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Partito Radicale Centro Radicale - 14 marzo 1997
Tibet/risoluzione del PE: comunicato stampa

NEGOZIATI SINO-TIBETANI: SCONFITTA LA LINEA RINUNZIATRICE DEI DEPUTATI FILO REGIME COMUNISTA CINESE, COLAJANNI (PSE-PDS) E COLON Y NAVAL (PSE-PSOE). ALL'INIZIATIVA DEI GRUPPI ALLEANZA RADICALE, PPE, LIBERALI E VERDI, VIENE RIAFFERMATA LA LINEA DELLA VERITA' STORICA E DELLE PROPOSTE DEL DALAI LAMA

DICHIARAZIONE DI OLIVIER DUPUIS, SEGRETARIO DEL PR

Strasburgo, 14 marzo 1997. Il Parlamento europeo ha capovolto la risoluzione presentata dai deputati del gruppo socialista COLAJANNI e COLON y NAVAL che, in linea con molti altri tentativi di ostruzionismo o di feroce opposizione nei confronti delle iniziative a favore della risoluzione della tragica questione tibetana, avevano tentato di far passare una risoluzione nella quale le legittime aspirazioni del popolo tibetano venivano ridotte ad una mera richiesta di autonomia culturale e religiosa.

Nella risoluzione adottata viene invece ribadita la posizione del governo tibetano in esilio, recentemente ancora espressa dal Dalai Lama proprio di fronte al Parlamento europeo, che prevede l'apertura di negoziati senza precondizioni per l'attribuzione ai Tibetani di una piena autonomia su tutte le materie, fatto salvo i settori della difesa e degli affari esteri.

Nella risoluzione adottata ieri sera dal Parlamento europeo, viene anche richiesto l'iscrizione all'ordine del giorno delle Nazioni Unite della questione della decolonizzazione del Tibet.

In merito a questo grave episodio, Olivier DUPUIS, segretario del Partito Radicale transnazionale e deputato Riformatore al PE, ha dichiarato:

"Questo tentativo, fortunatamente fallito, è alquanto indicativo di come delle forze politiche perdono il pelo ma non il vizio. Dopo anni di opposizione ad ogni tipo di iniziativa parlamentare e politiche al Parlamento europeo (ricordero' soltanto il voto contrario nell'autunno scorso agli emendamenti radicali a favore dei rifugiati tibetani e a favore di una informazione libera del popolo tibetano) o in Italia (ricordero' soltanto le manovre del governo perché i sindaci non espongano la bandiera tibetana o per impedire la presentazione da parte dell'Unione europea di una risoluzione sulla questione della violazione dei diritti umani in Cina e nel Tibet), dei deputati - coerentemente con la loro lunga storia di sostegno al regime comunista totalitario sovietico, si fanno oggi gli interpreti di una "buona volontà" del regime comunista cinese comprovata tutt'oggi da una feroce repressione in Tibet, nel Turchestan orientale, in Mongolia interiore, nell'intera Cina. Basta ricordare che sono ancora oggi incarcera

ti nei famigerati laogai per ragioni prettamente politiche tra i 600.000 e gli 800.000 prigionieri ... in condizioni atroci."

Partito Radicale

Tel. 06-689.791

 
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