Bollettino di informazione del Comitato europeo di Coordinamento "Ginevra 1997"
Numero 2 del 23 gennaio 1997
Redazione: Rue Belliard 89 - Rem 5.08, 1047 Bruxelles (B)
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Pubblicato in inglese, francese, italiano
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IN 15.000 A GINEVRA IL 9 E 10 MARZO
APERTURA DEI NEGOZIATI SINO-TIBETANI
Si sono chiusi i lavori del II. Seminario per la libertà del Tibet e la mobilitazione per "Ginevra 1997", per le due giornate di manifestazioni per la libertà in Tibet, è entrata nella fase terminale. Meno di 50 giorni al 9 marzo, meno di 50 giorni per portare a Ginevra migliaia e migliaia di persone per chiedere l'apertura dei negoziati sino-tibetani cosi' come da anni il Dalai Lama chiede. Una grande stagione di dialogo con le Nazioni Unite, con i i Governi di tutto il mondo potrà prendere il via da "Ginevra 1997", per definire pacificamente la questione tibetana; una grande stagione di iniziative nonviolente per sostenere un movimento mondiale di cittadini per la libertà del Tibet occupato.
In questo numero di "Ginevra Fax" pubblichiamo la Piattaforma Politica della manifestazione, il programma della "due giorni" e il primo comunicato stampa del Coordinamento europeo.
Nei prossimi giorni saranno diffusi altri numeri di "Ginevra Fax" contenenti le conclusioni politiche del Seminario di Strasburgo, svoltosi grazie ai deputati europei Adelaide Aglietta del gruppo Verde e Olivier Dupuis del gruppo ARE che ne hanno consentito l'organizzazione pratica e finanziaria, e le prime informazioni tecniche e finanziarie sull'organizzazione delle manifestazioni.
PIATTAFORMA PER LA MANIFESTAZIONE DEL 9-10 MARZO 1997 A GINEVRA
I cittadini d'Europa, del Tibet e di altri paesi del mondo, che partecipano a Ginevra alle manifestazioni del 9 e 10 marzo 1997 per la libertà del Tibet;
- considerando che in Tibet si sta giocando una pagina essenziale per l'avvenire dell'umanità, per la sopravvivenza di un popolo che lotta con le sole armi della nonviolenza;
- considerando che è un dovere dei cittadini del mondo intero di sostenere, in nome dei principi della responsabilità universale e della nonviolenza, questa lotta che riguarda l'intera umanità.
rivolgono un pressante appello:
- all'Assemblea Generale della Nazioni Unite
- al suo Segretario Generale
- al suo Consiglio di Sicurezza
- ai membri della Commissione ONU dei Diritti dell'Uomo
- ai Capi di Stato e di Governo di tutto il mondo
- alle Assemblee parlamentari di tutto il mondo
- ai rappresentanti della comunità economica internazionale
affinché siano esperiti tutti gli sforzi politici e diplomatici possibili per aprire al più presto - sotto l'egida delle Nazioni Unite - un negoziato tra il governo della Repubblica Popolare di Cina e il governo tibetano in esilio per la pacifica risoluzione della questione tibetana, cosi come il Dalai Lama non ha mai cessato di proporre.
I manifestanti chiedono inoltre che:
1. venga da subito posto fine alle violazioni dei diritti della persona nel Tibet e vengano rilasciati tutti i prigionieri di opinione detenuti in Tibet con particolare riferimento a Ngawang Choephel e Ngawang Sangdrol;
2. la libertà di religione venga effettivamente garantita e, in particolare, che sia liberato Gedhun Choeky Nyima, l'undicesimo Panchen Lama, e la sua famiglia;
3. vengano interrotti immediatamente i trasferimenti di popolazione cinese in Tibet e venga iniziato il processo di decolonizzazione restituendo ai Tibetani le terre e le proprietà espropriate durante i 40 anni di occupazione cinese.
4. un'immediata interruzione della politica cinese di controllo coercitivo delle nascite in Tibet praticata attraverso aborti, sterilizzazioni e infanticidi;
5. la questione della decolonizzazione del Tibet venga urgentemente affrontata dal Comitato sulla Decolonizzazione dell'ONU;
6. siano liberati tutti i prigionieri di coscienza in Cina, in Turkestan Orientale e nella Mongolia Interiore, a cominciare da Wei Jingsheng, leader del Muro della Democrazia e Premio Sacharov 1996 del Parlamento europeo, e Wang Dan, uno degli ispiratori del Movimento studentesco cinese del 1989;
7. siano chiusi i campi di concentramento, i famigerati "laogai", dove sono attualmente tenuti in disumane condizioni di detenzione decine di migliaia di prigionieri politici;
8. siano prese misure immediate da parte dei Governi di tutto il mondo affinché non siano più importati i generi di consumo prodotti nei campi di lavoro cinesi;
9. l'adozione, da parte della Commissione dei Diritti dell'Uomo delle Nazioni Unite durante la sua 53ma Sessione, di una risoluzione di condanna della persistente politica cinese di violazione dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali;
10. venga dato seguito, da parte dell'Unione europea e dei governi degli Stati membri, alle risoluzioni adottate dal Parlamento europeo e dai Parlamenti tedesco, belga e lussemburghese.
I manifestanti:
- esprimono il loro sostegno al popolo tibetano, al movimento democratico cinese, a tutte le vittime dell'occupazione cinese in Tibet, nel Turkestan Orientale, nella Mongolia Interiore e del regime totalitario cinese;
- sostengono i coraggiosi e costanti sforzi del Dalai Lama per ripristinare pacificamente le libertà politiche, culturali e religiose del popolo tibetano;
- si appellano al popolo cinese ed al suo governo perché sia iniziato un processo di pace, fondato sul dialogo e sul negoziato, unica soluzione in grado di mettere termine alla tragedia in corso nel Tibet.
