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Partito Radicale Centro Radicale - 23 gennaio 1997
Wei/comune di varese/Ordine del giorno

COMUNE DI VARESE

Verbale di deliberazione del Consiglio Comunale N. 4

Oggetto: Ordine del giorno di sostegno alla candidatura del dissidente cinese Wei Jingsheng a Premio Nobel per la Pace 1997.

L'anno millenovecentonovantasette addì 10 del mese di gennaio alle ore 20.30 nella solita sala delle riunioni del Civico Palazzo, previo esaurimento delle formalità di legge, vennero per oggi convocati, in seduta straordinaria pubblica di prima convocazione, i componenti di questo consiglio Comunale nelle persone dei Signori:

Leoni Arch. Giuseppe Montalbetti Cesare Romano

Binelli Fabio Bramanti Ing. Leonardo Gerolamo

Fassa Dott. Raimondo Navarro Rag. Gregorio

Caccianiga Marco Chirillo Geom. Giovanni

Baj Rossi Dott. Riccardo Zanzi Dott.ssa Ambrogina Maria

Paci Dott. Alberto Luigi Macchione Prof. Pietro

Cranna Silvana Aletti Ornella in Morandi

Aimetti Dott. Alberto Cazzola Arch. Ovidio Angelo

Motta P. Inf. Giovanni Dominioni Rag. Riccardo Angelo

Alberti Gilberto Di Gioia Dott. Onofrio

Ghiringhelli Sergio Bressan Rag. Ivo

Perego Davide Mascetti Dott. Alberto

Mion Adriano Federiconi Geom. Luigi

Daverio Cinzia Gremmo Gabriele

Cremonesi Marco Cianciulli Rita Maria

Ventura Avv. Enrico Biancheri Avv. Pier Gianni

Mantegazza Prof. Paolo Scardeoni Carlo

Reggiori Dott. Marco Jelmini Rag. Loredana

Brusa Dott. Carlo Angelo Ermolli Gianpaolo

Sono assenti giustificati i Signori: Caccianiga e Milani.

Ingiustificati i Signori: Paci, Cianciulli e Gremmo.

Partecipano alla seduta, senza diritto di voto, gli Assessori extraconsiliari: Baratelli, Ogliari, Ortelli e Zanzi.

Partecipa, con le funzioni di legge, il Vice Segretario Generale Carlo Passera.

Il Signor Raimondo Fassa nella sua qualità di Sindaco assume la presidenza e, riconosciuto legale il numero degli intervenuti, dichiara valida la seduta per la trattazione dell'oggetto suindicato.

Fungono da scrutatori, su designazione fatta dal Presidente in apertura di seduta, i Signori: Cranna - Scardeoni - Navarro.

Verbale di deliberazione C.C. n. 4 del 10/01/1997

Si da atto che sono usciti definitivamente dall'aula i consiglieri Leoni, Mantegazza, Ermolli e momentaneamente il Consigliere Motta.

Il Sindaco sottopone al Consiglio, per l'approvazione, il seguente

ORDINE DEL GIORNO

Il Consiglio Comunale di Varese

RICHIAMATE

- la Risoluzione approvata dal Parlamento Europeo in data 21 giugno 1996 sula grave situazione del più famoso dissidente cinese, WEI JINGSHENG, e sulle violazioni dei diritti umani in Cina;

- la Comunicazione della Commissione europea "Una politica a lungo termine per le relazioni Cina-Europa" COM (95) 0279;

- la mobilitazione internazionale promossa da numerosi Gruppi di sostegno al Tibet nel mondo, dalla Federazione per la Democrazia in Cina, dal Partito Radicale transnazionale, per la liberazione immediata di Wei Jingsheng;

- il digiuno di dialogo di tre giorni con i ministri degli Esteri di 31 Stati del mondo, attuato dal 29 settembre al 2 ottobre 1996 per la liberazione di Wei Jingsheng, che ha visto la partecipazione di oltre 1500 persone di 31 paesi;

