cee e del funzionamento delle istituzioni, parlamento "parlamentare" e non mera appendice tecnica della Commissione e del Consiglio dei ministri Cee; ecco i grandi temi sui quali si è concentrata l'azione di Marco Pannella ed Emma Bonino. Maria A. Macciocchi, come è noto, eletta nelle liste radicali subentrando successivamente a Pannella, Bonino e Leonardo Sciascia, ha ritenuto di aderire al gruppo socialista nel febbraio '82. Sin dall'inizio, comunque, i radicali hanno inteso rappresentare al P.E. quei milioni di voti per le liste ecologiste e alternative europee, soprattutto in Germania ed in Francia, che per l'iniquità dei meccanismi elettorali non erano stati sufficienti a portare deputati in Parlamento. Si è stati così costretti a formare non un gruppo politico, ma semplicemente di coordinamento tecnico, con una diminuzione rilevante del margine d
i manovra complessivo. Marco Pannella è tuttavia diventato, di fatto, il presidente di tale gruppo ottenendo l'ingresso nell'ufficio di presidenza del P.E. La lotta allo sterminio per fame è stata senza dubbio lo sforzo più rilevante e significativo del gruppo radicale. Dopo oltre due anni di pressioni e di documenti parlamentari conseguenti, nel settembre '81 Marco Pannella ottiene sulla risoluzione da lui presentata che chiede cinque milioni di vivi subito e definita "storica" dal ministro degli Esteri francese Claude Cheysson, 248 adesioni da parte dei deputati europei, una cifra mai registrata in precedenza. Tra i firmatari della risoluzione Bettino Craxi e tutto il gruppo socialista e socialdemocratico italiani, gran parte dei democristiani italiani con alla testa Zaccagnini, l'attuale ministro degli Esteri belga Leo Tindemans, lo stesso presidente del P.E. Piet Dankert. Nessuna risoluzione aveva mai suscitato un egual numero di adesioni e di consensi; numerosi capi di Stato, ministri, oltre 150 autorit
à spirituali e religiose, tutti i massimi responsabili del sistema delle Nazioni Unite a cominciare dal segretario generale Kurt Waldheim, parlamentari di tutta Europa, premi Nobel ed esperti internazionali hanno salutato la risoluzione del P.E. chiedendone l'immediata applicazione. Insieme al progetto Spinelli di nuovo assetto della Comunità, è stato il solo grande progetto politico di difesa del ruolo di rilancio della Cee e di assunzione piena, insomma, delle sue responsabilità di grande potenza economica. Entrambi, purtroppo, sono stati o rischiano di diventare l'alibi sul quale fa perpetuare il sistema attuale. A causa dell'ostinazione del commissario per lo sviluppo della Cee Pisani di ottemperare ai suoi atti dovuti, la risoluzione Pannella infatti non è stata applicata, anche se in Belgio e in Italia due proposte di legge di attuazione delle direttive del P.E. hanno suscitato un movimento popolare e politico mai registrato in passato. Il progetto Spinelli, da parte sua, che prevede la necessità della
ratifica da parte dei dieci Parlamenti degli Stati membri, tra i quali le ultranazionaliste assemblee francese, inglese e danese, con tutta probabilità resterà a livello di intuizione politica senza esiti pratici. Le due grandi utopie del P.E. sono le nostre utopie e i nostri ideali che possono divenire realtà solo se si riuscirà a mobilitare la volontà politica necessaria. Su altri temi risoluzioni, interrogazioni, interventi e decisioni hanno visto costantemente presenti gli eletti radicali. Impossibile citare in poche frasi le innumerevoli occasioni nelle quali proposte radicali sono di fatto diventate decisioni dell'assemblea. Basteranno per tutti alcuni esempi. Dieci mesi dopo il colpo di Stato in Turchia, dopo pressioni dapprima isolate e poi sempre più condivise da altri gruppi politici, il P.E. decide, su proposta dei deputati radicali, di sospendere gli aiuti economici della Cee alla Turchia fino al ritorno di un sistema democratico reale. Sul bilancio interno e di funzionamento, dopo una denuncia
dettagliata degli abusi e degli sprechi esistenti, veniva decisa una riforma del funzionamento interno ed il taglio di gran parte delle spese superflue o ingiustificate. Sull'abolizione della pena di morte in Francia, sul rispetto delle minoranze, sugli aiuti urgenti al popolo cambogiano, sui protocolli d'accordo con la Jugoslavia ed altri paesi, sull'energia e su tanti e tanti temi l'azione radicale ha trovato rispondenza nelle altre forze politiche europee. In un Parlamento senza poteri se non quello di chiedere e cercare di ottenere per l'appunto maggiori poteri, la presenza radicale è stata determinante per far assumere al P.E. quelle posizioni politiche che altrimenti sarebbero state sepolte dai doveri e le competenze più prettamente tecniche. L'impegno per i prossimi cinque anni dovrà tendere a rimanere lo stesso, per far uscire il Parlamento e la Comunità nel suo insieme dall'impasse attuale e decidere una volta per tutte quale deve essere la configurazione di questa Europa ed i poteri del suo organo
rappresentativo.