- si appellano alle responsabilità dei Governi democratici affinché, con tutti gli strumenti a loro disposizione, tutelino i diritti fondamentali della persona, politici, civili, religiosi e sindacali in Tibet, nel Turchestan Orientale, nella Mongolia interna ed in tutta la Cina;
- chiedono alle forze economiche del mondo di esercitare le loro responsabilità e capacità di indirizzo politico, affinché gli investimenti e tutte le transazioni economiche siano subordinati al rispetto dei diritti dell'uomo e dei diritti dei popoli;
- sottolineano con forza la loro comune volontà di perseguire al di là della presente manifestazione, la mobilitazione in favore della libertà del Tibet e dei principi di responsabilità universale e della nonviolenza.
- le Comunità tibetane in Europa
- i Tibet Support Group europei
- l'Intergruppo Tibet al Parlamento europeo
- il Partito Radicale transnazionale
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IL PROGRAMMA DI "GINEVRA 1997"
* Domenica 9 marzo
- Ore 11.00: raduno dei dei manifestanti di fronte alla Missione cinese di Ginevra
- Ore 11.35: lettura e consegna del Memorandum alla Missione cinese alle Nazioni Unite
Inizio della marcia dalla Missione cinese alle Nazioni Unite
Percorso richiesto: missione cinese, Università di Ginevra (Bastions), Planpalais, Quai du Mt. Blanc, Avenue du France, Palais des Nations.
- Ore 13.10: brevi interventi a Bastions
- Ore 15.00: arrivo previsto al Palais des Nations
- Ore 15.30: interventi
- Ore 17.30: conclusione del programma
- Ore 18.00: partenza per Quai du Mt. Blanc
Fiaccolata di vigilia dal Faro (Bains de Paquis) alla Fontana (Jet d'Eau). Da Quai du Mt. Blanc a Quai Gustave Ador.
- Ore 21.00: conclusione della fiaccolata
* Lunedi 10 marzo
- Ore 10.00: raduno dei partecipanti al Palais des Nations
- Ore 11.00: inizio del programma degli interventi
- Ore 12.30: conclusione del programma
- Ore 12.30: consegna del Memorandum al Presidente della Commissione NU sui diritti dell'uomo.
- Ore 13.00: consegna della petizione dei bambini all'Alto Commissario NU per i diritti umani per la liberazione del giovane Panchen Lama.
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CONTO CORRENTE DEL COORDINAMENTO EUROPEO
Come più volte pubblicato il Coordinamento europeo ha aperto un conto corrente bancario sul quale si possono versare i contributi per l'organizzazione di "Ginevra 1997". Ad oggi vi sono depositati solo 2.000 USD. Ne occorrono almeno 50.000. In questi giorni abbiamo raccolto impegni per una somma di 17.000 USD circa da parte di numerosi TSG europei e da parte delle Comunità tibetane. Pregheremo queste organizzazioni di versare sul conto corrente l'impegno da loro deciso al più presto.
Conto corrente: "Geneve 1997" N. 310-1075921-83, Banca BBL, Agenzia del parlamento europeo, Rue Van maerlant 2, 1040 Bruxelles.
Attraverso questo bollettino vi terremo informati sull'andamento di questa campagna di autofinanziamento per la manifestazione di Ginevra 1997, pubblicando di volta in volta i versamenti arrivati sul C.C. e gli impegni assunti dalle organizzazioni.
COMUNICATO STAMPA
Da inviare, sostituendo l'indirizzo del Coordinamento europeo con quello Nazionale, al maggior numero degli organi di informazione, nazionali e locali.
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LIBERTA' PER IL TIBET. IN 15.000 A GINEVRA IL 9-10 MARZO.
LA PIATTAFORMA POLITICA DELLE MANIFESTAZIONI: APERTURA DEI NEGOZIATI SINO-TIBETANI.
Bruxelles, 23 gennaio 1997. Alla conclusione dei lavori del II. Seminario europeo per la libertà del Tibet le Comunità tibetane in Europa, i gruppi di sostegno al Tibet europei, l'Integruppo Tibet al PE ed il Partito Radicale hanno convocato per il 9 e 10 marzo prossimi a Ginevra, sede della Commissione per i Diritti umani delle NU, la seconda manifestazione europea per la libertà del Tibet.
L'obiettivo sarà di portare a Ginevra non meno di 15.000 persone da tutta Europa per chiedere l'immediata apertura di negoziati tra il Governo di Pechino e quello tibetano in esilio cosi' come costantemente richiesto da anni dal Dalai Lama per una pacifica e nonviolenta soluzione della questione tibetana.
A Ginevra sono previsti 3 momenti di mobilitazione: il 9 marzo una marcia per le vie cittadine dalla Delegazione cinese fino ai cancelli delle Nazioni Unite; nel tardo pomeriggio del 9 una fiaccolata sul lungo lago; il 10 marzo, giornata che commemora l'insurrezione nonviolenta di Lhasa del 1959, un presidio di fronte ai cancelli delle Nazioni Unite. E' prevista la partecipazione di numerosi esponenti del mondo politico europeo, della dissidenza cinese esterna e di artisti di fama internazionale da tempo impegnati per la causa tibetana.
In allegato la piattaforma politica della manifestazione
Coordinamento europeo "Ginevra 1997" a Bruxelles
Tel. +32-230.41.21 - 284.71.98
Fax. +32-230.36.70 - 284.91.98