- la campagna internazionale per candidare Wei Jingsheng "Premio Nobel per la Pace 1997"; campagna che lo scorso 10 ottobre ha superato la quota di 500 proposte di candidatura da parte di parlamentari di decine di parlamenti nel mondo e di professori universitari delle cattedre di Filosofia, Storia, Diritto e Scienze Politiche (a Torino hanno aderito, fra gli altri, il Rettore Rinaldo Bertolino e il prof. Gianni Vattimo);

- la candidatura di Wei Jingsheng a Premio Nobel per la Pace 1997 espressa da tutti i membri del Parlamento tibetano in esilio (ATDP);

- l'assegnazione a Wei Jingsheng da parte del Parlamento Europeo del "Premio Sacharov" (24 ottobre 1996).

PREMESSO CHE

- la biografia del dissidente cinese WEI JINGSHENG è emblematica e illuminante le persistenti violazioni dei diritti umani da parte delle autorità della Repubblica Popolare di Cina:

- Wei Jingsheng nasce nel 1950 a Pechino. Nel 1966, in piena Rivoluzione Culturale, Wei ed altri giovani si raccolgono in un movimento democratico; vogliono distruggere gli archivi segreti della polizia politica. Wei viene fermato e spedito in campagna per un corso di rieducazione; tornato in città trova lavoro come elettricista allo zoo di Pechino;

- il 5 dicembre 1978 affigge al "Muro della Democrazia" il suo testo più celebre, "La quinta modernizzazione", in cui sviluppa il concetto che il progresso economico del Paese (le "quattro modernizzazioni "esaltate dal regime) deve trovare compimento nella democratizzazione del sistema. Fonda una rivista, "Esplorazioni, in cui denuncia la presenza di prigionieripolitici, la miseria diffusa, la vendita di bambini nelle strade di Pechino. Solleva un problema fino ad allora sconosciuto persino nell'ambiente della dissidenza: l'occupazione e la repressione cinesi in Tibet. Prende posizione contro l'attacco militare della Cina al Vietnam. Denuncia il dispotismo dell'uomo-guida dell'era post-maoista: Deng Xiao Ping;

- il 29 marzo 1979 è arrestato; subisce un processo-farsa ed è condannato a quindici anni di carcere per "attività controrivoluzionaria". Pur sottoposto a forti pressioni fisiche e psicologiche, continua a produrre scritti in cui richiede libertà e democrazia; in particolare dalla cella del carcere, invita Deng Xiao Ping ad aprire un negoziato sul Tibet con il Dalai Lama;

- nel settembre 1993, sei mesi prima del termine pena, viene liberato; con tale gesto la Cina vuole ingraziarsi l'opinione pubblica internazionale per ottenere di ospitare le Olimpiadi dell'anno 2000; viene preferita l'Australia e il primo aprile 1994 Wei Jingsheng è nuovamente incarcerato senza accusa e detenuto senza che i suoi parenti potessero vederlo né avere notizie su di lui e sulle ragioni della sua detenzione (nonostante che le leggi cinesi impongano alle autorità di avvisare la famiglia del detenuto entro ventiquattro ore dall'arresto). La legge cinese prevede che nessuno possa essere detenuto senza accusa per più di dieci giorni: Wei Jingsheng è "ufficialmente" arrestato e incriminato per "attività volte a rovesciare il governo" solo il 21 novembre 1995, dopo 19 mesi di arresto arbitrario;

- nonostante le autorità non siano mai riuscite a dimostrare il coinvolgimento in attività che possano essere classificate come "criminali" dagli standard internazionali, il 13 dicembre 1995 Wei Jingsheng è condannato (al termine di un processo durato poche ore) a quattordici anni di carcere più tre anni di privazione dei diritti politici; dopo sedici anni di carcere duro le sue condizioni di salute sono estremamente gravi.

