Risoluzione sull'Iran
B4-0358, 0374, 0402, 0408, 0430 e 0433/97
Il Parlamento europeo,
- viste le sue precedenti risoluzioni sulla situazione in Iran, in particolare quelle del 13 marzo 1996 e quella del 20 febbraio 1997,
- vista la risoluzione della commissione per i diritti dell'uomo delle Nazioni Unite del 15 aprile 1997,
A. considerando che l'Iran è sospettato, in parecchi casi, di terrorismo di Stato e che i risultati da esso raggiunti in materia di diritti dell'uomo sono complessivamente scarsi e non hanno registrato alcun miglioramento nel corso degli ultimi anni,
B. considerando la sentenza emessa da un tribunale di Berlino il 10 aprile 1997, in cui si afferma che i dirigenti politici e religiosi del regime iraniano sono i mandanti dell'assassinio di dissidenti iraniani all'estero,
C. prendendo atto della decisione presa dal Consiglio di sospendere il "dialogo critico" con l'Iran e il ritorno degli ambasciatori degli Stati membri a Teheran in attesa di chiarimenti da parte delle autorità iraniane, le quali avevano manifestato il desiderio di non rivedere gli ambasciatori tedesco e danese,
D. rilevando inoltre la decisione del Consiglio di sospendere le visite ministeriali ufficiali bilaterali, di confermare che non verranno più fornite armi all'Iran, di garantire che non saranno emessi visti a favore di cittadini iraniani che svolgano funzioni legate ai servizi di sicurezza e di spionaggio e di espellere dall'Unione il personale iraniano legato ai servizi segreti,
E. costernato dinanzi alle continue minacce dirette a Salman Rushdie, che beneficiano dell'appoggio del governo iraniano, nonché dinanzi alle dichiarazioni recentemente rilasciate da agenti governativi a Teheran, che invitano a uccidere cittadini tedeschi,
F. rilevando con sgomento che la Corte suprema iraniana ha respinto l'appello contro la condanna a morte di Mohammad Assadi,
G. esprimendo le proprie sentite condoglianze e la propria solidarietà alle numerose vittime del terremoto e ai loro parenti e invitando l'Ufficio europeo per gli aiuti umanitari d'urgenza (ECHO) ad accogliere immediatamente le richieste di aiuto umanitario avanzate dalle autorità iraniane;
1. condanna con il massimo rigore il perpetuarsi di atti di terrorismo di Stato da parte del governo iraniano, tanto in patria quanto all'estero;
2. chiede al Consiglio di definire una politica comune e solidale da parte di tutti gli Stati membri per quanto attiene alle loro rappresentanze diplomatiche in Iran;
3. invita il Consiglio a porre fine in modo ben definito al "dialogo critico" con le autorità iraniane e a rafforzare invece il dialogo con tutti coloro che promuovono la trasformazione dell'Iran in uno Stato democratico;
4. chiede al Consiglio e agli Stati membri di elaborare, in mancanza di azioni positive da parte di Teheran, mezzi e strumenti atti a esercitare una pressione più forte e progressivamente sempre maggiore sulle autorità iraniane;
5. esprime la propria solidarietà alle vittime del terrorismo praticato dal regime iraniano e appoggia tutti i democratici che si oppongono al regime attualmente al potere in Iran e lottano per instaurare un autentico Stato democratico in Iran;
6. ribadisce la sua totale condanna per la fatwa contro Salman Rushdie ed esige che sia considerata inesistente dalle autorità iraniane;
7. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione alla Commissione, al Consiglio e al governo dell'Iran.