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Partito Radicale Centro Radicale - 4 giugno 1997
Cina: lettera aperta al Presidente del Consiglio

L'Opinione, 4 giugno 1997

All'attenzione dell'On. Romano Prodi

Presidente del Consiglio dei Ministri

Roma, 4 giugno 1997

Signor Presidente del Consiglio,

Ella sta per partire alla volta di Pechino, proprio nel giorno in cui ricorre l'anniversario del massacro di Piazza Tien-An-Men. Quali che siano stati le valutazioni che abbiano portato a questa decisione, rimane che questa "coincidenza" diventa di per sé tutto un programma.

Non ci dilungheremo sugli aspetti più problematici, per usare un eufemismo, della questione "Cina". Dalle 600.000 alle 800.000 persone incarcerate per reati di opinione, i popoli del Tibet, del Turchestan orientale e della Mongolia interna vittime di una politica di feroce repressione oltre che di vera e propria politica di pulizia etnica per diluizione che li ha di già trasformati in minoranze nei propri paesi e regioni, minacce continue nei confronti dell'isola di democrazia che è oggi Taiwan, occupazione tuttora in corso di parte del territorio dell'Unione indiana, pesanti manomissioni in Birmania volte a sostenere l'indifendibile regime di Rangoon, sostegno all'aberrante e tragico regime della Corea del Nord, ...

Confidiamo che Ella saprà affrontarli nei dovuti modi. Sicuramente non nel modo usato ancora di recente da un suo collega europeo, cioè barattando accordi commerciali e industriali più o meno di dominio pubblico, con la richiesta di liberazione di tale o tal'altro prigioniero. Perché, come questi stessi prigionieri non si stancano di ricordare (quando possono), non è questo il punto. Il punto è l'introduzione dello stato di diritto, della democrazia, il rispetto dei diritti fondamentali. Ovvero riforme concrete che portino alla liberazione di queste 600.000 persone e che garantiscano che non ci ritornino. Riforme che consentano - finalmente - l'avvento della quinta modernizzazione, la democrazia, come richiesto da quasi 20 anni dal famoso dissidente Wei Jingsheng, dagli studenti di Tien An Men e da milioni di altre persone che l'hanno pagato e lo pagano con la vita e/o con anni e anni di laogai.

Confidiamo che Lei saprà, per esempio, insistere con la dovuta fermezza per sapere dal Presidente Jang Zemin e dal Presidente dell'Assemblea del Popolo, Qiao Shi, quando la Repubblica Popolare Cinese intenda ratificare la Convenzione internazionale sui diritti civili e politici nonché i suoi due protocolli facoltativi, quando verrà iniziato un reale processo di separazione del potere giudiziario dal potere esecutivo, quando verrano chiusi i laogai, quando verrà iniziato un processo di riforme nel campo politico, sostanziale quanto lo è stato quello realizzato nel campo economico,...

Infine, Signor Presidente del Consiglio, vorrei richiamare la Sua attenzione su un altro fatto grave. Con il Suo viaggio in Cina cosi come con la decisione del governo italiano di non sostenere la risoluzione sui diritti umani a Ginevra, l'Italia ha rotto - seppur "ben" accompagnata - la posizione comune europea esistente contribuendo anche, cosi facendo, ad indebolire ulteriormente il lento e faticoso cammino verso la creazione di una politica estera comune.

RingraziandoLa per l'attenzione, Le auguro, Signor Presidente, davvero "Buon Viaggio".

Olivier Dupuis

Segretario del Partito Radicale

Deputato al Parlamento europeo

 
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