RITIENE CHE

- il sostegno alla candidatura di Wei Jingsheng a "Premio Nobel per la Pace 1997" rappresenti un concreto sostegno a tutti coloro che in Cina lottano affinché a un quinto della popolazione mondiale siano assicurati i diritti umani e civili fondamentali, primo fra tutti il diritto alla libertà di opinione e di espressione;

- la richiesta al governo cinese del rispetto non formale ma effettivo dei principi sanciti dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo deve diventare una componente stabile e costante di tutti i contatti intrapresi fra i rappresentanti dei Paesi Occidentali e le autorità della Repubblica Popolare di Cina;

- lo straordinario sviluppo economico compiuto dalla Cina in questi ultimi anni deve accompagnarsi al progresso dello "sviluppo democratico" (la "quinta modernizzazione"), pena la creazione di forti tensioni sociali e territoriali, giàavvertibili all'interno dello sterminato Paese, e della diffusione di una pericolosa ideologia nazionalista, utilizzata dal regime di Pechino come collante per celare (non certo risolvere) le tensioni suddette.

IMPEGNA IL SINDACO

- a promuovere e sostenere la candidatura di Wei Jingsheng a "Premio Nobel per la Pace" per il 1997;

- ad operare affinché in tutti i futuri contatti fra l'Amministrazione comunale e le Autorità cinesi sia posto l'accento sulla necessità di assicurare il rispetto reale dei diritti umani nella Repubblica Popolare di Cina;

- ad inviare il presente Ordine del Giorno al Comitato "Nobel per la Pace", al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro degli Esteri, ai Presidenti della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica, ai Presidenti della Commissione Esteri di Camera e Senato, ai Presidenti dei Gruppi Parlamentari di Camera e Senato, all'Ambasciatore a Roma della Repubblica Popolare di Cina.

Prima di aprire la discussione sul presente documento, il sindaco così si esprime:

" Il Parlamento europeo è venuto assegnando il premio Sakharov, come ogni anno succede, a larghissima maggioranza al dissidente cinese Wei Jingsheng su proposta del gruppo parlamentare dei Liberali Democratici europei e del gruppo dei Radicali.

Nel corso dell'incontro avuto con la sorella di questo dissidente, che attualmente è in carcere in Cina, il Segretario del Partito Radicale lo ha pregato - in qualità di Sindaco della città di Varese - di sottoporre all'attenzione del Consiglio Comunaleun atto in cui venga richiesta espressamente la candidatura di wei Jing Sheng all'assegnazione del Premio Nobel per la Pace 1997.

Altri comuni hanno già adotatto questo atto di indirizzo tra i quali il Comune di Torino (per citarne uno dei maggiori).

La vita di WJS è emblematica e illuminante.

E nato nel 1950 a Pechino e nel 1966, in piena rivoluzione culturale, insieme a altri giovani si raccoglie in un movimento democratico per distruggere gli archivi segreti della Polizia Politica.

Viene fermato e spedito in campagna per un corso di rieducazione e tornato in città trova lavoro come elettricista allo zoo di Pechino.

Il 5.12.78 affigge al muro della democrazia il suo testo più celebre, La quinta modernizzazione, in cui sviluppa il concetto che il progresso economico del Paese, le cosidette "quattro modernizzazioni" esaltate dal regime post-maoista, deve trovare compimento nella quinta modernizzazione che è la democratizzazione del sistema politico.

Fonda una rivista "Esplorazioni" in cui denuncia la presenza di prigionieri politici, la miseria diffusa, la vendita di bambini nelle strade di Pechino.

Solleva un problema fino ad allora sconosciuto persino nell'ambiente della dissidenza: l'occupazione e la repressionecinese nel Tibet.

Prende posizione contro l'attacco militare della Cina al Viet-Nam e denuncia il dispotismo di Deng Xiaoping.

Il 29 marzo 1979 viene arrestato subisce un processo-farsa e condannato a 15 anni di carcere per attività controrivoluzionarie.

Pur sottoposto a forti pressioni fisiche e psicologiche continua a produrre scritti in cui richiede libertà e democrazia, in particolare dalla cella del carcere invita Deng Xiaoping ad aprire un negoziato sul Tibet col Dalai Lama, che è stato ospite due mesi fa circa al Parlamento europeo, ma il negoziato è ancora atteso.

Nel settembre 1993, sei mesi prima del termine della pena, viene liberato e con tale gesto la RPC ha voluto ingraziarsi l'opinione pubblica internazionale per ottenere di ospitare le Olimpiadi dll'anno 2000.

