DA L'AIA UN DECISO NO ALL'IMPUNITA'. CON LA CONDANNA DI DUSAN TADIC DA PARTE DEL TRIBUNALE AD HOC SULLA EX JUGOSLAVIA, PER LA PRIMA VOLTA LA COMUNITA' INTERNAZIONALE (E NON I VINCITORI) RENDE GIUSTIZIA.
UN PRIMO PASSO VERSO UNA GIUSTIZIA INTERNAZIONALE.
DICHIARAZIONE DI OLIVIER DUPUIS, SEGRETARIO DEL PARTITO RADICALE
Roma, 9 maggio 1997. A più di due anni dal suo arresto in Germania, Dusan Tadic è stato condannato per crimini contro l'umanità. Dopo il processo di Norimberga si tratta della prima sentenza di un organo internazionale. Il Tribunale ad hoc per i crimini commessi nella ex Jugoslavia, dopo un anno di processo, ha condannato Tadic per undici delle trentuno imputazioni di crimini di guerra, crimini contro l'umanità e per le atrocità commesse in Bosnia. Il serbobosniaco è stato invece scagionato dalle accuse di nove omicidi.
Dopo quattro anni di vita il Tribunale per la ex Jugoslavia è riuscito ad arrestare solo otto dei settantaquattro incriminati. Tra i latitanti ci sono il leader serbo Radovan Karadzic e il capo del suo esercito Radko Mladic, entrambi accusati di genocidio.
Dichiarazione di Olivier Dupuis, segretario del Partito radicale e deputato al Parlamento europeo:
"Il mondo non puo' più far finta che questi strumenti di giustizia internazionale non esistano: i mandati di cattura devono essere eseguiti, i processi devono essere giusti, ma rapidi. Le Nazioni unite devono potenziare i tribunali ad hoc, ma anche passare rapidamente all'istituzione di una corte internazionale permanente che giudichi i crimini di guerra, i crimini contro l'umanità e il genocidio.
Solo una giustizia giusta, efficace ed internazionale puo' porre fine all'impunità dei criminali che è l'altra faccia della pace dopo le guerre, nonché un sicuro incorraggiamento al crimine durante le stesse. Si tratta di una decisione politica che puo' cambiare le sorti del mondo e che non puo' essere più rimandata."
Partito Radicale
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