Oggetto: sul sostegno alla candidatura del dissidente cinese WEI JINGSHENG a "PREMIO NOBEL PER LA PACE 1997".
Il Consiglio Comunale di Torino,
RICHIAMANDOSI A:
- la Risoluzione approvata dal Parlamento Europeo in data 21 giugno 1996 sula grave situazione del più famoso dissidente cinese, WEI JINGSHENG, e sulle violazioni dei diritti umani in Cina;
- la Comunicazione della Commissione europea "Una politica a lungo termine per le relazioni Cina-Europa" COM (95) 0279;
- la mobilitazione internazionale promossa da numerosi Gruppi di sostegno al Tibet nel mondo, dalla Federazione per la Democrazia in Cina, dal Partito Radicale transnazionale, per la liberazione immediata di Wei Jingsheng;
- il digiuno di dialogo di tre giorni con i ministri degli Esteri di 31 Stati del mondo, attuato dal 29 settembre al 2 ottobre 1996 per la liberazione di Wei Jingsheng, che ha visto la partecipazione di oltre 1500 persone di 31 paesi;
- la campagna internazionale per candidare Wei Jingsheng "Premio Nobel per la Pace 1997"; campagna che lo scorso 10 ottobre ha superato la quota di 500 proposte di candidatura da parte di parlamentari di decine di parlamenti nel mondo e di professori universitari delle cattedre di Filosofia, Storia, Diritto e Scienze Politiche (a Torino hanno aderito, fra gli altri, il Rettore Rinaldo Bertolino e il prof. Gianni Vattimo);
- la candidatura di Wei Jingsheng a Premio Nobel per la Pace 1997 espressa da tutti i membri del Parlamento tibetano in esilio (ATDP);
- l'assegnazione a Wei Jingsheng da parte del Parlamento Europeo del "Premio Sacharov" (24 ottobre 1996).
PREMESSO CHE
- la biografia del dissidente cinese WEI JINGSHENG è emblematica e illuminante le persistenti violazioni dei diritti umani da parte delle autorità della Repubblica Popolare di Cina:
- Wei Jingsheng nasce nel 1950 a Pechino. Nel 1966, in piena Rivoluzione Culturale, Wei ed altri giovani si raccolgono in un movimento democratico; vogliono distruggere gli archivi segreti della polizia politica. Wei viene fermato e spedito in campagna per un corso di rieducazione; tornato in città trova lavoro come elettricista allo zoo di Pechino;
- il 5 dicembre 1978 affigge al "Muro della Democrazia" il suo testo più celebre, "La quinta modernizzazione", in cui sviluppa il concetto che il progresso economico del Paese (le "quattro modernizzazioni "esaltate dal regime) deve trovare compimento nella democratizzazione del sistema. Fonda una rivista, "Esplorazioni, in cui denuncia la presenza di prigionieri politici, la miseria diffusa, la vendita di bambini nelle strade di Pechino. Solleva un problema fino ad allora sconosciuto persino nell'ambiente della dissidenza: l'occupazione e la repressione cinesi in Tibet. Prende posizione contro l'attacco militare della Cina al Vietnam. Denuncia il dispotismo dell'uomo-guida dell'era post-maoista: Deng Xiao Ping;
- il 29 marzo 1979 è arrestato; subisce un processo-farsa ed è condannato a quindici anni di carcere per "attività controrivoluzionaria". Pur sottoposto a forti pressioni fisiche e psicologiche, continua a produrre scritti in cui richiede libertà e democrazia; in particolare dalla cella del carcere, invita Deng Xiao Ping ad aprire un negoziato sul Tibet con il Dalai Lama;
- nel settembre 1993, sei mesi prima del termine pena, viene liberato; con tale gesto la Cina vuole ingraziarsi l'opinione pubblica internazionale per ottenere di ospitare le Olimpiadi dell'anno 2000; viene preferita l'Australia e il primo aprile 1994 Wei Jingsheng è nuovamente incarcerato senza accusa e detenuto senza che i suoi parenti potessero vederlo né avere notizie su di lui e sulle ragioni della sua detenzione (nonostante che le leggi cinesi impongano alle autorità di avvisare la famiglia del detenuto entro ventiquattro ore dall'arresto). La legge cinese prevede che nessuno possa essere detenuto senza accusa per più di dieci giorni: Wei Jingsheng è "ufficialmente" arrestato e incriminato per "attività volte a rovesciare il governo" solo il 21 novembre 1995, dopo 19 mesi di arresto arbitrario;
- nonostante le autorità non siano mai riuscite a dimostrare il coinvolgimento in attività che possano essere classificate come "criminali" dagli standard internazionali, il 13 dicembre 1995 Wei Jingsheng è condannato (al termine di un processo durato poche ore) a quattordici anni di carcere più tre anni di privazione dei diritti politici; dopo sedici anni di carcere duro le sue condizioni di salute sono estremamente gravi.
RITIENE CHE
- il sostegno alla candidatura di Wei Jingsheng a "Premio Nobel per la Pace 1997" rappresenti un concreto sostegno a tutti coloro che in Cina lottano affinché a un quinto della popolazione mondiale siano assicurati i diritti umani e civili fondamentali, primo fra tutti il diritto alla libertà di opinione e di espressione;
- la richiesta al governo cinese del rispetto non formale ma effettivo dei principi sanciti dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo deve diventare una componente stabile e costante di tutti i contatti intrapresi fra i rappresentanti dei Paesi Occidentali e le autorità della Repubblica Popolare di Cina;
- lo straordinario sviluppo economico compiuto dalla Cina in questi ultimi anni deve accompagnarsi al progresso dello "sviluppo democratico" (la "quinta modernizzazione"), pena la creazione di forti tensioni sociali e territoriali, già avvertibili all'interno dello sterminato Paese, e della diffusione di una pericolosa ideologia nazionalista, utilizzata dal regime di Pechino come collante per celare (non certo risolvere) le tensioni suddette.
IMPEGNA IL SINDACO E L'AMMINISTRAZIONE
- a promuovere e sostenere la candidatura di Wei Jingsheng a "Premio Nobel per la Pace" per il 1997;
- ad operare affinché in tutti i futuri contatti fra l'Amministrazione comunale e le Autorità cinesi sia posto l'accento sulla necessità di assicurare il rispetto reale dei diritti umani nella Repubblica Popolare di Cina;
- ad inviare il presente Ordine del Giorno al Comitato "Nobel per la Pace", al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro degli Esteri, ai Presidenti della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica, ai Presidenti della Commissione Esteri di Camera e Senato, ai Presidenti dei Gruppi Parlamentari di Camera e Senato, all'Ambasciatore a Roma della Repubblica Popolare di Cina.
Torino, 19 novembre 1996
(L'ODG è stato presentato da Carmelo Palma, consigliere comunale radicale in Alleanza per Torino e da altri 16 consiglieri)