Ma viene preferita l'Australia e il 1 aprile 1994 Wei Jingsheng viene incarcerato senza accusa per più di 10 giorni, Wei Jingsheng è ufficialmente arrestato e incriminato per le attività volte a rovesciare il governo il 21 novembre 1995, e questo dopo ben 19 mesi di arresto arbitrario.

Nulla è stato dimostrato ma il 13 dicembre è condannato a 14 anni di carcere, più tre anni di privazione dei diritti politici; dopo 16 anni di carcere duro le sue condizioni di salute sono estremamente gravi.

Il Consiglio è invitato ad impegnare il Sindaco e l'amministrazione a promuovere e sostenere la candidatura di wei Jing Sheng per l'assegnazione del Premio Nobel per la Pace 1997 e ad operare affinché in tutti i futuri contatti con l'Amministrazione Comunale e le autorità cinesi - peraltro improbabili - venga posto l'accenno aalla necessità di assicurare rispetto reale per i Diritti Umani nella RPC e ad inviare il presenteo.d.g. al Comitato Nobel per la Pace, al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro degli Esteri, al Presidente della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica, ai Presidenti della Commissione Esteri Camera e Senato e ai Presidenti dei Gruppi Parlamentari Camera e Senato e agli ambasciatori della Repubblica Popolare Cinese.

Questo atto gli sta particolarmente a cuore (e dice questo senza alcuna polemica col comunismo o socialismo) perchè riguarda un problema di tutela dei diritti umani in Cina, come altrove.

Con questo non intende andare contro uno stato o un popolo ma contro un particolare regime politico che puo trovare la sua fonte di legittimazione in qualsiasi ideologia: quando si tratta di diritti umani non possono essere usati due pesi e due misure.

Quando i diritti umani vengono conculcati da paesi economicamente o politicamente deboli si tende a fare petizioni di ogni genere, quando si tratta di paesi forti è più raro e difficile.

Un caso è proprio quello della Cina. Vi sono stati pressanti inviti in passato, lo dice per estrema chiarezza, questo comune aderì ad una manifestazione di sostegno al popolo tibetano; le Prefetture furono incaricate dal Ministero degli Interni, su richiesta del Ministero degli Esteri, a non esporre la bandiera tibetana in quanto questo avrebbe potuto turbare le relazioni diplomatiche e commerciali con la RPC.

A suo parere non è stato certo un comportamento corretto. Un'amministrazione, infatti, ha il diritto di autodeterminarsi come meglio ritiene quando si tratta di tutelare i diritti umani:potrà anche sbagliarsi, ma non vede per quale misteriosa ragione si debba essere così prontamente solleciti in questo.

Questo dice perché vi sarà un'altra manifestazione a favore del Tibet per la quale non sa come si regolerà l'attuale Governo: quanto da lui prima riferito è avvenuto tempo fà.

Comunque i diritti umani vanno difesi qualunque sia il regime politico e la potenza dello stato interessato.

Crede che il CC potrà fare una cosa giusta dando un segnale di testimonianza per aiutare un apersona che lotta per la democrazia in cui, ritiene, tutti credono al di la dell' appartenennza politica."

Sull'argomento intervengono:

Jelmini: Concorda abbastanza con quanto ha detto il sindaco, ma esporrà alcune considerazioni e un approfondimento.

Ritiene che in questo documento ci sia una forte dose di ambiguità, tale da essere oggetto di strumentalizzazioni che certo chi lo propone non vorrebbe.

Oggi ovunque nel mondo ci siano persone e popoli che si battono per la libertà che non è solo liberazione da conquistatori, invasori, governi o regimi autoritari oppressivi, da vecchie e nuove forme di colonialismo o imperialismo, ma è soprattutto libertà dalla schiavitù del denara, del capitale.

Oggi è la pirateria dei capitali liberi di scorrazzare senza più vincoli dalle piazze virtuali dell'intero globo a mettere in pericolo i diritti umani, i principi stessi sui quali si è fondata la nostra civiltà.

Oggi le teorie economiche che vengono spacciate per teorie quasi morali e ineluttabili fanno si che esista una unanimità quasi universale per cui identifichiamo la libertà umana con la libertà del denaro, quando al contrario l'esperienza storica dimostra che la libertà del denaro è in genere nemica della libertà delle persone: quanto più è libero il denaro, tanto più è oppressa la gente. Un'economia globale, senza regole come quella che si sta affermando costringe persone, comunità e stati a mettersi in competizione tra di loro per attrarre investimenti in modo tale che ciascuno si sforzi di portare il costo del lavoro, le spese sociali e ambientali al di sotto di quelle degli altri.

Ne consegue un livellamento verso il basso, una disastrosa corsa verso il fondo nel corso della quale le condizioni generali, compresi i diritti umani, tendono a scendere a livello dei più poveri e disperati.

Qualcuno è forse convinto che tutto questo non c'entri con il rispetto dei principi sanciti dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo; qualcuno è forse convinto che questo modello di sviluppo abbia come finalità e conseguenze il rispetto di tali principi; qualcuno forse crede che in un mondo in cui il mercato occupi non solo un posto, come è logico che sia, ma il centro della vita ed in cui i paesi e le persone diventano merci sia possibile il rispetto effettivo e non formale dei diritti umani fondamentali di cui stiamo parlando.

Spesso in buona fede si propongono e si sottoscrivono ordini del giorno come questi che peccano un po' di ipocrisia.

Si è portati istintivamente a sottoscriverli: chi se la sente di non votare un appello come questo? Invece, a suo parere, è opportuno fare una riflessione più profonda e non accettarne acriticamente il contenuto in modo da non rendere possibileeventuali strumentalizzazioni che nulla hanno a che fare con il rispetto della Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo.

Per questi motivi è senz'altro disponibile a sostenere la candidatura del dissidente cinese, ma non condivide alcune aprti del documento e per questo intende presentare tre emendamenti.

Dove si dice "si ritiene che il sostegno alla candidatura di Wei Jing Sheng a PNP 1997 rappresenti un concreto sostegno a tutti coloro che in Cina lottano affinché a un quinto della popolazione mondiale siano assicurati i diritti umani e civili fondamentali, prima fra tutti il diritto alla libertà di opinione e di espressione", chiede che venga sostituito con "il sostegno allla candidatura di Wei Jingsheng a PNP 1997 rappresenti un concreto sostegno a tutti coloro che in Cina e ovunque nel mondo lottano affinché a tutta la popolazione mondiale siano assicurati i diritti umani contenuti nella Dichiarazione universale dei Diritti dell'Uomo."

Al secondo punto dove si dice "la richiesta al Governo Cinese di rispetto non formale, ma effettivo dei principi sanciti dalla Dichiarzione universale dei Diritti dell'Uomo deve diventare una componente stabile e costante di tutti i contatti intrapresi fra i rappresentanti dei paesi occidentali e le autorità della RPC", chiede che venga sostituito con "la richiesta al Governo cinese e a tutti i governi dei Paesi non occidentali del rispetto non formalema effettivo dei principi sanciti dalla DUDU deve diventare una componente stabile e costante di tutti i contatti intrapresi tra i rappresentanti dei paesi occidentali e le autorità di questi paesi".

Chiede che il terzo paragrafo venga eliminato perché non si hanno le carte in regola per dare lezioni agli altri Paesi su come risolvere i loro problemi. Ha il seguente tenore: "Lo staordinario sviluppo economico compiuto dalla Cina in questi ultimi anni deve accompagnarsi al progresso dello sviluppo democratico, pena la creazione di forti tensioni sociali territoriali già avvertibili all'interno dello sterminato Paese e della diffusione di una pericolosa ideologia nazionalista utilizzata dal regime di Pechino come collante per celare le tensioni suddette".

A suo parere bisognerebbe dire che la crescita è un mezzo ma non un fine per raggiungere il benessere e lo sviluppo democratico delle popolazioni in tutto il mondo".

DI GIOIA: Sosterrà la candidatura che è stata proposta nella logica che chiunque lotta per la libertà contro un sistema sopraffattore delle libertà individuali e collettive va sostenuto. Intende anche sottolineare che spesso e volentieri vengono compiute vere e proprie sopraffazioni da parte di organizzazioni e Stati nei confronti di persone che è vero che non hanno lottato per la libertà, spesso hanno compiuto atti incresciosi, ma è anche vero che vanno stigmatizzati.

Farà un esempio per essere più chiaro anche se non riguarda l'argomento in oggetto.

La Signora Silvia Baraldini che è stata condannata all'ergastolo negli Stati Uniti (ha già scontato una pena di 14 anni di carcere duro) non ha lottato per la libertà, ma è stata ed è sottoposta a metodi oppressivi. Questo consiglio comunale potrebbe prendere in considerazione in un prossimo futuro la sua situazione e discuterne in un apposito ordine del giorno.

NAVARRO: Il suo gruppo aderirà senza alcuna difficoltà alla proposta del sindaco perché ritiene che sia importante, al di la di qualche espressione che potrebbe ingenerare qualche interpretazione benevola o criticabile, la serietà e la serenità degli intenti. In qualsiasi espressione si potrebbero trovare elementi di dubbia interpretazione. Propone l'analisi del problema alla luce della semplicità.

ALETTI: Il suo gruppo appoggerà, perché la apprezza, la proposta fatta in tutela delle libertà fondamentali dell'individuo. Non starà a ripetere quanto è stato già detto, ma sarà importante in una prossima seduta di CC prendere i considerazione la situazione della signora SB.

SCARDEONI: Il voto di Rifondazione Comunista sarà senz'altro favorevole perché di fronte ad un governo che di fatto impedisce l'esercizio di diritti primari come quelli di libertà di opinione e di espressione non va tenuto un atteggiamento passivo. Se in questa sede si fosse attaccato il pensiero comunista allora avrebbe votato contro, ma ciò non è stato. Il voto sarà favorevole all'o.d.g; in quanto è stato impostato in maniera seria e corretta e perché riguarda tutte quelle situazioni per cui le persone lottano, ogni giorno, per affermare la libertà e i diritti findamentali propri ed altrui.

SINDACO:

La Giunta accoglie gli emendamenti presentati dalla Consigliera Jelmini. I primi due li comprende di più, il terzo meno perché gli sembra inutile parlare del capitalismo che c'è in Cina, ma se giova all'unanimità dei consensi lo accoglierà senz'altro. Ciò che conta, a suo parere, è il significato di questo ordine del giorno. Sul caso SB se il Consigliere Di Gioia, la Consigliera Aletti o altri vogliono elaborare un documento ad hoc non avrà alcun problema a porlo all'ordine del giorno. Certo è che il caso Baraldini, che da parecchi anni appare sui giornali per poi puntualmente scomparire, è un caso molto diverso da quello in esame. Mentre questo è un caso per il quale è quasi impossibile non essere d'accordo, fatte salve le strumentalizzazioni, per la Baraldini occorre essere "ben calibrati". Soprattutto vi è un punto che andrebbe approfondito per rendere serio l'atto: se la Signora Baraldini abbia o non abbia avuto un processo regolare. Questo è un punto chiave. Il problema vero è se sono state osservate tu

tte le garanzie processuali. Se uno è ammalato e nonostante ciò viene mantenuto in una cella invece che in un ospedale, pur sorvegliato, è un altro problema. Non basta dire "è stata condannata all'ergastolo e ha scontato 14 anni di galera", ma deve risultare - ad esmpio - che non sono state accordate determinate garanzie e che c'è una disparità di trattamento rispetto a prigionieri statunitensi accusati e condannati per lo stesso reato e che quindi esiste una discriminazione. In linea di massima è favorevole ad un o.d.g. sulla Baraldini purché corroborato da argomentazioni precise.

FEDERICONI: Chiede che il Consiglio esamini la situazione dei due italiani che sono stati condannati all'ergastolo alle Maldive per "quattro semi di haschish".

Sindaco: Deve essere chiaro che tutte le volte che si votano attidi questo tipolo si fa per rappresentare un po' tutti gli oppressi.

DICHIARAZIONI DI VOTO

Jelmini: Al Consigliere Navarro fa presente che non è solo in Cina che vengono confutati i diritti umani, accade anche in Turchia, Iran, ecc. ecc.. Per essere più chiara voleva fare l'esempio della Nigeria. Lì un famose scrittore e leader del movimento degli Ogoni è stato impiccato da un regime autoritario. Va tenuto presente che in quella nazione ci sono 45.000 detenuti politici e che ne muoiono 4000 all'anno in carcere per le condizioni inumane in cui vivono. Lo scrittore, che è stato Premio Nobel per la Pace ha detto, per far capire il modo in cui i generali e il mercato hanno distrutto il suo paese, che : "Ci è stato imposto con la forza la struttura dei bisogni e delle mode di consumo delle potenze dominanti". Questo era il senso dei suoi emendamenti.

Concluse le dichiarzioni di voto, il Presidente pone in votazione palese la sopraformulata proposta della Giunta emendata che risulta approvata all'unanimità. Il Presidente ne fa debita, corrispondente proclamazione, dando atto che il testo definitivo, comprensivo degli emendamenti è il seguente:

ORDINE DEL GIORNO

Il Consiglio Comunale di Varese

RICHIAMATE

- la Risoluzione approvata dal Parlamento Europeo in data 21 giugno 1996 sula grave situazione del più famoso dissidente cinese, WEI JINGSHENG, e sulle violazioni dei diritti umani in Cina;

- la Comunicazione della Commissione europea "Una politica a lungo termine per le relazioni Cina-Europa" COM (95) 0279;

- la mobilitazione internazionale promossa da numerosi Gruppi di sostegno al Tibet nel mondo, dalla Federazione per la Democrazia in Cina, dal Partito Radicale transnazionale, per la liberazione immediata di Wei Jingsheng;

- il digiuno di dialogo di tre giorni con i ministri degli Esteri di 31 Stati del mondo, attuato dal 29 settembre al 2 ottobre 1996 per la liberazione di Wei Jingsheng, che ha visto la partecipazione di oltre 1500 persone di 31 paesi;

- la campagna internazionale per candidare Wei Jingsheng "Premio Nobel per la Pace 1997"; campagna che lo scorso 10 ottobre ha superato la quota di 500 proposte di candidatura da parte di parlamentari di decine di parlamenti nel mondo e di professori universitari delle cattedre di Filosofia, Storia, Diritto e Scienze Politiche (a Torino hanno aderito, fra gli altri, il Rettore Rinaldo Bertolino e il prof. Gianni Vattimo);

- la candidatura di Wei Jingsheng a Premio Nobel per la Pace 1997espressa da tutti i membri del Parlamento tibetano in esilio (ATDP);

- l'assegnazione a Wei Jingsheng da parte del Parlamento Europeo del "Premio Sacharov" (24 ottobre 1996).

PREMESSO CHE

- la biografia del dissidente cinese WEI JINGSHENG è emblematica e illuminante le persistenti violazioni dei diritti umani da parte delle autorità della Repubblica Popolare di Cina:

- Wei Jingsheng nasce nel 1950 a Pechino. Nel 1966, in piena Rivoluzione Culturale, Wei ed altri giovani si raccolgono in un movimento democratico; vogliono distruggere gli archivi segreti della polizia politica. Wei viene fermato e spedito in campagna per un corso di rieducazione; tornato in città trova lavoro come elettricista allo zoo di Pechino;

- il 5 dicembre 1978 affigge al "Muro della Democrazia" il suo testo più celebre, "La quinta modernizzazione", in cui sviluppa il concetto che il progresso economico del Paese (le "quattro modernizzazioni "esaltate dal regime) deve trovare compimento nella democratizzazione del sistema. Fonda una rivista, "Esplorazioni, in cui denuncia la presenza di prigionieri politici, la miseria diffusa, la vendita di bambini nelle strade di Pechino. Solleva un problema fino ad allora sconosciuto persino nell'ambiente della dissidenza: l'occupazione e la repressione cinesi in Tibet. Prende posizione contro l'attacco militare della Cina al Vietnam. Denuncia il dispotismo dell'uomo-guida dell'era post-maoista: Deng Xiao Ping;

- il 29 marzo 1979 è arrestato; subisce un processo-farsa ed è condannato a quindici anni di carcere per "attività controrivoluzionaria". Pur sottoposto a forti pressioni fisiche e psicologiche, continua a produrre scritti in cui richiede libertà e democrazia; in particolare dalla cella del carcere, invita Deng Xiao Ping ad aprire un negoziato sul Tibet con il Dalai Lama;

- nel settembre 1993, sei mesi prima del termine pena, viene liberato; con tale gesto la Cina vuole ingraziarsi l'opinione pubblica internazionale per ottenere di ospitare le Olimpiadi dell'anno 2000; viene preferita l'Australia e il primo aprile 1994 Wei Jingsheng è nuovamente incarcerato senza accusa e detenuto senza che i suoi parenti potessero vederlo né avere notizie su di lui e sulle ragioni della sua detenzione (nonostante che le leggi cinesi impongano alle autorità di avvisare la famiglia del detenuto entro ventiquattro ore dall'arresto). La legge cinese prevede che nessuno possa essere detenuto senza accusa per più di dieci giorni: Wei Jingsheng è "ufficialmente" arrestato e incriminato per "attività volte a rovesciare il governo" solo il 21 novembre 1995, dopo 19 mesi di arresto arbitrario;

- nonostante le autorità non siano mai riuscite a dimostrare il coinvolgimento in attività che possano essere classificate come "criminali" dagli standard internazionali, il 13 dicembre 1995Wei Jingsheng è condannato (al termine di un processo durato poche ore) a quattordici anni di carcere più tre anni di privazione dei diritti politici; dopo sedici anni di carcere duro le sue condizioni di salute sono estremamente gravi.

RITIENE CHE

- il sostegno alla candidatura di Wei Jingsheng a "Premio Nobel per la Pace 1997" rappresenti un concreto sostegno a tutti coloro che in Cina e ovunque nel mondo lottano affinché a tutta la popolazione mondiale siano assicurati i diritti umani contenuti nella Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo;

- la richiesta al governo cinese e a tutti governi dei Paesi non occidentali del rispetto non formale ma effettivo dei principi sanciti dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo deve diventare una componente stabile e costante di tutti i contatti intrapresi fra i rappresentanti dei Paesi Occidentali e le autorità di questi Paesi;

- la crescita è un mezzo ma non un fine per raggiungere il benessere e lo sviluppo democratico delle popolazioni in tutto il mondo.

IMPEGNA IL SINDACO

- a promuovere e sostenere la candidatura di Wei Jingsheng a "Premio Nobel per la Pace" per il 1997;

- ad operare affinché in tutti i futuri contatti fra l'Amministrazione comunale e le Autorità cinesi sia posto l'accento sulla necessità di assicurare il rispetto reale dei diritti umani nella Repubblica Popolare di Cina;

- ad inviare il presente Ordine del Giorno al Comitato "Nobel per la Pace", al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro degli Esteri, ai Presidenti della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica, ai Presidenti della Commissione Esteri di Camera e Senato, ai Presidenti dei Gruppi Parlamentari di Camera e Senato, all'Ambasciatore a Roma della Repubblica Popolare di Cina.

Con separata votazione palese ed unanime, il CC dichiara poi il presente provvedimento immediatamente eseguibile ai sensi e per gli effetti dell'art. 47 (comma 3 della Legge 8.6.1990, n. 142.

Del che si è redatto il presente verbale che viene come appresso sottoscritto.

Il Vice Segretario Generale Il Presidente

(Carlo Passera) (Raimondo FASSA)

PROT. 1365

Relazione di Pubblicazione

La presente deliberazione è in corso di pubblicazione all'albo pretorio per la durata di gg. 15 consecutivi dal 16 gennaio 1997.Varese, 16 gennaio 1997

Il Segretario Generale

(Antonio Conte)

 
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